POLINESIA di Bruno Bonsignore
Ananahi? Aita pè ape’a! Papeete non è Tahiti, e Tahiti non è la Polinesia.Le ore di volo dall’Italia
sono circa 26 ma con i controlli doganali, le coincidenze e i tempi
morti ci vuole un giorno e mezzo ufficiale. Poi c’è il trucco del fuso
orario, -11 rispetto all’ora di Roma e così il viaggio effettivo è di
due giorni. E per recuperare il fuso ce ne vogliono almeno sei, dicono
12 ore per ogni ora di differenza. Resta da vedere tutta Tahiti, con le sue famose spiagge per il surf (foto Tahiti spiaggia nera) e le tre cascate che precipitano dall’alto della montagna, e le onde del mare che infilandosi in piccole grotte generano dei soffioni d’aria nebulizzata lungo la strada, ma c’è l’immaginario che spinge verso Morea, a soli dieci minuti d’aereo, verso Bora Bora… Invece la nostra prima tappa è Maupiti, assai meno frequentata. Ospiti di una pensione ricca di charme e povera di comfort (manca l’acqua calda e il generatore fornisce elettricità con parsimonia) ci godiamo, tra uno spruzzo di pioggia e un intervallo di sole, la spiaggia composta da miliardi di conchiglie e la sera, seduti sui divani sotto una tettoia in riva al mare, spulciamo la piccola biblioteca alimentata dal cross booking alla ricerca di un libro italiano.
|
Poiro raccoglie i cocchi |
blu Lagon |
preso il granchio |
fiori |
A Rangiroa ci aspetta un inatteso panfilo bianco di 36 metri che ci porterà in giro per la grande laguna, con escursioni di snorkeling alla “passe” che pullula di migliaia di pesci colorati, razze “armate” di lunga coda e mante e murene di due metri che aspettano cibo e carezze e squali grigi che non ci degnano d’attenzione.
Parliamo seduti a tavola
(foto pranzo pied-dans-l’eau) con i polpacci in
acqua attorniati da pesciolini colorati che vengono a mangiare briciole
di pane dalle nostre mani; fra i piatti e le bottiglie ci sono fiori
di tiare, la gardenia bianca che cresce solo qui. Anche per il pic-nic
sul motu dalla spiaggia rosa Teva, il maitre-de-sale del grande catamarano,
non ha nemmeno pensato di rinunciare a decorare la tavola con i fiori
come usa fare sul catamarano (foto tavola
e fiori).
L’escursione alla Blue Lagon ci riserva altre emozioni, prima del bagno in un quello che sembra un laghetto di montagna azzurro (foto Blu Lagon) in mezzo alla foresta tropicale. Porio, la nostra guida locale, ci fa vedere come si cattura uno squalo col lasso, stile cow boy! (foto squalo al lasso e foto squalo in braccio). Il viaggio di ritorno a bordo è un’ottima occasione per pescare con la lenza, e i risultati per noi abituati alle scarse acque mediterranee sono sorprendenti (foto pescato alla lenza!) e (foto Ho preso un granchio…) La sera dopo cena, musica con l’ukulele, tentativi di ballare il tamurè nobilitati da una splendida esibizione di danza guerriera di due ragazzi delle isole Marchesi. I loro corpi perfetti compensano la ormai generalizzata obesità della popolazione locale, poco incline al movimento e alla pratica sportiva e irrimediabilmente attratta da porzioni industriali di cibo innaffiato da casse di birra. L’alcolismo nella Polinesia Francese è un problema serio che affligge anche i giovani, ci sono trentenni colpiti dalla cirrosi epatica.
tavola e fiori |
acque azzurre e rosa |
Fakarawa |
bungalow e squaletti |
L’ultima tappa di questo incantato viaggio nei Mari del Sud è Fakarawa, con l’immancabile benvenuto floreale che ci viene offerto all’arrivo, e questa non è una moda riservata ai turisti. In tutti i piccoli aeroporti ho visto grappoli di bambini locali ricoperti di ghirlande bianche sul capo e attorno al collo, e mamme e nonni seduti in aereo con la loro collana profumata. Il fiore non è un’offerta sacrificale decorativa ma piuttosto un profumato richiamo a riconoscere la bellezza e alla gioia che ci deve accompagnare ogni giorno, che il polinesiano desidera sinceramente condividere con l’ospite. Una filosofia che induce i nativi a limitare per quanto possibile l’impegno di lavoro per non rinunciare al piacere della vita.
Pizza in Polinesia |
squalo al lasso |
|
tramonto |
Fakarawa è l’atollo più bello, una striscia intricata di palme e cocchi larga circa 300 metri che separa il blu copiativo del Pacifico dai verdi e turchesi (foto Acque azzurre e rosa) della grandissima laguna con due passe, rispettivamente a nord e a sud. Un luminoso, intatto Patrimonio dell’Umanità che si può esplorare passeggiando a piedi e in bicicletta, in barca e sott’acqua, facendo del turismo discreto e rispettoso e godendosi il silenzio e il profumo dei fiori (foto Fiori).
Sono i fiori con cui ti accolgono a farmi capire che in Polinesia non c’è la preoccupazione del domani: frutti, pesce, sole e mare azzurro sono lì, gratis e abbondanti per tutti. E forse è proprio questo il significato della collana di conchiglie che ti infilano al collo quando parti: ananahi? Aita pè ape’a!
Domani? Non c’è problema!
Gennaio 2007
Bruno Bonsignore
Vahine Island, Polinesia Francese