LE ISOLE CANARIE di Daniele Crotti e Giovanna Fonzo


(ISLAS LAS CANARIAS)


Pur situate nell'Oceano Atlantico all'altezza del Sarawi (Sahara Occidentale, ex spagnolo, al momento illegalmente occupato dal Marocco; in questi giorni, siamo ai primi di novembre, vediamo sul TG locale che vi sono disordini: evidentemente il fronte di liberazione POLISARIO ha dato una scossa alla situazione assurda e di repressione feroce che da tempo esiste). Le Canarie (è un arcipelago di una decina di isole o poco più) appartengono alla Spagna e, in effetti, sono squisitamente spagnole, sebbene con un tocco di America latina, con una patina di inequivocabile atmosfera tropicale, e, ahinoi, con la netta evidenza di parziali ma pur sempre offensive speculazioni edilizie (temiamo che ciò possa proseguire nel prossimo futuro).
Sette sono le principali (7 islas), come tutti sapranno: Tenerife con La Palma, La Gomera ed El Hierro, Gran Canaria con Fuerteventura e Lanzarote (2 province, in altre parole). Le altre piccolissime quattro isolette (più gli inevitabili scogli) non crediamo siano abitate né visitabili, salvo permessi particolari. Non è peraltro da escludere che tra qualche millennio potrebbe crearsene un'altra, o potrebbero affiorarne delle altre, nel caso vi fossero ulteriori esplosioni vulcaniche sottoceaniche, sempre che il nostro Pianeta non imploda o esplodi prima ancora.
Se Tenerife, Gran Canaria, Fuerteventura e Lanzarote sono forse più note e le più frequentate (da un turismo da sempre d'elíte), altrettanto non si può dire delle altre tre (la Palma, La Gomera, El Hierro). Pur conosciute, dunque, come isole per vacanze di lusso' (pare che anche il nostro caimano' abbia offeso' quel luogo), ciò non toglie che anche qui si può fare un turismo più a misura d'uomo, razionale ma al contempo emozionante, non necessariamente spartano, ma pur sempre con spese decisamente contenute, anche perché il costo della vita non sembra essere così alto come in Italia; ci azzarderemmo, invece, a dire quasi a livello di quello che abbiamo più volte sperimentato nelle e sulle isole greche.
Queste brevissime e generali premesse ci è parso d'uopo riportarle, in quanto bene rispondono alla filosofia e allo spirito del sito online (definiamolo una Guida alternativa vera e propria) "ISOLE GRECHE - NON SOLO GRECHE", cui da alcuni anni collaboriamo e consultiamo con piacere, con simpatia', con profitto'.
Quest'anno, anno 2010 dell'era volgare, io e mia moglie abbiamo passato dieci giorni a La Palma, ai primi di novembre, e abbiamo così pensato di offrire agli amici e ai soci del Club' (si può definirlo tale?) quanto dell'esperienza fatta ed avuta, come turisti fai da te', ovvero raccontare il nostro vissuto, nel rispetto, come detto, dello spirito del sito, rimandando alle, pensiamo, numerose guide che al riguardo esistono in commercio, per maggiori approfondimenti più di base e necessari.
Premettiamo che noi abbiamo adottato una Guida Mondadori' (più fotografica) nei confronti di quella della Lonely Planet (più descrittiva e forse più utile, che la nostra libreria di fiducia ci proponeva); una scelta, perciò, probabilmente non ottimale, ma poi ci siamo in ogni caso affidati all'imprevisto e a quel po' di sagacia (si fa per dire) maturata nel corso del tempo (e dello spazio).
Alle Canarie novembre è il mese delle piogge (ma quest'anno erano evidentemente in ritardo, visti i bei giorni che abbiamo avuto), il clima è più o meno sempre primaverile, un po' più caldo nel verano (luglio, agosto e settembre, quando inferiore è il turismo), un po' meno caldo di inverno (dicembre, gennaio e febbraio, mesi in cui abitualmente vi è il boom del turismo), mentre ottobre e il periodo marzo-giungo sono i mesi forse più idonei alla visita di queste isole atlantiche).


LA PALMA

 


Veduta di La Palma dall'alto

Palza La- Glorieta a La Palma

Questa isola, comunemente detta Isla Bonita' (perché? Non lo sappiamo; forse perché è bella e buona'?), e che scopriamo essere riserva mondiale della biosfera, ha una forma vagamente simile all'Africa (dalla cui costa occidentale dista pochissime centinaia di chilometri), ed è lunga poco meno di una quarantina di km (in linea d'aria, ovviamente), per una larghezza massima di una ventina di km (la superficie è infatti stimata di poco più di 700 mq).
Il clima qui, come nelle altre isole, è sempre primaverile. Lo dicono le guide ed è vero. Come è altresì vero che l'escursione termica giorno - notte e costa - monti, a novembre per lo meno, è sensibile: dai 25°C o più di S. Cruz o Puerto Naos, per esempio, ai 16°C di El Paso. Tenetene conto. Può anche capitare, come è successo in uno degli ultimi giorni della nostra permanenza, che nei quattro poli dell'isola contemporaneamente si respiri il clima della 4 stagioni dell'anno, come ci disse il nostro affittuario (ma sarà ben arduo correre nelle 4 direzioni e nei 4 punti per captare dal vivo queste sensazioni!).
Un'ultima nota: per gli amanti dell'astronomia e degli astri (stelle e quant'altro), il cielo sopra La Palma è quanto di meglio si può trovare, dicono e si legge, al mondo; sarà vero? Forse sì...


COME ARRIVARE

Da quanto sappiamo, i voli internazionali atterrano a Gran Canaria o a Tenerife-Sur.
Con un volo Ryanair, siamo partiti alle 6.30 da Pisa (era domenica 31 ottobre per la precisione) e alle 10.30 (o poco dopo) siamo arrivati all'aeroporto di Tenerife Sur.
Da qui con il bus n° 111 (quelli verdi della TITSA, la cui partenza è a 30 metri a sinistra uscendo dall'aeroporto; crediamo siano abbastanza frequenti, tipo ogni 20 - 30 minuti) siamo andati a Los Cristianos, al porto (una ventina di minuti di corsa). Scesi dal bus bisogna percorrere a piedi 500 metri circa per giungere all'attracco delle imbarcazioni. Il caso ha voluto che la Compagnia Armas avesse un traghetto che partiva alle ore 12.00 (domingo), e che in tre ore (la linea domenicale è diretta) ci scaricasse al porto di Santa Cruz de La Palma. Il costo del traghetto è l'unica spesa che ci è parsa forse esagerata: 32 euro cadauno (nel caso, come successo al ritorno, poi, la linea facesse scalo anche a La Gomera, per 4 ore di navigazione, il costo sale attorno ai 40 euro; però vi è uno sconticino per chi supera i 60 anni!). La Compagnia Armas (www.navieraarmas.com) naviga a Los Cristianos e S. Cruz del la Palma ogni giorno tranne il sabato: da lunedì a giovedì alle 18.30 (via La Gomera), il venerdì alle 18.15 (sempre via La Gomera). Il ritorno lo fa' alle 16.00 la domenica, alle 4.00 di mattina da martedì a venerdì, via La Gomera (il venerdì vi è un secondo traghetto alle 22.30 che è diretto).
Vi sono anche altre compagnie che pensiamo si possano consultare via Internet: le Lineas Fred Olsen' (forse le più utilizzate, a quanto abbiamo captato), la Acciona - Transmediterranea', e la EAV Benchyigna Express/EAVBenchi Express' (indicazione quest'ultima fornitaci all'info-point dell'aeroporto; sul posto nulla trapelava al riguardo, ma non è da escludere che sia associata alla Fred Olsen' medesima).


COME MUOVERSI

Beh, crediamo che affittare una vettura sia necessario. All'aeroporto di S. C. de la Palma (un bus di linea da S. Cruz in 15-20 minuti vi ci porta) le agenzie (4 o 5) sono aperte tutti i giorni della settimana dalle 8 alle 21. Noi abbiamo affittato una Toyota Yaris a circa 22 euro al dì per 10 giorni presso la Hertz (Avis e Cical chiedevano poco sopra i 30 euro). E la benzina verde è decisamente meno cara che in Italia.
Le strade sono buone; a nord e fuori rotta' possono essere perigrose e comunque guidate con attenzione e piano: sulle strade di montagna (sono comunque asfaltate, in genere) i baratri sono impressionanti.
Va peraltro aggiunto che i paesi, anche i più piccoli e sperduti, sono tutti collegati tra loro con linee pubbliche di bus (ogni 20 o 30 minuti). Va poi detto che tutti i borghi, i luoghi di interesse turistico (ma non soltanto), i posti nelle quattro direzioni dell'isola, dal mare ai monti e viceversa, tra altura ed altura, e via dicendo, sono collegati con sentieri, da farsi pedibus calcantibus, ovviamente, e sono piuttosto ben segnalati e segnati sia sul posto che sulla cartina che abbiamo acquistato (vedi oltre), sebbene non sempre vi siano strette correlazioni tra lo scritto ed il fatto' (ma questo succede spesso e volentieri anche da noi).
Crediamo comunque che un'autovettura sia in linea di massima cosa più sensata, soprattutto se il tempo a vostra disposizione non supera i 7 - 10 giorni. Con auto, in modo assai veloce, sicuro e certo si possono raggiungere in tempi reali tutti i luoghi da cui poi partire per escursioni a piedi vere e proprie, o arrivare là dove si vuole (una spiaggia, una cittadina, e via dicendo).
Di cartine e mappe (indispensabili come sempre), ne troverete a iosa, anche in omaggio. Ma lasciano tutte a desiderare. Sul posto noi abbiamo acquistato (5 euro grosso modo) una recente carta stradale dell'isola, di J . J. Santos (1.50.000), edita da EDDAVID. Ci è parsa fedele e piuttosto buona; in ogni caso è assai più sicura ed affidabile di tutte le altre che abbiamo potuto consultare.
La Palma è l'isola, dicono, più verde e lussureggiante in vegetazione di tutte quelle dell'arcipelagoo canariense; ed è l'isola più montuosa, dicono sempre le guide, ovvero che sia l'isola più spettacolare da un punto di vista naturalistico e geo-vulcanologico-montano.
La Palma è più ricca di monti, montagne, vulcani e boschi che di spiagge o spiaggette per gustarsi l'acqua e il sole tropicale (ma non troppo).
Ricordiamo a tutti che a novembre il sole (che si alza sempre ad est) sorge tra le 6 e le 7 e tramonta (sempre ad ovest) poco dopo le 18. Dal momento che l'isola è attraversata, da nord a sud, da una triplice catena montuosa (Caldera de Taburiente, Cumbre Nueva e Cumbre vieja con la sua ruta de los volcanos), ne consegue che il sole, sulla costa orientale, può scomparire presto, mentre sulla costa occidentale può comparire più tardi. La punta dell'isola è a sud con il faro di Fuencaliente; a nord la costa è praticamente priva di spiagge vere e proprie ed è in molti punti o tratti a strapiombo sull'oceano.
A proposito, ma non sappiamo se la cosa possa interessarvi o meno oppure avere una sua qualche valenza: la stragrande maggioranza dei turisti, qui a La Palma, è tedesca.


DOVE E COME ALLOGGIARE

Noi abbiamo avuto fortuna in quanto abbiamo trovato quello che in fondo in fondo desideravamo.
I B&B sono rarissimi, gli alberghi, quelli economici, sembrano rari (e spesso poco allettanti, pensiamo), camere da affittare come tali non ne abbiamo vedute.
Se apparentemente rari inizialmente, sono invece, ad una attenta loro ricerca, tutt'altro che infrequenti gli appartamenti da affittare (per due e/o più persone), vuoi in piccoli condomini (p. es. nelle cittadine soprattutto oceaniche) vuoi in bungalow/s (in pietra intonacata, talora in color pastello, tipico di questa isola [un pastello talora intenso, però]), autosufficienti in tutto e per tutto, fuori paese/i. Abbiamo notato anche care rurali' (i nostri agroturismi), ma spesso ci è parso essere piuttosto raffinate' e quindi tutt'altro che economiche. In ogni caso eccovi un sito ad hoc dell'Associazione del turismo rurale: www.islabonita.es; la posta elettronica va inviata a. reservas@islabonita.es.
Noi due cercavamo un bungalow strutturato ad appartamentino e lo abbiamo trovato a El Paso. grosso modo al centro dell'isola, sulla strada che da S. Cruz porta a Tazacorte; superata El Paso di circa 500 metri, lungo la LP-2, a destra noterete un piccolo cartello Bungalows Rosabel. Scendete di 100 metri. Gitare a sinistra e a 50 metri sarete al posto giusto. Ecco l'indirizzo di Francisco e Rosa, i cordialissimi affittuari: Calle Taburiente 65, El Paso, telefono 922485020 (non dispongono di servizio Internet). Hanno a disposizione 4 bungalows per 2 persone (di tutto accessoriati per viverci anche settimane, come alcuni tedeschi fanno per svernare al calduccio), ed 1 bungalows per 5 - 6 persone. Sono puliti, nuovi, constano di 1 patio-terrazzo a nostro modo di vedere utile e suggestivo con vista mare (beh non è così vicino, sia chiaro), con dietro le montagne vulcaniche (paradiso da scoprire), 1 salone con spazio cucina ampio assai, uno stanzino di passaggio, 1 bagno con doccia (l'acqua calda non manca), una stanza con due letti, armadio, cassettone e due comodini. Noi abbiamo pagato 28 euro in due per un soggiorno di 10 giorni! (pernottando di meno la cifra lievita sino a1 - 40 - 50 euro). Sono in muratura, dicevamo, pittati' in bianco, in tono con l'atmosfera dell'isola. Qui siamo a pochi minuti di strada dai 2 parchi nazionali (ossia quello della Caldera de Taburiente e quello del Los Volcanos, come oltre sarà detto più ampiamente) e a meno di 20' da Puerto Naos e a meno di 30' dal porto di Tazacorte. Rammentate che Francisco e Rosa possono offrire preziosi consigli e suggerimenti.
Girando per l'isola abbiamo notato varie altre alternative, che possono essere altrettanto valide, sebbene più isolate'. A nord - est, nella municipalità di Barlovento, trovate la
Fajana: nuovissimi appartamenti in case a un piano e mezzo, di fatto sull'oceano, a prezzi grosso modo sovrapponibili a quelli che abbiamo avuto noi. Il recapito telefonico è: 922186162 oppure 646618136.
Così potrebbe o dovrebbe essere un po' ovunque nell'isola, quantomeno nelle località meno battute (ma qui esclusa Santa Cruz, tutto il resto pensiamo sia abbordabile').
Se doveste dormire una notte a S. Cruz de la Palma (ove, come in tutte le città vere e proprie riteniamo siano più arduo trovare soluzioni appetibili') abbiamo individuato, nella città vecchia, un po' in alto, appena sopra la Chiesa di S. Sebastiano, un alberguccio a 2 stelle, l'Hotel H. R. Cabnarias, pensiamo non costoso. Era chiuso e non ci siamo potuti così informare. Vuole essere soltanto una segnalazione, mi raccomando.


Casa a La Palma

bungalow Rosabel a El-Paso


DOVE E COSA MANGIARE

La (prima) colazione conviene farsela in proprio, a casa (sempre che ...).
Per il pranzo o la cena ognuno si deve regolare secondo i propri criteri. Per il pranzo si possono preparare buoni bocadillos (i panini, se freschi, possono essere fragranti e gustosi; il formaggio di capra è un vanto degli isolani), la frutta (di tutto di più, dalla mediterranea alla tropicale) non manca (qua è il paradiso delle babane!), etc. etc.
I negozi sono chiusi la domenica in genere, ma quasi ovunque un piccolo esercizio (talora tipo supermercato) lo potete trovare aperto anche nei giorni di festa (un esempio: la panetteria - pasticceria a El Paso in Calle Peréz).
Ristoranti, ristorantini, bar con cucina e via discorrendo non mancano. Potete seguire le indicazioni delle guide (tambien con juicio), o, meglio, quanto la gente del luogo vi suggerisce, ma, soprattutto, fid atevi del vostro fiuto, del vostro intuito e, perché no, della vostra.
Noi ve ne consigliamo senza meno alcuni, tra quelli (non molti in verità) che abbiamo provato.
A El Paso, lungo la strada principale che scende a Los Llanos de Aridane, appena sopra il bungalow da noi affittato (vedi in precedenza), vi è il ristorantino Bodegón La Abuela (vuol dire la suocera'?). Si mangia bene, soprattutto le carni, i formaggi, le insalate e vegetali vari (provate la yucca), anche se l'olio in verità non può eguagliare i nostri (è prodotto dal frutto dell'Olea o Oleo europaea spp. cesariformis, abbiamo letto).
Al porto di Tazacorte vi consigliamo la Casa del Mar, principalmente per il pesce (ma attenti: sia pur gustosa, la paella qui è poco più che un risotto ai frutti di mare), anche se questa trattoria nazional-popolare offre una vasta gamma di prodotti culinari nonché di vini (è chiuso il mercoledì). I vini, se scelti con competenza, non sono economicissimi ma sono buoni, mentre i vini della casa, più a buon mercato, possono lasciare a... desiderare (provateli prima, magari). Il ristorante è sito al I piano di un edificio bianco (stranino) sulla piazza principale, di là dal lungoceano. Un'alternativa, leggermente meno cara, e fors'anche un po' pusè turistica (ma non sempre ciò che è turistico va denigrato), è la Taberna del puerto sul lungomare (sì, certo, sul lungo oceano, ma lungomare suona' meglio). Buone le insalate miste e i frutti di mare ed è bello stare all'aperto (e siamo in pieno novembre, di sera) e godersi il calar del sole; all'interno, il locale ha un'atmosfera semplice e confortevole, sia pur lievemente leziosa, ma è proprio caratteristico.
All'ingresso di Santo Domingo, villaggio principale della Villa de Carafìa, sulla strada LP-114, trovate un delizioso ristorantino: El Bernegal, che, chiuso il lunedì, è aperto tutti gli altri giorni dalle 10.30 alle 18.30. E' un ristorantino, vi dicevamo, delizioso e atipico' pur nella sua schietta semplicità; ha un che di arabeggiante, è molto grazioso,, si mangiano poche cose ma squisite (l'insalata tropicale ad esempio o il frittino di calamari, ...) e non è affatto caro (non è buono il caffè espresso, che peraltro in quasi tutti gli esercizi non può competere certo con quello italiano; sempreché il caffè lo beviate, s'intende!). A proposito di caffè espresso; ma lo sapevate che nei bar lo pagate dai 60 ai 70 centesimo di euro?
Lo diciamo ora e non lo diremo più: con 10 - 15 euro potete cenare (o pranzare), a meno che non vogliate esagerare nei cibi, ma anche allora superare i 20 euro non è così scontato (bene, no!?). Escludiamo comunque i vini; la birra invece è assai economica (la Dorada o altra locale o spagnola è buona, sia in barattolo che alla spina).
Se vi trovate al norte, non disdegnate, a qualsiasi ora, un break culinario al bar - ristorante (bar dentro, caruccio, ristorante fuori, pochi tavoli da bar peraltro) La Fajana (sì, dove ci sono le piscine naturali, come sarà più avanti detto); pesce fresco, calamari, frittelle e altre proposte... E siete sull'oceano atlantico (versante nord-occidentale; non pensate pertanto di godervi il tramonto).
Al tramonto, invece, è bello recarsi sulla costa occidentale, a El Remo, poco sotto Puerto Naos, ove la strada termina. Vi sono almeno tre localini sulle rocce sull'oceano (ma ben sistemati); preferibile è quello situato più a sud, El Remo 7 Islas: buone ancora una volta le varie insalate (qui i vegetali sono sempre freschi e saporiti), ma pure il pescado fresco, il solito' pulpo a la gallega, l'omelette alla spagnola, e qualche altra prelibatezza. Le porzioni, come ovunque, sono ricche'.
Al tramonto, qui, se la giornata è favorevole, i colori, l'atmosfera, e la situazione possono essere estasianti.
Comunque sia, anche parlando con altri vacanzieri italiani', conosciuti durante il viaggio, è un dato di fatto che si mangia bene un po' dappertutto e un po' dappertutto i prezzi sono contenuti.
Certo, la fortuna ha la sua parte, ma che ... c'entra...
In città, per esempio, a Lol Llanos non ci siamo trovati molto bene alla Plaza Chica (dietro al chiesa di piazza di Spagna), sebbene il giardino interno (lo trovate non raramente) ci avesse convinto ad entrare. A dire che nelle cittadine o nei posti più bazzicati bisogna un attimino saper scegliere, ma in generale è più facile trovarsi bene che male (tra l'altro i menù coi costi sono sempre, o quasi, esposti all'esterno).


COSA FARE, COSA VEDERE. OVE ANDARE


A) Cittadine, borghi, villaggi


Ogni paese, piccolo o grande, ha le sue peculiarità; alcuni possono piacere, altri no, francamente. A La Palma, esclusa Santa Cruz e Los Llanos, cittadine vere e proprie, tutti gli altri centri abitati sono borghi, tutti o quasi, magari ,con una loro chicca' da vedere (anche soltanto di passaggio) e ciascuno, più o meno, col suo museo o, meglio, centro di documentazione; così il Museo della Seta ad El Paso, il Museo del Vino a Las Manchas (salitevi da Puerto Naos, ad esempio, ed andate a vedere Plaza La Glorieta, appena avanti; è cosa del tutto originale), il Museo della Banana a Tazacorte, il Museo Archeologico vicino a Mazo, e tanti altri ancora (l'orario di apertura è per buona parte questo: 9-13 e 16-19). Ecco, si accennava a questi piccoli musei che a nostro parere dovrebbero essere definiti dei entri di Documentazione, inquadrabili nel contesto storico e geografico di quel luogo, nell'ambiente e nel vissuto anche umano del posto, sì da potere essere il fulcro di un Ecomuseo o di una rete eco museale più ampia, e più consona, e che meglio, perciò, rappresenta o rappresenterebbe nella sua dinamicità (temporale e spaziale) l'insieme ed un amalgama ragionato e vitale del passato, del presente e del futuro (e quindi partecipazione, salvaguardia, valorizzazione, e sviluppo; sviluppo intelligente di un patrimonio ineccepibilmente valido e ricco).

Santa Cruz del La Palma

Santa Cruz è il capoluogo, col suo porto e il suo aeroporto, dell'Isla Bonita. Il centro storico, il centro ciudad, è piacevole. Si legge che sia il più bello di tutte le città e cittadine dell'arcipelago. Noi non ve lo raccontiamo. Scopritelo da soli (evitate la periferia con i suoi inevitabili obbrobri architettonici, però). Non andateci nei giorni festivi. E' tutto chiuso ed è troppo desolata.
Un cenno a La Nieves, villaggio pochi chilometri sopra S. Cruz. E' arroccato attorno al santuario più importante dell'isola. Ma la cosa più suggestiva' è rappresentata da... dai cessi pubblici. Cercateli: un cacatoro' (per dirla alla perugina) d'altri tempi. Io l'ho sperimentato... Scusate la divagazione.


Colori settembrini a La Palma

In centro a La Palma

Frutta e verduta al mercato coperto

Piazzetta a Santa Cruz di La Palma


Tazacorte

Curiosa la piazza centrale, nuova peraltro, originale la vecchia via principale (chiusa al traffico), simpatico il Museo del Platano (leggi della Banana), emozionante il porto, incastrato tra due montagne a picco sul villaggio, all'imbocco del Barranco de Las Angustias (due due ristoranti abbiamo già detto).


Los Llanos de Aridane

La città vecchia (attenti che tutta la storia dell'isola e delle isole è piuttosto recente) merita senz'altro una visita. Andateci la mattina (né presto né tardi) di un giorno di festa; è più attraente che nei giorni feriali. Godetevi la Plaza de España con la sua chiesa e i suoi immensi alberi, e la piazzetta dalla parte opposta ove una targa recita:


Esta plaza silenziosa

Recogida y expectante

Parece que está dormida

En un ayer inquietante


(Antonio Pino)


E poi ancora le calli, Calle Fernadez, Calle Pilar, Aridane, Calvo Sotelo, Angel, e le Avenida doctor Fleming (e già, quello che ha scoperto la penicillina) e del Generalismo Franco (ma quando si decideranno a cambiare questo malefico nome?).

Qui, come a El Paso, producono ottimi sigari (non inferiori, si vantano i locali, a quelli ben più famosi di Cuba). Noi non siamo fautori del fumo (tutt'altro io, poi, vecchio degustatore di pipa!), ma son davvero buoni e se ne volete acquistare un pacchetto tra le tante proposte che vedrete (certo anche all'aeroporto, al duty free [sarà poi tale?], li potete trovare, ma siamo contro le spese aeroportuali che ti salassano e basta!) eccovi un paio di indicazioni: o all'interno della Relojerìa La Palma, o dentro ed in fondo al negozietto in Calle Iglesia che vende oggettistica e chincaglieria per turisti.



Fuencaliente / Los Canarios

Non sappiamo perché la cittadina abbia il doppio nome. Per Fuencaliente lo scoprite sulle guide e sui depliants, per Los Canarios... non lo sappiamo. Desculpe.
Per arrivarci non è certo difficile, vuoi da Los Llanos/Tazocorte vuoi da S. Cruz. E' un paesetto quasi tutto nuovo o rinnovato. In ogni caso un salto alla chiesa madre nella piazza in alto con i suoi soliti alberoni immensi va fatto, prima o dopo la discesa al faro (vedi oltre).
Vi sono tre bar di cui con trattoria che sanno di buono' e di antico': il bar Panada e il bar Junonia (chiusi la domenica); il terzo è un bar presso la curva ad oriente ove al primo piano vi è un suggestivo ristorantino. Un calice di vino in uno di questi bar è doveroso, a meno che non vogliate visitare le Bodegas Terraguia (le cantine degli omonimi famosi vini canariensi).


B) L'oceano, la costa, le spiagge

Ve ne raccontiamo un po', nella successione in cui le abbiamo viste. Ma, in dieci giorni, credeteci, possiamo ben dire di aver captato un po' tutto o quasi di come muoversi in questa bella isola.


Costa occidentale

Costa orientale

Carafía

La Villa di Carafía è costituita dal villaggio di Santo Domingo e da pochi altri attorno. Vi arrivate dal centro-sud lungo la LP-114. All'altezza della segnaletica che, a sinistra, vi indica Cementerio e Puerto, svoltate e proseguite oltre il cimitero (palmizi fuori, e ordinati, cipressi all'interno: sembra un residence'). La stradina è asfaltata e prosegue in discesa (andate piano, in seconda!) per alcuni chilometri sino al parcheggio ove la strada finisce. Siete ormai sopra l'oceano. Qui un sentiero (segnato con due bande orizzontali, una bianca e l'altra gialla) vi porta sino a poter toccare l'acqua salata oceanica. Ci sono solo rocce. Non vi sono spiagge. Da qui si può risalire sullaltro versante del piccolo barranco divisorio, e lo spettacolo è davvero emozionante. La vegetazione è rappresentata da cespugli di piante grasse (rare le Cactaceae, presenti solo negli anfratti riparati dal vento). Di fatto, volendo, si potrebbe lasciare la vettura al cimitero, scendere a piedi (con qualche scorciatoia) e risalire dalla parte opposta per ritornare, via strada principe, al cimitero. Se avete un paio d'ore di tempo (e/o voglia) la prima opzione è da scegliere (così abbiamo fatto noi); nel caso aveste a disposizione parecchie ore siuò fare il giro completo (e pensiamo che ne possa valere la pena). E poi, e poi, ... e poi fermatevi per uno spuntino almeno a El Bernegal (come prima detto).


Playa de Nogales

Ci si arriva da Viña Grande:
"Momento presente / momento maravillos"! Questo è quanto scritto dietro il cartellone che allerta della pericolosità delle correnti marine, in quanto forti. Vero, oh my madre!
Per arrivarci le cartine aiutano non molto, e sul luogo non è facile capirne la scesa a mare: sulla LP-1, un paio di chilometri dopo Puntallana, appena oltre una curva che piega a sinistra, proprio all'altezza del bar Nogales (sempre a sinistra), quasi di fronte a destra una stradina asfaltata (o cementata) senza alcuna indicazione (fatto salva la dicitura Viña Grande), ma con una casa gialla che vi avverte. Scendete tranquilli piano piano. La strada è stretta. In 10' o meno siete al parcheggio terminale. In dieci minuti, a piedi, una scalinata - sentiero (ben fatti) suggestivi e sicurissimi, vi porta alla spiaggia nera (sabbia nera nera) di Nogales. E' forse la più bella spiaggia dell'isola. Non c'è nulla e non c'è nessuno, tranne gli avventurieri' come voi. Ma badate, dietro sale a picco una parete altissima e dritta: alle 13 il sole scompare. Ergo andateci la mattina.

Los Canajos

Può vale la pena giusto per bersi rilassati (dopo un bagno in mare ed un bagno di sole: costo seggiola a sdraio da spiaggia: 2 euro al dì) un bicchiere della locale DORADA, la cerveza maestra'.

Che dire allora?

A parte che la spiaggia (sempre nerastra) è sita sulla costa orientale (per la precisione quantomeno geografico-metereologica) a mezza strada tra S. Cruz città ed il suo aeroporto internazionale. E' una doppia (o tripla?) spiaggia turistica, però e bella; oppure, se lo preferite, è una bella spiaggia ma è turistica, ma attrezzata solo in piccola parte e poco affollata. E' silenziosa, a parte il suono delle onde dell'oceano che si infrangono sulle rocce in parte riportate (alcune, squadrate e bruttine). Desiderando un po' di comodità e apprezzando in ogni caso il mare (sì, insomma, l'oceano), la si può apprezzare; una mezza giornata, parte di una mezza giornata, magari dopo un'escursione.
Attenti ché un ristorantino , il puelpo', dietro la spiaggia grande, è appetibile e vi attira con frutti di mare, di pescado e di mariscos; buoni, credo (io ho solo bevuto una bevanda caffeinata), però non sono regalati. A dire che... tutto il mondo è paese (o quasi).

S. Andrés e il Charco Azul

Proseguite da La Cruz del La Palma lungo la LP-1; tra Tenagua e la Bola potete deviare per la LP-102 per poi rientrare sulla LP-1 sino al bivio, segnalato, per S. Andrés (20 minuti o poco più, soste escluse).
S. Andrés è uno dei più vecchi (non antichi) villaggi, o paesetti che dir si voglia. E' grazioso e riposante. Un bar-caffè sulla caretera ed un altro, più appariscente o sofisticato' (con ristorante interno per cui apre più tardi) in piazza della chiesa vi aspettano per un caffè, o altro, prima della passeggiata per le vie del borgo. Lasciate qui la vettura (se l'avete). Tutta la giornata o quasi (o solo la solita mezza giornata) la potete dedicare a questa costa. Da S. Andrès si può andare a piedi, per un percorso strettamente pedonale, sino alle piscine naturale di Charco Azul. Qui il bagno in oceano, anzi nelle piscine oceaniche è doveroso.
A piedi potete arrivare anche al simpatico posto di Punta Espindola (spiaggia nera abbordabile). Un ristorantino vi può essere di supporto (è chiuso a novembre pur tuttavia). Girate pure in mezzo ai numerosissimi bananeti. Insomma, godetevi il sole e la giornata (che potrebbe finire al Bosque de los Tilos ; vedi oltre).

La Fajana

E' un alternativa giornaliera (sempre più Los Tilos) alla precedente oppure a completamento della medesima. Vi arrivate sempre seguendo la LP-1. La Fajana è a nord di S. Andrés ed è in Comune di Barlovento (il paesino è bruttino). Alcuni chilometri prima di Barlovento, appunto, vi è un bivio che la indica. Girate così alla vostra destra e scendete giù sino al parcheggio: fine della strada, fine della corsa! Godetevi con comodo le spiagge sassose e rocciose sino a Puerto Escondido (ammesso di riuscire a raggiungerlo; è zona lasciata all'oceano, selvaggia), passando dal bar-ristorante La Fajana (rammentate?) oppure restate lì sotto, nelle ricche piscine naturali che sono decisamente salutari' (da ogni punto di vista).
Al ristorantino e bar La Fajana si sta bene e qui, sempre come detto, si possono affittare a prezzi vantaggiosissimi appartamenti (vedi quanto in precedenza scritto).
Da qui potete poi arrivare a piedi pure al faro, sito sulla Punta del Corcho. Crediamo sia il faro pià a nord di tutta l'isola; e attorno, come detto, bananeti, che ti cadono quasi in acqua, e .... vedere per credere.


Faro di Fuencaliente

Il porto di Tazacorte

Bananeto


Playa Arenas Blancas

Eccovi un itinerario, diverso dai soliti e non reclamizzato, che in una mattina vi fa' vedere cose un po' meno scontate seppur altrettanto piacevoli ( a dite che possono piacere, giusto?).
Prendete la LP-2 (Breña Baja) e andate a sud. All'altezza di Lomo Oscuro scendete a sinistra sino al faro stile spaziale (che a noi non è piaciuto). Arriverete ad un villaggetto di pescatori: Las Salineras, con una spiaggetta bianca (ossia non nera). Lasciate la vettura e spaziate, a piedi (meglio se calzati da adeguate scarpe da trekking), a sud verso la Montaña del Azufre, e/o a nord verso Salemera e la Playa del Buno.
Quando risalirete sulla LP-2, girate a sinistra in direzione sud e fermatevi poco dopo a visitare per un paio di euro il Parco Archeologico Belmaco. Dopo di che la scelta è verso Fuencaliente (vedi).


C) Le montagne, i vulcani, sentieri


I vulcani di S. Antonio e Teneguia con gita al faro e alle sue saline

Sono imperdibili. Un piccolo costo per entrare (ma lo si può evitare se non interessa visitare il relativo centro di documentazione ed un video, anche in italiano, che comunque può darvi l'idea della storia del luogo) per questa bella camminata.
Dapprima al S. Antonio (e se tira forte vento v'è da impaurirsi, credeteci) e poi giù verso il faro, non prima, volendo, d'aver salito anche il Teneguia. Tra andare (si scende con un dislivello ragguardevole) e tornare ci vogliono 4 - 5 ore. Dal faro noi abbiamo però preso un bus di linea (erano le ore 13.15) che via Las Indias ci ha riportato al paese di Fuencaliente da dove s'era partiti (un 15 minuti circa).
Le saline del faro, sito di interesse scientifico', sono cosa ammirevole con l'acqua dell'oceano, il pozzo pompa elettronica, le piscine di cristallizzazione, quelle di evaporazione; il tutto con i vari canali di collegamento. Sul posto dei cartelli ben fatti vi racconteranno tutto quanto. Queste saline, alberganti le più antiche forme viventi quali cyanobatteri' e archeobatteri', sono un valore aggiunto al tutto. Poco sotto una bella spiaggia nera completamente libera è a vostra disposizione, quando lo volete (ci passa dietro la strada ora asfaltata)


Caldera del Taburiente

La montagna

Cratere del Vulcano di La Palma

Paesaggio montano marino

 

Parco Nazionale della Caldera di Taburiente

E' forse la zona montana vera e propria più bella in assoluto dell'isola. L'ingresso (gratuito) è poco sopra El Paso sulla LP-3 che porta a S. Cruz. Fermatevi al Centro Visitatori, godetevi il centro di documentazione e chiedete le cartine dei sentieri a chi di dovere (non costa nulla).
Le possibilità sono numerose. Quasi tutte prevedono itinerari lunghi (se si vogliono fare completi), non inferiori alle 5 o 6 ore almeno, e chi soffre di vertigini' (o pseudo tali), beh, è meglio non azzardarsi troppo! Un solo breve circuito di 1 ora è comunque da tutti percorribile partendo dal Mirador della Cumbrecita (è pieno di Mirador' questa isola: sono punti panoramici a volte attrezzati). Qui ci si arriva dal Centro Visitatori in auto lungo la LP-302 in 15 minuti (o a piedi in un tot di ore...!). Ma potete sbizzarrirvi in varie maniere partendo anche da altri punti (le cartine raccolte al Centro ve li indicheranno abbastanza bene). In loco i sentieri sono tutti piuttosto ben segnati. Insomma potreste anche dedicare anche tre o quattro giorni soltanto per vedervelo tutto (in una cima c'è anche l'Osservatorio Astronomico, ma ci si può arrivare con una caretera de montaña). Inutile dirvi delle visioni mozzafiato che la Caldera offre. Sì, il Parco è immenso e meraviglioso, unico.
Vi potete accedere, peraltro, anche da Los Llanos seguendo la LP-214 per poi camminare sino alla cascate o altrove (ma tutto vi diranno al Centro e le cartine a vostra disposizione).

Los Tilos

Vi ci si arriva da Los Sauces in meno di 10 - 15 minuti in auto. Si arriva, ben inteso, al parcheggio, da cui poi si deve salire sempre pedibus calcantibus. Dunque: seguite il sentiero segnalato che in poco meno di 1 ora vi porta ad una Mirador niente male: un orrido a 300 gradi circonda il punto panoramico (ma robusti castagnoli vi aiuteranno a... non cadere!).
Da alcuni decenni Los Tilos è riserva della Biosfera dell'UNESCO: ne è causa la incredibile ricchezza di tilos, la Ocotoa foetens; siamo in una foresta pluviale ricca di questi laurisilva alti sino a 35 - 30 metri e tanto altro ancora. La suggestione della camminata nel bosco è amplificata dal silenzio rotto soltanto dal canto dei numerosi uccelli che qui vivono.
Se avete più ore a disposizione, potete continuare lungo il sentiero-carrareccia che vi porta ancora più in alto, sin'anche al parco nazionale del Las Nieves, che però non abbiamo fatto. Per cui è tutto da scoprire. Se qualcuno lo volesse provare, bene; poi ce lo racconterà, nevvero?


Parco Naturale Cumbre Vieja' e Ruta de los Volcanos

Sempre sopra El Paso, e sono pochissimi chilometri, si abbandona la LP-2 e si sale al Centro Attrezzato El Pilar (ci si arriva anche dal versante opposto peraltro; e la strada è più che buona). Qui si abbandona la vettura (ci è parso di capire che vi sia anche un servizio pubblico di bus). I camminamenti sono svariati, ma il più bello è quello più in alto, quello più storico': La Ruta del los Volcanos', che in 6 - 7 ore (sono meno di 20 km) vi porta a Fuencaliente (ovviamente si può fare anche il tragitto opposto, ma forese è più faticoso). In ogni caso si possono raggiungere i primi due o tre vulcani, in parte aggirarli, e tornare indietro in meno di 4 ore. Noi abbiamo fatto così.
I crateri pensiamo siano una decina o poco meno (non credo tutti raggiungibili); assai più numerose sono però le cime: una buona cartina (ve ne abbiamo già parlato) vi erudirà sul tutto.
I percorsi partono anche direttamente dai vari villaggi o borghi disseminati lungo le basse alture, di qua e di là, ma conviene salire a El Pilar e qui organizzarsi ad uopo. I sentieri sono ben segnalati e tracciati, come un po' in tutta l'isola (ci pare già di averlo fatto notare). Al riguardo va precisato che per quanto concerne questo parco vulcanologico vi è una doppia segnaletica che però non dovrebbe confondere né confondervi: quella ordinaria (Cabildo de La Palma'), segnata con bande orizzontali bianche e rosse (o bianche e verdi, se non bianche rosse e verdi), anche se altrove potete trovare quelle bianche ed azzurre, e quella del Caminos Naturales' (rosso amaranto), qui il GR 131 El Bartòn.
Crediamo che il parco possa meritare anche più escursioni e più giornate di visita, soprattutto per gli amanti della montagna, ovviamente (anche a El Pilar vi è un piccolo centro di documentazione. Interessante pur'esso).
Un nostro ricordo speciale, niente di tale ma gradevolissimo. Sul cammino del ritorno abbiamo incrociato un rapace locale (forse un falchetto?) che, leggero e delicato, nonché elegante come sempre, ha volato sopra le nostre teste e ci ha accompagnato per un tratto; ecco cosa ne è scaturito nella nostra bizzarra fantasia:


vulcano sulla Cimbre vieja

Scendendo verso il faro di Fuencaliente


Improvviso un rapace

ci appare, non incapace

nella virata, fugace

nel volo; e audace

perché capace

di sé; mordace

sull'ambita mancata preda, seguace

di gesti remoti. Ci piace

osservare. Il volo del rapace

è cosa verace,

è cosa che da pace;

è come un bisogno di vivace

vitalità. Poi leggero egli si tace.

Silenzio. Compiace

alla visione; sagace

è il suo volare, e alfin dispiace

la sua scomparsa. Il colore è come d'antrace;

il suo tacer è assai loquace.

Se nel suo ardire è fallace

nel riposo quando giace

non par che alla stanchezza soggiace.