LE ISOLE CANARIE di Daniele Crotti e Giovanna Fonzo
(ISLAS LAS CANARIAS)
Pur
situate nell'Oceano Atlantico all'altezza del Sarawi (Sahara Occidentale,
ex spagnolo, al momento illegalmente occupato dal Marocco; in questi giorni,
siamo ai primi di novembre, vediamo sul TG locale che vi sono disordini:
evidentemente il fronte di liberazione POLISARIO ha dato una scossa alla
situazione assurda e di repressione feroce che da tempo esiste). Le Canarie
(è un arcipelago di una decina di isole o poco più) appartengono
alla Spagna e, in effetti, sono squisitamente spagnole, sebbene con un
tocco di America latina, con una patina di inequivocabile atmosfera tropicale,
e, ahinoi, con la netta evidenza di parziali ma pur sempre offensive speculazioni
edilizie (temiamo che ciò possa proseguire nel prossimo futuro). |
Veduta di La Palma dall'alto |
Palza La- Glorieta a La Palma |
Questa
isola, comunemente detta Isla Bonita' (perché? Non lo sappiamo;
forse perché è bella e buona'?), e che scopriamo essere
riserva mondiale della biosfera, ha una forma vagamente simile all'Africa
(dalla cui costa occidentale dista pochissime centinaia di chilometri),
ed è lunga poco meno di una quarantina di km (in linea d'aria,
ovviamente), per una larghezza massima di una ventina di km (la superficie
è infatti stimata di poco più di 700 mq).
Il clima qui, come nelle altre isole, è sempre
primaverile. Lo dicono le guide ed è vero. Come è altresì
vero che l'escursione termica giorno - notte e costa - monti, a novembre
per lo meno, è sensibile: dai 25°C o più di S. Cruz
o Puerto Naos, per esempio, ai 16°C di El Paso. Tenetene conto. Può
anche capitare, come è successo in uno degli ultimi giorni della
nostra permanenza, che nei quattro poli dell'isola contemporaneamente
si respiri il clima della 4 stagioni dell'anno, come ci disse il nostro
affittuario (ma sarà ben arduo correre nelle 4 direzioni e nei
4 punti per captare dal vivo queste sensazioni!).
Un'ultima nota: per gli amanti dell'astronomia e degli
astri (stelle e quant'altro), il cielo sopra La Palma è quanto
di meglio si può trovare, dicono e si legge, al mondo; sarà
vero? Forse sì...
Da
quanto sappiamo, i voli internazionali atterrano a Gran Canaria o a Tenerife-Sur.
Con
un volo Ryanair, siamo partiti alle 6.30 da Pisa (era domenica 31 ottobre
per la precisione) e alle 10.30 (o poco dopo) siamo arrivati all'aeroporto
di Tenerife Sur.
Da
qui con il bus n° 111 (quelli verdi della TITSA, la cui partenza è
a 30 metri a sinistra uscendo dall'aeroporto; crediamo siano abbastanza
frequenti, tipo ogni 20 - 30 minuti) siamo andati a Los Cristianos,
al porto (una ventina di minuti di corsa). Scesi dal bus bisogna percorrere
a piedi 500 metri circa per giungere all'attracco delle imbarcazioni.
Il caso ha voluto che la Compagnia Armas avesse un traghetto che partiva
alle ore 12.00 (domingo),
e che in tre ore (la linea domenicale è diretta) ci scaricasse
al porto di Santa Cruz de La Palma. Il costo del traghetto è l'unica
spesa che ci è parsa forse esagerata: 32 euro cadauno (nel caso,
come successo al ritorno, poi, la linea facesse scalo anche a La Gomera,
per 4 ore di navigazione, il costo sale attorno ai 40 euro; però
vi è uno sconticino per chi supera i 60 anni!). La Compagnia Armas
(www.navieraarmas.com)
naviga a Los Cristianos e S. Cruz del la Palma ogni giorno tranne il sabato:
da lunedì a giovedì alle 18.30 (via La Gomera), il venerdì
alle 18.15 (sempre via La Gomera). Il ritorno lo fa' alle 16.00
la domenica, alle 4.00 di mattina da martedì a venerdì,
via La Gomera (il venerdì vi è un secondo traghetto alle
22.30 che è diretto).
Vi sono anche altre compagnie che pensiamo
si possano consultare via Internet: le Lineas Fred Olsen'
(forse le più utilizzate, a quanto abbiamo captato), la Acciona
- Transmediterranea', e la EAV Benchyigna Express/EAVBenchi
Express' (indicazione quest'ultima fornitaci all'info-point
dell'aeroporto; sul posto nulla trapelava al riguardo, ma non è
da escludere che sia associata alla Fred Olsen' medesima).
Beh,
crediamo che affittare una vettura sia necessario. All'aeroporto
di S. C. de la Palma (un bus di linea da S. Cruz in 15-20 minuti vi ci
porta) le agenzie (4 o 5) sono aperte tutti i giorni della settimana dalle
8 alle 21. Noi abbiamo affittato una Toyota Yaris a circa 22 euro al dì
per 10 giorni presso la Hertz (Avis e Cical chiedevano poco sopra i 30
euro). E la benzina verde è decisamente meno cara che in Italia.
Le strade
sono buone; a nord e fuori rotta' possono essere perigrose
e comunque guidate con attenzione e piano: sulle strade di montagna (sono
comunque asfaltate, in genere) i baratri sono impressionanti.
Va
peraltro aggiunto che i paesi, anche i più piccoli e sperduti,
sono tutti collegati tra loro con linee pubbliche di bus (ogni 20 o 30
minuti). Va poi detto che tutti i borghi, i luoghi di interesse turistico
(ma non soltanto), i posti nelle quattro direzioni dell'isola, dal
mare ai monti e viceversa, tra altura ed altura, e via dicendo, sono collegati
con sentieri, da farsi pedibus
calcantibus,
ovviamente, e sono piuttosto ben segnalati e segnati sia sul posto che
sulla cartina che abbiamo acquistato (vedi oltre), sebbene non sempre
vi siano strette correlazioni tra lo scritto ed il fatto'
(ma questo succede spesso e volentieri anche da noi).
Crediamo comunque che un'autovettura
sia in linea di massima cosa più sensata, soprattutto se il tempo
a vostra disposizione non supera i 7 - 10 giorni. Con auto, in modo assai
veloce, sicuro e certo si possono raggiungere in tempi reali tutti i luoghi
da cui poi partire per escursioni a piedi vere e proprie, o arrivare là
dove si vuole (una spiaggia, una cittadina, e via dicendo).
Di cartine e mappe (indispensabili come sempre), ne
troverete a iosa, anche in omaggio. Ma lasciano tutte a desiderare. Sul
posto noi abbiamo acquistato (5 euro grosso modo) una recente carta stradale
dell'isola, di J . J. Santos (1.50.000), edita da EDDAVID. Ci è
parsa fedele e piuttosto buona; in ogni caso è assai più
sicura ed affidabile di tutte le altre che abbiamo potuto consultare.
La Palma è l'isola, dicono, più
verde e lussureggiante in vegetazione di tutte quelle dell'arcipelagoo
canariense; ed è l'isola più montuosa, dicono sempre
le guide, ovvero che sia l'isola più spettacolare da un punto
di vista naturalistico e geo-vulcanologico-montano.
La Palma è più ricca di monti, montagne,
vulcani e boschi che di spiagge o spiaggette per gustarsi l'acqua
e il sole tropicale (ma non troppo).
Ricordiamo
a tutti che a novembre il sole (che si alza sempre ad est) sorge tra le
6 e le 7 e tramonta (sempre ad ovest) poco dopo le 18. Dal momento che
l'isola è attraversata, da nord a sud, da una triplice catena
montuosa (Caldera
de Taburiente,
Cumbre
Nueva
e Cumbre
vieja
con la sua ruta
de los volcanos),
ne consegue che il sole, sulla costa orientale, può scomparire
presto, mentre sulla costa occidentale può comparire più
tardi. La punta dell'isola è a sud con il faro di Fuencaliente;
a nord la costa è praticamente priva di spiagge vere e proprie
ed è in molti punti o tratti a strapiombo sull'oceano.
A proposito, ma non sappiamo se la cosa
possa interessarvi o meno oppure avere una sua qualche valenza: la stragrande
maggioranza dei turisti, qui a La Palma, è tedesca.
Noi
abbiamo avuto fortuna in quanto abbiamo trovato quello che in fondo in
fondo desideravamo.
I B&B sono rarissimi, gli alberghi, quelli economici, sembrano rari
(e spesso poco allettanti, pensiamo), camere da affittare come tali non
ne abbiamo vedute.
Se apparentemente
rari inizialmente, sono invece, ad una attenta loro ricerca, tutt'altro
che infrequenti gli appartamenti da affittare (per due e/o più
persone), vuoi in piccoli condomini (p. es. nelle cittadine soprattutto
oceaniche) vuoi in bungalow/s (in pietra intonacata, talora in color pastello,
tipico di questa isola [un pastello talora intenso, però]), autosufficienti
in tutto e per tutto, fuori paese/i. Abbiamo notato anche care rurali'
(i nostri agroturismi), ma spesso ci è parso essere piuttosto raffinate'
e quindi tutt'altro che economiche. In ogni caso eccovi un sito ad
hoc dell'Associazione del turismo rurale: www.islabonita.es;
la posta elettronica va inviata a. reservas@islabonita.es.
Noi due cercavamo un bungalow strutturato ad appartamentino e lo abbiamo
trovato a El Paso. grosso modo al centro dell'isola, sulla strada che
da S. Cruz porta a Tazacorte; superata El Paso di circa 500 metri,
lungo la LP-2, a destra noterete un piccolo cartello Bungalows
Rosabel. Scendete di 100 metri. Gitare a sinistra e a 50 metri
sarete al posto giusto. Ecco l'indirizzo di Francisco e Rosa, i cordialissimi
affittuari: Calle Taburiente 65, El Paso, telefono 922485020 (non dispongono
di servizio Internet). Hanno a disposizione 4 bungalows per 2 persone
(di tutto accessoriati per viverci anche settimane, come alcuni tedeschi
fanno per svernare al calduccio), ed 1 bungalows per 5 - 6 persone. Sono
puliti, nuovi, constano di 1 patio-terrazzo a nostro modo di vedere utile
e suggestivo con vista mare (beh non è così vicino, sia
chiaro), con dietro le montagne vulcaniche (paradiso da scoprire), 1 salone
con spazio cucina ampio assai, uno stanzino di passaggio, 1 bagno con
doccia (l'acqua calda non manca), una stanza con due letti, armadio, cassettone
e due comodini. Noi abbiamo pagato 28 euro in due per un soggiorno di
10 giorni! (pernottando di meno la cifra lievita sino a1 - 40 - 50 euro).
Sono in muratura, dicevamo, pittati' in bianco, in tono con l'atmosfera
dell'isola. Qui siamo a pochi minuti di strada dai 2 parchi nazionali
(ossia quello della Caldera de Taburiente e quello del Los Volcanos,
come oltre sarà detto più ampiamente) e a meno di 20' da
Puerto Naos e a meno di 30' dal porto di Tazacorte. Rammentate che Francisco
e Rosa possono offrire preziosi consigli e suggerimenti.
Girando per l'isola abbiamo notato varie altre alternative, che possono
essere altrettanto valide, sebbene più isolate'. A nord - est,
nella municipalità di Barlovento, trovate la Fajana:
nuovissimi appartamenti in case a un piano e mezzo, di fatto sull'oceano,
a prezzi grosso modo sovrapponibili a quelli che abbiamo avuto noi. Il
recapito telefonico è: 922186162 oppure 646618136.
Così potrebbe o dovrebbe essere
un po' ovunque nell'isola, quantomeno nelle località meno battute
(ma qui esclusa Santa Cruz, tutto il resto pensiamo sia abbordabile').
Se doveste dormire una notte a S. Cruz de la Palma (ove, come in
tutte le città vere e proprie riteniamo siano più arduo
trovare soluzioni appetibili') abbiamo individuato, nella città
vecchia, un po' in alto, appena sopra la Chiesa di S. Sebastiano, un alberguccio
a 2 stelle, l'Hotel H. R. Cabnarias,
pensiamo non costoso. Era chiuso e non ci siamo potuti così informare.
Vuole essere soltanto una segnalazione, mi raccomando.
Casa a La Palma |
bungalow Rosabel a El-Paso |
La
(prima) colazione conviene farsela in proprio, a casa (sempre che ...).
Per il pranzo
o la cena ognuno si deve regolare secondo i propri criteri. Per il pranzo
si possono preparare buoni bocadillos (i panini, se freschi, possono
essere fragranti e gustosi; il formaggio di capra è un vanto degli
isolani), la frutta (di tutto di più, dalla mediterranea alla tropicale)
non manca (qua è il paradiso delle babane!), etc. etc.
I negozi sono chiusi la domenica in
genere, ma quasi ovunque un piccolo esercizio (talora tipo supermercato)
lo potete trovare aperto anche nei giorni di festa (un esempio: la panetteria
- pasticceria a El Paso in Calle Peréz).
Ristoranti,
ristorantini, bar con cucina e via discorrendo non mancano. Potete seguire
le indicazioni delle guide (tambien con juicio), o, meglio, quanto
la gente del luogo vi suggerisce, ma, soprattutto, fid atevi del vostro
fiuto, del vostro intuito e, perché no, della vostra.
Noi ve ne consigliamo senza meno alcuni,
tra quelli (non molti in verità) che abbiamo provato.
A El Paso,
lungo la strada principale che scende a Los Llanos de Aridane, appena
sopra il bungalow da noi affittato (vedi in precedenza), vi è il
ristorantino Bodegón La Abuela (vuol
dire la suocera'?). Si mangia bene, soprattutto le carni, i formaggi,
le insalate e vegetali vari (provate la yucca), anche se l'olio in verità
non può eguagliare i nostri (è prodotto dal frutto dell'Olea
o Oleo europaea spp. cesariformis, abbiamo letto).
Al porto di Tazacorte vi consigliamo la Casa
del Mar, principalmente per il pesce (ma attenti: sia pur
gustosa, la paella qui è poco più che un risotto
ai frutti di mare), anche se questa trattoria nazional-popolare offre
una vasta gamma di prodotti culinari nonché di vini (è chiuso
il mercoledì). I vini, se scelti con competenza, non sono economicissimi
ma sono buoni, mentre i vini della casa, più a buon mercato, possono
lasciare a... desiderare (provateli prima, magari). Il ristorante è
sito al I piano di un edificio bianco (stranino) sulla piazza principale,
di là dal lungoceano. Un'alternativa, leggermente meno cara, e
fors'anche un po' pusè turistica (ma non sempre ciò
che è turistico va denigrato), è la Taberna
del puerto sul lungomare
(sì, certo, sul lungo oceano, ma lungomare suona' meglio). Buone
le insalate miste e i frutti di mare ed è bello stare all'aperto
(e siamo in pieno novembre, di sera) e godersi il calar del sole; all'interno,
il locale ha un'atmosfera semplice e confortevole, sia pur lievemente
leziosa, ma è proprio caratteristico.
All'ingresso di Santo Domingo, villaggio
principale della Villa de Carafìa, sulla strada LP-114, trovate
un delizioso ristorantino: El Bernegal,
che, chiuso il lunedì, è aperto tutti gli altri giorni dalle
10.30 alle 18.30. E' un ristorantino, vi dicevamo, delizioso e atipico'
pur nella sua schietta semplicità; ha un che di arabeggiante, è
molto grazioso,, si mangiano poche cose ma squisite (l'insalata tropicale
ad esempio o il frittino di calamari, ...) e non è affatto caro
(non è buono il caffè espresso, che peraltro in quasi tutti
gli esercizi non può competere certo con quello italiano; sempreché
il caffè lo beviate, s'intende!). A proposito di caffè espresso;
ma lo sapevate che nei bar lo pagate dai 60 ai 70 centesimo di euro?
Lo diciamo ora e non lo diremo più: con 10 - 15 euro potete cenare
(o pranzare), a meno che non vogliate esagerare nei cibi, ma anche allora
superare i 20 euro non è così scontato (bene, no!?). Escludiamo
comunque i vini; la birra invece è assai economica (la Dorada
o altra locale o spagnola è buona, sia in barattolo che alla spina).
Se vi trovate al norte, non disdegnate, a qualsiasi ora,
un break culinario al bar - ristorante (bar dentro, caruccio, ristorante
fuori, pochi tavoli da bar peraltro) La Fajana
(sì, dove ci sono le piscine naturali, come sarà
più avanti detto); pesce fresco, calamari, frittelle e altre proposte...
E siete sull'oceano atlantico (versante nord-occidentale; non pensate
pertanto di godervi il tramonto).
Al tramonto, invece, è bello recarsi sulla costa occidentale, a
El Remo, poco sotto Puerto Naos, ove la strada termina. Vi sono
almeno tre localini sulle rocce sull'oceano (ma ben sistemati); preferibile
è quello situato più a sud, El
Remo 7 Islas: buone ancora una volta le varie insalate
(qui i vegetali sono sempre freschi e saporiti), ma pure il pescado
fresco, il solito' pulpo a la gallega, l'omelette alla spagnola,
e qualche altra prelibatezza. Le porzioni, come ovunque, sono ricche'.
Al tramonto, qui, se la giornata è
favorevole, i colori, l'atmosfera, e la situazione possono essere estasianti.
Comunque sia, anche parlando con altri vacanzieri italiani', conosciuti
durante il viaggio, è un dato di fatto che si mangia bene un po'
dappertutto e un po' dappertutto i prezzi sono contenuti.
Certo, la fortuna ha la sua parte, ma che ... c'entra...
In città,
per esempio, a Lol Llanos non ci siamo trovati molto bene alla
Plaza Chica (dietro al chiesa
di piazza di Spagna), sebbene il giardino interno (lo trovate non raramente)
ci avesse convinto ad entrare. A dire che nelle cittadine o nei posti
più bazzicati bisogna un attimino saper scegliere, ma in generale
è più facile trovarsi bene che male (tra l'altro i menù
coi costi sono sempre, o quasi, esposti all'esterno).
Ogni paese, piccolo o grande, ha le sue peculiarità; alcuni possono piacere, altri no, francamente. A La Palma, esclusa Santa Cruz e Los Llanos, cittadine vere e proprie, tutti gli altri centri abitati sono borghi, tutti o quasi, magari ,con una loro chicca' da vedere (anche soltanto di passaggio) e ciascuno, più o meno, col suo museo o, meglio, centro di documentazione; così il Museo della Seta ad El Paso, il Museo del Vino a Las Manchas (salitevi da Puerto Naos, ad esempio, ed andate a vedere Plaza La Glorieta, appena avanti; è cosa del tutto originale), il Museo della Banana a Tazacorte, il Museo Archeologico vicino a Mazo, e tanti altri ancora (l'orario di apertura è per buona parte questo: 9-13 e 16-19). Ecco, si accennava a questi piccoli musei che a nostro parere dovrebbero essere definiti dei entri di Documentazione, inquadrabili nel contesto storico e geografico di quel luogo, nell'ambiente e nel vissuto anche umano del posto, sì da potere essere il fulcro di un Ecomuseo o di una rete eco museale più ampia, e più consona, e che meglio, perciò, rappresenta o rappresenterebbe nella sua dinamicità (temporale e spaziale) l'insieme ed un amalgama ragionato e vitale del passato, del presente e del futuro (e quindi partecipazione, salvaguardia, valorizzazione, e sviluppo; sviluppo intelligente di un patrimonio ineccepibilmente valido e ricco).
Santa
Cruz è il capoluogo, col suo porto e il suo aeroporto, dell'Isla
Bonita.
Il centro storico, il centro
ciudad,
è piacevole. Si legge che sia il più bello di tutte le città
e cittadine dell'arcipelago. Noi non ve lo raccontiamo. Scopritelo da
soli (evitate la periferia con i suoi inevitabili obbrobri architettonici,
però). Non andateci nei giorni festivi. E' tutto chiuso ed è
troppo desolata.
Un cenno a La Nieves, villaggio pochi
chilometri sopra S. Cruz. E' arroccato attorno al santuario più
importante dell'isola. Ma la cosa più suggestiva' è rappresentata
da... dai cessi pubblici. Cercateli: un cacatoro' (per dirla alla perugina)
d'altri tempi. Io l'ho sperimentato... Scusate la divagazione.
Colori settembrini a La Palma |
In centro a La Palma |
Frutta e verduta al mercato coperto |
Piazzetta a Santa Cruz di La Palma |
Curiosa la piazza centrale, nuova peraltro, originale la vecchia via principale (chiusa al traffico), simpatico il Museo del Platano (leggi della Banana), emozionante il porto, incastrato tra due montagne a picco sul villaggio, all'imbocco del Barranco de Las Angustias (due due ristoranti abbiamo già detto).
La città vecchia (attenti che tutta la storia dell'isola e delle isole è piuttosto recente) merita senz'altro una visita. Andateci la mattina (né presto né tardi) di un giorno di festa; è più attraente che nei giorni feriali. Godetevi la Plaza de España con la sua chiesa e i suoi immensi alberi, e la piazzetta dalla parte opposta ove una targa recita:
Esta plaza silenziosa
Recogida y expectante
Parece que está dormida
En un ayer inquietante
(Antonio Pino)
E poi ancora le calli, Calle Fernadez, Calle Pilar, Aridane, Calvo Sotelo, Angel, e le Avenida doctor Fleming (e già, quello che ha scoperto la penicillina) e del Generalismo Franco (ma quando si decideranno a cambiare questo malefico nome?).
Qui, come a El Paso, producono ottimi sigari (non inferiori, si vantano i locali, a quelli ben più famosi di Cuba). Noi non siamo fautori del fumo (tutt'altro io, poi, vecchio degustatore di pipa!), ma son davvero buoni e se ne volete acquistare un pacchetto tra le tante proposte che vedrete (certo anche all'aeroporto, al duty free [sarà poi tale?], li potete trovare, ma siamo contro le spese aeroportuali che ti salassano e basta!) eccovi un paio di indicazioni: o all'interno della Relojerìa La Palma, o dentro ed in fondo al negozietto in Calle Iglesia che vende oggettistica e chincaglieria per turisti.
Non
sappiamo perché la cittadina abbia il doppio nome. Per Fuencaliente
lo scoprite sulle guide e sui depliants, per Los Canarios... non
lo sappiamo. Desculpe.
Per arrivarci non è certo difficile,
vuoi da Los Llanos/Tazocorte vuoi da S. Cruz. E' un paesetto quasi
tutto nuovo o rinnovato. In ogni caso un salto alla chiesa madre nella
piazza in alto con i suoi soliti alberoni immensi va fatto, prima o dopo
la discesa al faro (vedi oltre).
Vi sono tre
bar di cui con trattoria che sanno di buono' e di antico':
il bar
Panada
e il bar
Junonia (chiusi
la domenica); il terzo è un bar presso la curva ad oriente ove
al primo piano vi è un suggestivo ristorantino. Un calice di vino
in uno di questi bar è doveroso, a meno che non vogliate visitare
le Bodegas
Terraguia
(le cantine degli omonimi famosi vini canariensi).
Ve ne raccontiamo un po', nella successione in cui le abbiamo viste. Ma, in dieci giorni, credeteci, possiamo ben dire di aver captato un po' tutto o quasi di come muoversi in questa bella isola.
Costa occidentale |
Costa orientale |
La Villa di Carafía è costituita dal villaggio di Santo Domingo e da pochi altri attorno. Vi arrivate dal centro-sud lungo la LP-114. All'altezza della segnaletica che, a sinistra, vi indica Cementerio e Puerto, svoltate e proseguite oltre il cimitero (palmizi fuori, e ordinati, cipressi all'interno: sembra un residence'). La stradina è asfaltata e prosegue in discesa (andate piano, in seconda!) per alcuni chilometri sino al parcheggio ove la strada finisce. Siete ormai sopra l'oceano. Qui un sentiero (segnato con due bande orizzontali, una bianca e l'altra gialla) vi porta sino a poter toccare l'acqua salata oceanica. Ci sono solo rocce. Non vi sono spiagge. Da qui si può risalire sullaltro versante del piccolo barranco divisorio, e lo spettacolo è davvero emozionante. La vegetazione è rappresentata da cespugli di piante grasse (rare le Cactaceae, presenti solo negli anfratti riparati dal vento). Di fatto, volendo, si potrebbe lasciare la vettura al cimitero, scendere a piedi (con qualche scorciatoia) e risalire dalla parte opposta per ritornare, via strada principe, al cimitero. Se avete un paio d'ore di tempo (e/o voglia) la prima opzione è da scegliere (così abbiamo fatto noi); nel caso aveste a disposizione parecchie ore siuò fare il giro completo (e pensiamo che ne possa valere la pena). E poi, e poi, ... e poi fermatevi per uno spuntino almeno a El Bernegal (come prima detto).
Ci
si arriva da Viña
Grande:
"Momento
presente / momento maravillos"! Questo
è quanto scritto dietro il cartellone che allerta della pericolosità
delle correnti marine, in quanto forti. Vero, oh
my madre!
Per
arrivarci le cartine aiutano non molto, e sul luogo non è facile
capirne la scesa a mare: sulla LP-1, un paio di chilometri dopo Puntallana,
appena oltre una curva che piega a sinistra, proprio all'altezza
del bar
Nogales
(sempre a sinistra), quasi di fronte a destra una stradina asfaltata (o
cementata) senza alcuna indicazione (fatto salva la dicitura Viña
Grande),
ma con una casa gialla che vi avverte. Scendete tranquilli piano piano.
La strada è stretta. In 10' o meno siete al parcheggio terminale.
In dieci minuti, a piedi, una scalinata - sentiero (ben fatti) suggestivi
e sicurissimi, vi porta alla spiaggia nera (sabbia nera nera) di Nogales.
E' forse la più bella spiaggia dell'isola. Non c'è
nulla e non c'è nessuno, tranne gli avventurieri'
come voi. Ma badate, dietro sale a picco una parete altissima e dritta:
alle 13 il sole scompare. Ergo
andateci la mattina.
Può vale la pena giusto per bersi rilassati (dopo un bagno in mare ed un bagno di sole: costo seggiola a sdraio da spiaggia: 2 euro al dì) un bicchiere della locale DORADA, la cerveza maestra'.
A
parte che la spiaggia (sempre nerastra) è sita sulla costa orientale
(per la precisione quantomeno geografico-metereologica) a mezza strada
tra S. Cruz città ed il suo aeroporto internazionale. E'
una doppia (o tripla?) spiaggia turistica, però e bella; oppure,
se lo preferite, è una bella spiaggia ma è turistica, ma
attrezzata solo in piccola parte e poco affollata. E' silenziosa,
a parte il suono delle onde dell'oceano che si infrangono sulle
rocce in parte riportate (alcune, squadrate e bruttine). Desiderando un
po' di comodità e apprezzando in ogni caso il mare (sì,
insomma, l'oceano), la si può apprezzare; una mezza giornata,
parte di una mezza giornata, magari dopo un'escursione.
Attenti ché un ristorantino , il puelpo',
dietro la spiaggia grande, è appetibile e vi attira con frutti
di mare, di pescado e di mariscos; buoni, credo (io ho solo bevuto una
bevanda caffeinata), però non sono regalati. A dire che...
tutto il mondo è paese (o quasi).
S. Andrés e il Charco Azul
Proseguite
da La Cruz del La Palma lungo la LP-1; tra Tenagua e la Bola potete deviare
per la LP-102 per poi rientrare sulla LP-1 sino al bivio, segnalato, per
S. Andrés (20 minuti o poco più, soste escluse).
S. Andrés
è uno dei più vecchi (non antichi) villaggi, o paesetti
che dir si voglia. E' grazioso e riposante. Un bar-caffè
sulla caretera
ed un altro, più appariscente o sofisticato' (con
ristorante interno per cui apre più tardi) in piazza della chiesa
vi aspettano per un caffè, o altro, prima della passeggiata per
le vie del borgo. Lasciate qui la vettura (se l'avete). Tutta la
giornata o quasi (o solo la solita mezza giornata) la potete dedicare
a questa costa. Da S. Andrès si può andare a piedi, per
un percorso strettamente pedonale, sino alle piscine naturale di Charco
Azul.
Qui il bagno in oceano, anzi nelle piscine oceaniche è doveroso.
A
piedi potete arrivare anche al simpatico posto di Punta
Espindola
(spiaggia nera abbordabile). Un ristorantino vi può essere di supporto
(è chiuso a novembre pur tuttavia). Girate pure in mezzo ai numerosissimi
bananeti. Insomma, godetevi il sole e la giornata (che potrebbe finire
al Bosque
de los Tilos
; vedi oltre).
E'
un alternativa giornaliera (sempre più Los
Tilos)
alla precedente oppure a completamento della medesima. Vi arrivate sempre
seguendo la LP-1. La
Fajana
è a nord di S. Andrés ed è in Comune di Barlovento
(il paesino è bruttino). Alcuni chilometri prima di Barlovento,
appunto, vi è un bivio che la indica. Girate così alla vostra
destra e scendete giù sino al parcheggio: fine della strada, fine
della corsa! Godetevi con comodo le spiagge sassose e rocciose sino a
Puerto
Escondido
(ammesso di riuscire a raggiungerlo; è zona lasciata all'oceano,
selvaggia), passando dal bar-ristorante La Fajana (rammentate?) oppure
restate lì sotto, nelle ricche piscine naturali che sono decisamente
salutari' (da ogni punto di vista).
Al ristorantino e bar La Fajana si sta
bene e qui, sempre come detto, si possono affittare a prezzi vantaggiosissimi
appartamenti (vedi quanto in precedenza scritto).
Da qui potete
poi arrivare a piedi pure al faro, sito sulla Punta
del Corcho.
Crediamo sia il faro pià a nord di tutta l'isola; e attorno, come
detto, bananeti, che ti cadono quasi in acqua, e .... vedere per credere.
Faro di Fuencaliente |
Il porto di Tazacorte |
Bananeto |
Eccovi
un itinerario, diverso dai soliti e non reclamizzato, che in una mattina
vi fa' vedere cose un po' meno scontate seppur altrettanto
piacevoli ( a dite che possono piacere, giusto?).
Prendete
la LP-2 (Breña
Baja)
e andate a sud. All'altezza di Lomo
Oscuro
scendete a sinistra sino al faro stile spaziale (che a noi non è
piaciuto). Arriverete ad un villaggetto di pescatori: Las Salineras, con
una spiaggetta bianca (ossia non nera). Lasciate la vettura e spaziate,
a piedi (meglio se calzati da adeguate scarpe da trekking), a sud verso
la Montaña
del Azufre,
e/o a nord verso Salemera e la Playa
del Buno.
Quando
risalirete sulla LP-2, girate a sinistra in direzione sud e fermatevi
poco dopo a visitare per un paio di euro il Parco Archeologico Belmaco.
Dopo di che la scelta è verso Fuencaliente (vedi).
Sono
imperdibili. Un piccolo costo per entrare (ma lo si può evitare
se non interessa visitare il relativo centro di documentazione ed un video,
anche in italiano, che comunque può darvi l'idea della storia del
luogo) per questa bella camminata.
Dapprima
al S.
Antonio
(e se tira forte vento v'è da impaurirsi, credeteci) e poi giù
verso il faro, non prima, volendo, d'aver salito anche il Teneguia.
Tra andare (si scende con un dislivello ragguardevole) e tornare ci vogliono
4 - 5 ore. Dal faro noi abbiamo però preso un bus di linea (erano
le ore 13.15) che via Las Indias ci ha riportato al paese di Fuencaliente
da dove s'era partiti (un 15 minuti circa).
Le saline del faro, sito di interesse
scientifico', sono cosa ammirevole con l'acqua dell'oceano, il pozzo pompa
elettronica, le piscine di cristallizzazione, quelle di evaporazione;
il tutto con i vari canali di collegamento. Sul posto dei cartelli ben
fatti vi racconteranno tutto quanto. Queste saline, alberganti le più
antiche forme viventi quali cyanobatteri' e archeobatteri', sono un valore
aggiunto al tutto. Poco sotto una bella spiaggia nera completamente libera
è a vostra disposizione, quando lo volete (ci passa dietro la strada
ora asfaltata)
Caldera del Taburiente |
La montagna |
Cratere del Vulcano di La Palma |
Paesaggio montano marino |
E'
forse la zona montana vera e propria più bella in assoluto dell'isola.
L'ingresso (gratuito) è poco sopra El Paso sulla LP-3 che
porta a S. Cruz. Fermatevi al Centro Visitatori, godetevi il centro di
documentazione e chiedete le cartine dei sentieri a chi di dovere (non
costa nulla).
Le possibilità
sono numerose. Quasi tutte prevedono itinerari lunghi (se si vogliono
fare completi), non inferiori alle 5 o 6 ore almeno, e chi soffre di vertigini'
(o pseudo tali), beh, è meglio non azzardarsi troppo! Un solo breve
circuito di 1 ora è comunque da tutti percorribile partendo dal
Mirador
della
Cumbrecita (è
pieno di Mirador'
questa isola: sono punti panoramici a volte attrezzati). Qui ci si arriva
dal Centro Visitatori in auto lungo la LP-302 in 15 minuti (o a piedi
in un tot di ore...!). Ma potete sbizzarrirvi in varie maniere partendo
anche da altri punti (le cartine raccolte al Centro ve li indicheranno
abbastanza bene). In
loco
i sentieri sono tutti piuttosto ben segnati. Insomma potreste anche dedicare
anche tre o quattro giorni soltanto per vedervelo tutto (in una cima c'è
anche l'Osservatorio Astronomico, ma ci si può arrivare con
una caretera
de montaña).
Inutile dirvi delle visioni mozzafiato che la Caldera
offre. Sì, il Parco è immenso e meraviglioso, unico.
Vi potete accedere, peraltro, anche
da Los Llanos seguendo la LP-214 per poi camminare sino alla cascate o
altrove (ma tutto vi diranno al Centro e le cartine a vostra disposizione).
Vi
ci si arriva da Los Sauces in meno di 10 - 15 minuti in auto. Si
arriva, ben inteso, al parcheggio, da cui poi si deve salire sempre pedibus
calcantibus.
Dunque: seguite il sentiero segnalato che in poco meno di 1 ora vi porta
ad una Mirador
niente
male: un orrido a 300 gradi circonda il punto panoramico (ma robusti castagnoli
vi aiuteranno a... non cadere!).
Da
alcuni decenni Los Tilos è riserva della Biosfera dell'UNESCO:
ne è causa la incredibile ricchezza di tilos,
la Ocotoa
foetens;
siamo in una foresta pluviale ricca di questi laurisilva
alti sino a 35 - 30 metri e tanto altro ancora. La suggestione della
camminata nel bosco è amplificata dal silenzio rotto soltanto dal
canto dei numerosi uccelli che qui vivono.
Se
avete più ore a disposizione, potete continuare lungo il sentiero-carrareccia
che vi porta ancora più in alto, sin'anche al parco nazionale
del Las
Nieves,
che però non abbiamo fatto. Per cui è tutto da scoprire.
Se qualcuno lo volesse provare, bene; poi ce lo racconterà, nevvero?
Sempre sopra El
Paso, e sono pochissimi chilometri, si abbandona la LP-2 e si sale al
Centro Attrezzato El
Pilar
(ci si arriva anche dal versante opposto peraltro; e la strada è
più che buona). Qui si abbandona la vettura (ci è parso
di capire che vi sia anche un servizio pubblico di bus). I camminamenti
sono svariati, ma il più bello è quello più in alto,
quello più storico': La
Ruta del los Volcanos',
che in 6 - 7 ore (sono meno di 20 km) vi porta a Fuencaliente (ovviamente
si può fare anche il tragitto opposto, ma forese è più
faticoso). In ogni caso si possono raggiungere i primi due o tre vulcani,
in parte aggirarli, e tornare indietro in meno di 4 ore. Noi abbiamo fatto
così.
I crateri pensiamo siano una decina
o poco meno (non credo tutti raggiungibili); assai più numerose
sono però le cime: una buona cartina (ve ne abbiamo già
parlato) vi erudirà sul tutto.
I percorsi
partono anche direttamente dai vari villaggi o borghi disseminati lungo
le basse alture, di qua e di là, ma conviene salire a El
Pilar
e qui organizzarsi ad uopo. I sentieri sono ben segnalati e tracciati,
come un po' in tutta l'isola (ci pare già di averlo
fatto notare). Al riguardo va precisato che per quanto concerne questo
parco vulcanologico vi è una doppia segnaletica che però
non dovrebbe confondere né confondervi: quella ordinaria (Cabildo
de La Palma'),
segnata con bande orizzontali bianche e rosse (o bianche e verdi, se non
bianche rosse e verdi), anche se altrove potete trovare quelle bianche
ed azzurre, e quella del Caminos
Naturales'
(rosso amaranto), qui il GR 131 El
Bartòn.
Crediamo
che il parco possa meritare anche più escursioni e più giornate
di visita, soprattutto per gli amanti della montagna, ovviamente (anche
a El
Pilar
vi è un piccolo centro di documentazione. Interessante pur'esso).
Un nostro ricordo speciale, niente di
tale ma gradevolissimo. Sul cammino del ritorno abbiamo incrociato un
rapace locale (forse un falchetto?) che, leggero e delicato, nonché
elegante come sempre, ha volato sopra le nostre teste e ci ha accompagnato
per un tratto; ecco cosa ne è scaturito nella nostra bizzarra fantasia:
vulcano sulla Cimbre vieja |
Scendendo verso il faro di Fuencaliente |
Improvviso un rapace
ci appare, non incapace
nella virata, fugace
nel volo; e audace
perché capace
di sé; mordace
sull'ambita mancata preda, seguace
di gesti remoti. Ci piace
osservare. Il volo del rapace
è cosa verace,
è cosa che da pace;
è come un bisogno di vivace
vitalità. Poi leggero egli si tace.
Silenzio. Compiace
alla visione; sagace
è il suo volare, e alfin dispiace
la sua scomparsa. Il colore è come d'antrace;
il suo tacer è assai loquace.
Se nel suo ardire è fallace
nel riposo quando giace
non par che alla stanchezza soggiace.