Perché le isole greche?

di Michele Cordiano

 

Nell’immaginario di chi viaggia l’idea di isola ha una valenza, un peso molto significativi.

L’isolamento, il taglio di ogni ponte che ogni isola più o meno grande porta con sé, questa assenza di confini fisici netti, l’idea di una costa che finisce immancabilmente su se stessa portano ad intravedere un viaggio quasi più come interiore che fisico, una necessità di isolamento, di uscita dagli schemi.

Questa idea trova il suo motivo d’essere nelle isole della Grecia. Un viaggio tra quelle isole, vuoi anche per un fatto storico, di origine della nostra cultura, in qualsiasi periodo dell’anno offrirà qualcosa di diverso e di unico a chi abbia voglia e tempo di cercare e cercarsi.

L’assoluta eterogeneità dei vari gruppi di isole, e delle stesse isole fra di loro, assicura soddisfazione per tutti, ognuno può trovare quella a propria misura. Forse l’unica costante la si può trovare nella assolutamente unica e sempre presente eredità del passato : quasi ovunque resti classici o bizantini coesistono con i segni di tutte le dominazioni straniere che hanno imperversato sulle isole. Veneziani, turchi, franchi, gli stessi italiani durante l’occupazione fascista hanno lasciato tracce indelebili della loro presenza.

Così può accadere nel giro di pochi metri di passare accanto a imponenti castelli veneziani e a moschee e minareti, visitare cattedrali ortodosse accanto a chiese cattoliche, osservare le capre brucare fra rovine classiche.

E’ un mondo che ci stupisce ogni volta per la propria tranquillità di fronte alla modernità, per la conservazione di tradizioni vecchie di secoli e quotidianamente ostentate, il tutto unito ad una grande voglia di vita, di rumori, suoni e musica quasi ovunque.

Ogni anno le isole greche sono meta di flussi turistici sempre maggiori che partendo da quella che è l’idea di base di ogni vacanza in terra ellenica, quella di mare, si sviluppano poi secondo le direzioni più differenti.

L’Egeo, infatti, può essere girato in lungo e in largo sulle ali di idee e ricerche le più diverse possibili. Il viaggiatore può risalire il Dodecaneso da Rodi a Kos per arrivare a Samos seguendo i resti dei castelli dei Cavalieri o di quelli veneziani; cercare oasi naturalistiche intatte nelle Sporadi e imbattersi nella vegetazione quasi tropicale delle isole a noi più vicine, le Ionie; percorrere Creta e i misteri delle sue civiltà; rimanere affascinati dalle Cicladi bruciate dal sole e sfavillanti di cupole azzurre e rincorre l’alba nelle discoteche di Santorini e Mikonos.

In mezzo a tutto questo, c’è anche chi cerca il più possibile il relax, la tranquillità, la ricerca delle "vere" isole greche, che insegue l’evasione dallo stress quotidiano e fugge quella confusione che già nel 1962 il filosofo Martin Heidegger nel suo "Viaggio in Grecia" condannava. Si, l’Egeo nasconde ancora isole incontaminate e poco conosciute dove si vive di pesca e pastorizia, dove una coppia di anziani contadini ti può invitare a dividere un pezzo di formaggio e due pomodorini rossi rossi in una veranda povera e bellissima, davanti a quel mare color del vino che Omero ci ha cantato tante volte, o vecchi senza età che osservano correre la vita dai tavolini di un kafenion ti offrono un bicchierino di ouzo, il liquore all’anice locale.

Isole così esistono ancora, alcune si sono appena aperte al turismo e non offrono che cibo e alloggio, altre sono già da qualche anno battute da un turismo molto soft e mai becero di affezionati che tornano di anno in anno nel loro piccolo paradiso con la paura di trovare dei cambiamenti.

Il periodo migliore per visitare la Grecia sarebbe in primavera, o tra settembre ed ottobre, ma isole di questo tipo assicurano tranquillità e calma anche in piena estate. Sono posti dove è ancora possibile svegliarsi con i galli che cantano o per il raglio di uno dei tanti muli, come è possibile dormire riprendendo confidenza con i rumori della notte e sentire i pescatori uscire in mare. Sono come piccole gemme che ogni giorno offrono una sfaccettatura, un ricordo, un volto da riportare a casa. Ecco che allora un viaggio tra le isole greche può diventare qualcosa di più che un vagabondare sul Mediterraneo, arrivare ad essere un viaggio interiore, di ricerca personale e del Sud perduto della nostra cultura, per citare lo scrittore M.Vicent. Viaggio di fuga, viaggio di riposo, viaggio di conoscenza o di sola evasione, non c’è che l’imbarazzo della scelta.   .