Proposta di discussione nel forum: "Chi è responsabile
del brutto che avanza?"
Andrea D.S , con la sua provocazione inserita nel forum
nel settembre 2006, mi ha dato lo spunto per proporre il tema del dibattito
sul "brutto che avanza".
Ecco la provocazione: "In Grecia e' ormai necessario
stare "ai margini", in isole scomode e forse meno belle per i più. Un
esempio su tutti: Tilos. Oppure in isole così scontate che in realtà
sono ancora bellissime. Un esempio: IOS. Molti presunti paradisi nascosti
sono in realtà caduti nel "turismo alternativo di massa", Folegandros
e Karpathos sono lì a dimostrarlo. Mi riferisco a quei personaggi che
viaggiano con la Lonely Planet in mano e disprezzano i villaggi turistici.
Sono loro ad essere diventati tanti. Ed è per loro che i Greci asfaltano
strade in isole dove a nessun sarebbe venuto in mente di farlo fino
a 10 anni fa. E' per loro che organizzano comode barche per le spiaggie
a tutte le ore della giornata. Cosa ci possiamo fare? Siamo colpevoli
anche noi che pubblicizziamo troppo? Forse si'. Ma non ho la presunzione
di guidare i flussi turistici più della Lonely Planet. Temo che la diffusione
di questo tipo di guide sia la maggiore causa. E gli effetti credo si
vedano in molte parti del mondo..."Andrea D.L.
Andrea ha dimenticato i responsabili per più del 90% del
turismo di massa, vale a dire le grandi agenzie turistiche internazionali,
i tour operatore del viaggio chiavi in mano, insomma le multinazionali
del turismo. La principale causa del "brutto che avanza" è questo tipo
di turismo pesante, con i suoi progetti faraonici. Grandi villaggi con
piscine, giochi acquatici, ristoranti, bar, parchi di divertimento acquatici,
ecc. Tutto all'insegna del grande e dello spreco. Basta fare una capatina
nella costa nord di Creta o in certe località di Rodi, Kos, Peloponneso,
ecc. per rendersi conto di come stanno le cose.
La Lonely Planet in grande e noi in maniera microscopica apparteniamo
all'area del "fai da te".
Ricordiamo a tutti i soci che attualmente siamo
circai 200, con una perdita di 20 unità rispetto all'anno scorso e di
40 unità rispetto al 2005. Rischiamo di chiudere e pertanto v'
invitiamo a non socializzare troppo le password e magari a fare un po'
di proselitismo. Non lo abbiamo mai chiesto, ma purtroppo è il secondo
anno che vediamo calare il numero dei soci. Non c'interessa assolutamente
di crescere, ma ci dispiacerebbe sparire anche perché con un po' di
presunzione, riteniamo di fare qualcosa di buono.
Questo dimostra che il turismo leggero non ha successo. La gente preferisce
il viaggio organizzato di tutto punto, senza problemi. Quello offerto
dai tour operator e dalle agenzie di viaggio. Sullo scempio ambientale
in corso crediamo di non avere responsabilità. Dal punto di vista economico
cerchiamo sempre di privilegiare i prodotti tipici e gli operatori turistici
locali. Preferiamo che i soldi rimangano nell'isola, alle famiglie dell'isola
che affittano i locali e che preparano i pranzi nelle taverne.
Vi invito quindi al dibattito: "Sul brutto che avanza" che non riguarda
solo le isole greche e il turismo, ma l'intero pianeta Terra, come tutti
sappiamo.
Inizio con una lunga e probabilmente tediosa e imprecisa ricostruzione
sulle fasi d'avanzamento del brutto, nella speranza che ciò possa stimolare
i vostri interventi, sempre che abbiate la pazienza di leggermi.
Non rassegniamoci al peggio. Parlare, discutere, come diceva un tale
caduto di moda, significa già reagire.
Prima fase.
Si costruisce la strada, dove prima c'era un sentiero o uno sterrato
impossibile. Gli abitanti reagiscono naturalmente. Sono felici,si sentono
meno isolati dal resto del mondo, ma non ascoltano i messaggi d'autodifesa
lanciati dal DNA economico che conservano ancora integro. Abbandonano
i campi e le reti per darsi al turismo e che, pensano, li renderà sicuramente
più ricchi. Costruiscono taverne e camere, spendendo i risparmi accumulati
e magari ricorrendo a prestiti bancari.
Seconda fase. La delusione. I risultati sono inferiori alle attese.
Invece di arricchire si trovano nei guai. Si sentono demoliti dal peso
dei debiti e dal rimpianto della perduta tranquillità. Non sanno più
cosa fare.
Terza fase. Arriva l'esperto d'economia e finanza. Prospetta
il miracolo economico. Per far crescere la domanda di turismo occorre
affidarsi agli esperti del settore. Si chiamano "tour operator". Sono
loro che spostano la gente da una parte all'altra del mondo. Senza di
loro non si fa nulla. Il passaparola, spiega l'esperto, non funziona,
ci vogliono anni per avere qualche risultato. Per ottenere risultati
subito occorre investire in pubblicità. Per questo è necessario affidarsi
completamente alle grandi agenzie internazionali.
Il tour operator interpellato, arriva, osserva, pretende di affittare
direttamente le case che i privati mettono a disposizione per tutta
la stagione. Paga poco, ma in compenso promette di far arrivare subito
tanta gente. I proprietari delle stanze si fanno convincere, cedono
le loro case. Ma non basta. L'operatore turistico sostiene che bisogna
partire con il piede giusto. Si deve cambiare qualcosa. Bisogna trasformare
la località, renderla più attraente, fornirla di tutto quello che è
necessario per soddisfare la domanda. Per cominciare, occorre migliorare
ancora strutture e infrastrutture. Termini sconosciuti al contadino,
all'allevatore e al pescatore. Altre parole si aggiungono: viabilità
e mezzi di trasporto. Le strade devono essere più larghe e più comode,
in modo da permettere una visita rapida dell'isola, magari con mezzi
di trasporto collettivi.
Le località devono essere trasformate in modo da offrire di più. Si
devono soddisfare le diverse esigenze. Deve aumentare la comodità soprattutto.
Non c'è da stupirsi che la comodità sia la carta vincente. E' sempre
stata la principale ragione, per la quale si sono inventati beni e servizi.
Una buona parte delle invenzioni si è rivelata un fiasco. Il coltello
elettrico, la bistecchiera elettrica, il vogatore, il tosta pane, lo
spremi aglio e moltissime altre cianfrusaglie, accatastate nelle cantine
delle nostre case. Si usano a fatica per un po' e poi s'accantonano,
perché fanno perdere più tempo degli arnesi vecchi. Oggetti inutili
e scomodi? Non importa l'importante è averli acquistati, poiché contribuiscono
a far girare l'economia
Così per le offerte turistiche. Proposte d'intrattenimento senza senso,
giochi demenziali, escursioni di gruppo di una noia mortale, con il
gregge irreggimentato dietro il pastore saccente. Non importa è tutto
compreso nel prezzo per far girare l'economia.
La gente in vacanza vuole vedere, ma non solo. Ha bisogno di riposare.
Dopo un anno di lavoro si devono rigenerare le batterie scariche. Non
ci si deve affaticare troppo, ma è d'obbligo un po' d'attività
sportiva. Perciò nelle spiagge ci devono essere anche ombrelloni e lettini,
noleggio di wind surf, possibilità di diving, animazione, tiro con l'arco,
ecc.
Dietro la spiaggia devono operare le infrastrutture per l'accoglienza:
taverne, bar, locali per lo svago serale, qualche negozietto ben rifornito,
magari una farmacia e un medico. Più strutture ci sono, più gente arriva.
I comuni devono aiutare gli imprenditori turistici con finanziamenti
agevolati e con la costruzione d'altre infrastrutture.
La terza fase è molto lunga, può durare anni, specialmente in Grecia,
dove l'iniziativa imprenditoriale ha sempre lasciato a desiderare.
Soddisfatte le pretese dei tour operator si passa finalmente
alla quarta fase.
L'isola viene pubblicizzata nei depliant, portata a conoscenza del grande
pubblico come meta esclusiva, tranquilla, ecc. Comincia ad arrivare
un buon numero di turisti, per il 90% inviati da tour operator e agenzie
che in pratica requisiscono gran parte delle strutture a disposizione.
Al "fai da te", specialmente in alta stagione, rimane ben poco. Chi
arriva senza prenotare deve ricorrere a sistemazioni d'emergenza, magari
con il sacco a pelo steso su una panchina o sull'umida sabbia di una
spiaggia. Terminata l'alta stagione, la località si svuota, le strutture
rimangono sfitte ad eccezione di quelle gestite direttamente da agenzie
e tour operators che un po' di persone riescono sempre a rimediare.
L'errore fondamentale degli improvvisati operatori turistici locali
è di sfruttare al massimo il periodo d'alta stagione, puntando sui prezzi
alti. Si costruiscono altre strutture. Aumenta l'accoglienza fino a
quando ci si rende conto che una parte delle strutture fatica ad affittare
nel periodo di massimo afflusso. Ma ormai è troppo tardi. A quel punto
la località turistica è satura e destinata a perdere d'interesse per
motivi facili da comprendere. Primo fra tutti la perdita di posizione.
Troppo turismo fa perdere le caratteristiche originali del luogo. L'affollamento
degrada l'ambiente. Troppe luci, troppi rumori, troppi rifiuti, troppo
cemento. In poche parole l'impressione del brutto che avanza. A quel
punto inizia la fase di recessione. Il flusso turistico decresce, chi
si è indebitato troppo deve vendere a prezzi bassi. La località si svaluta.
Quel che è peggio, però è che l'illusione portata dal boom turistico,
non svanisce, rimane, nonostante i magri risultati. L'economia dell'isola
non riesce a trovare altri sbocchi e tornare indietro non è più possibile.
A quel punto l'economista consiglia di rischiare il tutto per tutto.
Un esempio, la Sicilia: Il complesso mostruoso con annesso campo di
golf a 18 buche, proposto a Sciacca oppure il mega paese dei balocchi
che una compagnia più siculo - mafiosa che svizzera, vorrebbe edificare
a Regalbuco. A quel punto all'ingresso dei paesi sarebbe opportuno piantare
una croce. Gli esempi nel nostro bel paese si sprecano, questi sono
solo gli ultimi in ordine di tempo.
Come ho spiegato, l'esposizione delle fasi è approssimativa,
sintetica e imprecisa. Si tratta di una bozza. In molti casi lo sviluppo
si ferma alla prima fase o alla seconda. L'esperto d'economia e di finanza
non va certo dappertutto. Purtroppo è la quarta fase che avanza.
Provate ad andare a Creta in agosto (o anche in settembre), nelle località
più conosciute, a nord o a sud, senza aver prenotato. Tutto è
in mano di tour operatore e agenzie. La stessa cosa a Mikonos, Santorini,
Paros, Kos, Rodi, Skiathos. Non solo le isole maggiori sono coinvolte
in questa fase. Nel 2006 ho verificato con sorpresa l'ingresso di piccole
isole come Chalki e Nissiros, mi ha impressionato la decadenza di Kalimnos
che mi è parsa un'isola all'asta.
Qui mi fermo, ora continuate voi (se ne avete voglia).
http://www.easyfreeforum.com/wwwasteriskit/
indico questo forum, forse un po' provocatorio, ma che sicuramente farà
riflettere, a coloro che volessero approfondire le tematiche economia
- ambiente
Alberto
Ultime brutte notizie da NAXOS
Brutte notizie ci giungono nel settembre 2008 da Elena e Andrea Giaretta.
La mania dei porti da diporto ha contagiato anche la Grecia con conseguenze
devastanti anche per Naxos. Quella, che era fino a poco tempo fa, il paradiso
di Naxos ha cambiato aspetto, in seguito ad una devastante cementificazione.
E questo è solo l'inizio. Noi italiani, che della distruzione delle
coste siamo maestri, ne sappiamo qualcosa. Dietro i porticcioli turistici
lungo le coste e dietro gli impianti sciistici in montagna si cela la
più odiosa e improduttiva delle speculazioni edilizie. Uno spreco
di risorse produttive accompagnato dalla rovina dell'ambiente a senso
unico: far arricchire poche persone togliendo a tutti gli altri la bellezza
del paesaggio. La crisi economica che ci attanaglia mentre scriviamo è
dovuta proprio a questi sprechi. Iniziative improduttive che provocano
danni ambientali che ricadono pesantemente sulle popolazioni e che dalle
stesse saranno pagate. Purtroppo noi italiani possiamo dire poco. Siamo
i professori del mal agire. Il cemento sul nostro territorio avanza ad
una velocità di ben cinque volte superiore a quella di Francia
e Germania.
Una piccola buona notizia ci da una tenue speranza. Viene dal sindaco
di un piccolo paese virtuoso: Cassinetta di Lugagnago che ha deciso
di fermare il cemento. Interessante l'intervista a questo sindaco coraggioso.
Da
leggere.
Il nuovo porto di Kalandou |
MILOS, un'isola al massacro
"D'altronde, la natura, per tutti i setimenti
che destava in me, mi pareva quel che c'è di più opposto
alle produzioni meccaniche degli uomini. Meno portava la loro impronta
più offriva spazio all'espansione del mio cuore."
Marcel Proust: "La strada di Swann", parte terza.
Gli interessi economici dell'isola, in un certo senso,
sono fortemente contrapposti. Da una parte il turismo che, per ricchezza
prodotta, non può competere con l'attività maggiore, relativa
all'estrazione di materiali. I dati sono chiari: mentre l'attività
d'estrazione produce un giro d'affati di 500 milioni di euro, quella
turistica non supera i 50 milioni, con un rapporto di 1 a 10. Nello
stesso tempo la maggior parte delle famiglie sono occupate stabilmente
nell'attività maggiore e nel suo indotto, mentre l'attività
turistica offre solo lavori stagionali. Questa situazione, del tutto
originale, rispetto alle altre isole dell'Egeo, porta ad una contraddizione
con gravi conseguenze per l'ambiente, dove i margini di mediazione sono
esigui. Negli inevitabili conflitti che sorgono, l'attività delle
cave è favorita dalle amministrazione pubbliche rispetto a quella
turistica, in maniera evidente. Il ricatto occupazionale non viene messo
in discussione e agisce pesantemente sulle pretese di sfruttamento delle
grandi società che operano nell'isola. Se si seguono i camion
che in continuazione percorrono i grandi sterrati della parte nord est
dell'isola (ma non solo in questa) si scopriranno degli scempi difficilmente
immaginabili. Si pensi ad immensi gironi dell'inferno dantesco con diametri
anche superiori al chilometro che scendono in cerchi concentrici fino
al mare, che affiora sotto in una miserabile pozza, giù in fondo
ad un centinaio di metri di dislivello (Cava di Ag. Gerasimos). I gironi
infernali, dove le macchine di movimento terra non si fermano mai per
rifornire i camion che partono e arrivano in continuazione, crescono
senza sosta, in molti casi mangiando strade e sentieri che conducevano
a belle spiagge, ormai raggiungibili solo via mare. Ma chi le raggiunge
più quelle spiagge? Non ne vale la pena a causa dell'orrido che
le sovrasta. Non manca molto tempo che il visitatore che, raggiunta
l'isola dall'alto con l'aereo, vedrà al di sotto un immagine
che associerà immediatamente al formaggio groviera. Da una parte
dunque, il padrone delle cave si porta via il corpo dell'isola per trasportarlo
in paesi lontani per aumentare la cementificazione di altre zone ancora
libere, dall'altra le imprese di costruzioni continuano, con più
moderazione, ma ininterrottamente, a costruire nuove strutture turistiche,
molte delle quali superflue, che forse saranno abitate solo nel mese
di agosto.
Non c'è da stupirsi è quello che succede un po' dappertutto,
imposto da un modello di sviluppo che impone la crescita infinita anche
In modo distruttivo per ragioni di modernità, come sosteneva
un celebrato economista del passato, tale Schumpeter, che aveva coniato
un celebre ossimoro," la distruzione creatrice".
Cava di Ag. Gerasimos |
Cava nei pressi di Voudia
|
La Centrale Geotermica di Milos non esiste più, una decina
di anni fa è stata sostituita da una normalissima centrale a
gasolio. Eppue per molti anni era stata il vanto dell'isola, capace
di non dipendere dal petrolio e di utlizzare energia propria. Ordinata
a Larderello da una ditta conosciuta per la sua esperienza nela geotermia,
sfruttava soffioni esistenti nel sottosulo. Solo che un giorno all'improvviso
la centrale è esplosa e il soffione è letteralmente schIzzato
ad un centinaio di metri d'altezza, ricandendo e cospargendo della sua
sostanza i campi intorno alla centrale. Fortunatamente non ci furono
né morti e né feriti, ma lo spavento fu tale che gli abitanti
decisero di reintrodurre il petrolio. In questi anni anche a Milos,
come in molte altre isole ventose dell'Egeo, si pensa di sostituire
l'oro nero, sempre più costoso e scarso, con l'enegia del vento,
nonostante non manchino i soliti esteti che gridano allo scempio paesaggistico,
magari gli stessi che fingono di non vedere che l'isola si sta trasformando
in un enorme groviera.
Turismo e presenze sono in continuo aumento sebbene l'isola sembri mal
sopportare i pienoni estivi. L'aria, in alta stagione, risulta abbastanza
inquinata, rispetto alle altre isole, a causa dell'intenso traffico
di motorini, bus, auto e anche mezzi pesanti. Per via dei rifiuti, Milos
si distingue per l'originalità del sistema di smaltimento. Considerata
l'abbondanza di buchi sparsi in diverse zone dell'isola si è
pensato di usare i rifiuti come tappi di copertuta da costruirsi a strati:
uno strato d'immondizia e uno strato di cemento. Una pensata davvero
geniale per rimediare allo scempio ambientale: una peggiore sinergia
ambientale non si poteva attuare, ma l'importante è nascondere
il brutto che avanza in modo che non veda e che non si senta senza preoccuparsi
dove arriverà.
Foto di Andrea Della Santa a
testimoniare il brutto che avanza
|
Isola di Serifos,
spiaggia di Ag. Sostis
Autore: Andrea DS Data: 17/5/2007 ore 16:47
Torno in Grazie ogni anno per un mese da 10 anni, non sopravvivrei senza,
parlo con i locali e cerco di "seminare" e di dare l'esempio. Visito
isole ai margini e isole turistiche. Le uniche croci le ho messe, per
ora, su Rodi e su Kos. E secondo me sono definitivamente perse. Come
voi ho la speranza che le altre si possano ancora salvare, ma non sono
cosi' ottimista. Ovvio che tutto cio' non dipende solo dalla Lonely
Planet.
Sono ben altri i motvi per cui a Noxos, per fare un esempio, spuntano
freneticamente villette a schiera e studios. E' chiaro che sono gli
operatori turistici ad aver deciso che i 20 km di spiaggia bianca di
Naxos sono perfetti per i loro scopi, che la distanza dal Pireo e' accettabile
e che l'aeroporto puo' ingrandirsi. Ma quando vedo devastare piccoli
gioielli a Serifos o ad Astyplaea, solo per costruire uno studios in
piu,’ o tratti di costa a Folegandros, solo per costruire qualche chilometro
di strada.... beh il dubbio che non sia solo colpa di “forze piu' grandi
di noi” mi viene. I greci ci stanno mettendo del loro e noi tutti stiamo
solo incentivandoli. Viaggiamo leggeri, siamo rispettosi, ci piace la
spiaggia solitaria e la taverna con le sedie blu e le posate tutte diverse.
Ci piace imparare il greco e parlare con i locali. E ci piacerebbe che
tutti fossero duri e puri come noi. Inguaribili romantici, crediamo
che la popolazione locale sia cosi' oculata e preveggente da capire
quello che nessuno in Italia o in Spagna ha mai capito, con i risultati
ambientali che ci ritroviamo. Ma non e' cosi'.
La popolazione locale segue l'unico modello economico che ha a disposizione:
come dice Alberto costruisce qualche studios e qualche strada, mette
su qualche barca, affitta motorino o gommoni. Poi si accorge che non
basta, ma nessuno spiega loro cosa fare di diverso e nessuno offre aiuti
concreti, cioe' soldi. E intanto il brutto avanza… Io credo, e questa
e' la mia vera provocazione, che le isole della Grecia dovrebbero avere
una tutela ambientale rigorosissima a livello CEE o Unesco, che noi
cittadini europei dovremmo esser disposti a pagare per questa protezione,
che tutti i turisti dovrebbero pagare sia in termini di costi fissi
(ad es. tasse di ingresso) sia in termini di tariffe (camere, cibo,
prodotti locali). Sempre nell'ipotesi che i governi locali siamo in
grado di gestire questi fondi, ma secondo me potrebbero esserlo. Tutto
cio' renderebbe meno vera e sincera la nostra Grecia? Puo' darsi, ma
se potessi scegliere un destino per le mie isole dell'Egeo, non potendo
fermare ne' il tempo ne' il corso dello sviluppo economico sceglierei
un destino da Ile du Porquerolles o da Corsica (protettissime e care),
non certo da Baleari o da Sardegna...
Robero Mucci - Patmos
aggiornamenti agosto-settembre 2008
Per gli " amanti " del brutto che avanza che non si capisce per quale
motivo non dovrebbe intaccare anche la Grecia e e le sue isole che sono
meta di milioni di vacanzieri di tutti i tipi durante l'anno, segnalo
l'inopportuna installazione di due pale eoliche sopra la spiaggia di
Lampi, visibili anche da altre parti dell'isola.
Continua l'ampliamento del porto per uso diportistico e per imbarcazioni
dei pescatori, almeno cosi' mi e' stato riferito.,una chiatta sta sistemando
i blocchi sui quali verra' costruita la banchina, e in giro c'era un
via vai di camion pieni di pietrisco che veniva scaricato per il riempimento
e che alzavano un sacco di polvere e che qualche fastidio arrecava.
Vedremo come andra' a finire. Ma in questa sezione potrebbero finire
un negozio gestito da cinesi che vende paccottiglia varia e qualche
locale notturno. Ma l'isola ha offre parecchie risorse per cui non e'
difficile sfuggire a tutto questo.
Nota di Alberto (senza alcuna polemica con Roberto, che
ringrazio per l'opportunità d'intervenire).
Qualche secolo fa anche i mulini a vento venivano considerati paesaggisticamente
brutti. Ne è prova Cervantes che manda il povero Don chisciotte
a combatterli, come mostri, nemici travestiti. Oggi, io sono il primo
a fotografare i loro scheletri e a rimpiangere la loro antica funzione.
Così come fotografo le nuove macchine eoliche, non come una bruttura
del paesaggio, ma come nuovo mulino a vento, cura necessaria contro
il brutto che avanza. E' forse meglio una centrale termica con il suo
pennacchio di fumo e la sua puzza? O una centrale atomica?
Lavori al porto (foto di Roberto) |
Pale eoliche (foto di Roberto) |
Andrea Della Santa CRETA - XEROKAMBOS - agosto
2008
Andrea e Anna
http://www.xerocamboscreta.com
Nel 2003 - 2004 ci eravamo fatti incantare da Andrea e Anna che
cosi ci scrivevamo:
" Vi invitiamo a cliccare su questo magnifico sito di Andrea
e Anna che hanno deciso di trasferirsi in uno degli ultimi paradisi
del Mediterraneo. Nel sito ci sono tutte le notizie per una meravigliosa
vacanza "leggera" e se occorrono ulteriori informazioni, basta
contattare i nuovi soci onorari degli "Amici delle isole greche".
Prima però dovete leggere le righe che seguono, altamente educative,
per comprendere il ruolo che può avere un turismo consapevole.
"Ho letto anche il microcommento su Xerocambos che era nelle Vostre
pagine, e devo dire che suona un po' bugia, nel senso che non é
vero che tenendo nascosto un posto del genere si possa in qualche modo
salvarlo! Qui, come avete ben notato Voi, i Greci usano i finanziamenti
U.E. per aprire strade turistiche a casaccio (dove c'e' una spiaggia
lì vanno con l'asfalto) e senza calcoli di impatto ambientale
di alcun tipo; a valanga poi vanno appresso con investimenti privati
che (complice una normativa, che definir demenziale é dir poco!!)
sembrano fatti apposta per replicare all'infinito le mostruosità
edilizie che son posti come Hersonissos, Màlia o Chanià.
A conferma di ciò che dico per Xerocambos tieni presente che
il Comune di competenza, che é Ziros, ha depositate ed in via
di approvazione circa 120 licenze edilizie, tutte riguardanti palazzine
da due piani, che con opportuni accorgimenti furbeschi possono diventare
poi da tre, tutte ammucchiate a 5 metri una dall'altra oppure anche
attaccate, tutte con fosse biologiche (manco a parlarne di un depuratore
generale, vista la massa prevista di alloggi!!), tutte in stile cubico
finto moderno e con colori pastello dei più svariati, insomma
uno scempio. Tieni presente, tanto per capir meglio che succede qui,
che una laguna costiera punto di stazionamento di migratori invernali
(aironi, garzette, cigni, fenicotteri, ecc....), la usano per scaricare
i materiali inerti di risulta degli alloggi che stan costruendo! E tutti
buoni e tutti zitti, anzi se minimo l'autorità archeologica che
in realtà pone freno allo sviluppo esasperato allenta la presa
e svincolasse qualche area si potrebbe subito pensare magari a spianare
una duna mediterranea (di incredibile bellezza) per farne una spiaggia
con gli ombrelloni ed un bel ristorante finto-tipico!! Questo succede
in Grecia oggi, lo sviluppo é questo, tanti begli appartamentini
microbici per un turismo idiota, che chiede poco, ma l'aria condizionata
la vuole, e per dargliela i Greci devastano a suon di dinamite la Baia
di Aterinolaco (di fronte a Koufunissi, isola meravigliosa e disabitata,
con tanto di rovine di Anfiteatro e Porto Romano, una perla vera, una
delle ultime del Mediterraneo, meriterebbe di essere Parco Nazionale!),
devastano per fare una centrale elettrica alimentata a gasolio, con
relativo porto di approdo per le petroliere (come se poi questo mare
non fosse un pericolo reale per la navigazione, e se ti metti pinne
e maschera hai solo che da vederlo con i tuoi occhi, relitti di navi
antiche quante ne vuoi intorno a Koufunissi, "cronaca di un disastro
annunciato"?). Non parlarne, nascondere un posto così vuol dire
per me condannarlo! Credo che si debba invece farlo conoscere, perché
possa giungere qui un turismo maturo, che faccia anche i suoi investimenti
ma che se ne appropri con cervello per salvaguardarlo davvero.
L'isola di Koufunissi é totalmente disabitata, fino all'anno
scorso funzionava un servizio turistico con un battello che portava
una cinquantina di Turisti alla volta su una delle sue splendide spiagge
(partendo dal porticciolo di Makrigialos, costa sud); servizio che però
quest'anno é stato soppresso per disaccordi tra il Comune di
Lithines e quello di Makrigialos su chi dovesse godere del ricavato.
"
Convinti che ci tenessero alla tutela ambientale, li abbiamo nominati
soci onorari.
Andrea Della Santa nell'agosto del 2008 ha trascorso 12 giorni
a Xerokambos, contattando Annna e Andrea. Ecco le sue impressioni scritte
direttamente ad Alberto:
"A questo proposito, volevo intanto segnalarti, in modo diretto
e "riservato", di alcune incogruenza tra quanto diciamo sul sito riguardo
a Xerocampos e la realta' che ho trovato. In particolare, io mi sono
affidato, per la ricerca e la prenotazione dello studios, ad Anna ed
Andrea, nostri soci onorari, gestori del sito xerocampos da noi pubblicizzato
e da molti anni residenti in loco. Purtroppo la situazione edilizia
di Xerocampos e' abbastanza disastrosa, stanno spuntando un'infinita'
di orribili costruzioni, che deturpano la (ex?) meraviglia sia per lo
stile che per la posizione.
E purtroppo questi sono proprio quelli che propone il sito di Anna e
Andrea in una sorta di servizio agenzia, non proprio trasparente (prova
a guardare il loro sito: secondo te gli studios presenti sono quelli
su cui loro hanno una commissione o sono quelli che loro consigliano?).
Io avevo capito la seconda e ho mi sono fatto consigliare. E cosi' mi
sono trovato a dormire negli Ziros Apartment, capofila delle orribili
costruzioni di cui sopra. E non mi e' neppure andata malissimo, perche'
altri "consigliati" da loro (ad esempi i Villa Paris, basta il nome...)
sono ancora peggiori! Fatto sta, che mi sono ritrovato di fronte ad
un piazzale di ghiaia, con sotto un orribile bar con le luci al neon,
in mezzo a cantieri di altri studios simili che stanno sorgendo come
funghi. Dentro, un bello studios, curato, niente da dire... ma a me
solo vedere gli infissi di alluminio e le persiane alle finestra fa
venire l'orticaria. Per non parlare di aprire la finestra e' vedere
attorno altre robe simili. Questa e' la zona della nuova "prima fila"
di Xerocampos, una sfilza di studios di tutti i colori dell'arcobaleno
che si allineano belli fieri lungo una nuova strada asfaltata senza
senso che corre a 2 metri da ex-deliziose spiaggiette.
Dietro, 1 km indietro!, immerso nell'oliveto, c'e' il vecchio paesino,
e li' resistono ancora alcune vecchie costruzioni, i CRETA
SUN e i Villa Petrino. Gli unici
consigliabili. Ma anche temo che anche queste isole felici tra poco
saranno accerchiati dalla demenza della nuova edilizia, questa volta
di seconda fila, che procede inesorabile a gonfie vele. E cosi' su Xerocampos
si potra' mettere una croce. Tutto questo non c'entra nulla con la assoluta
gentilezza di Anna e Andrea su cui non ho niente da dire. Tra l'altra
i nostri amici di vacanza hanno avuto la figlia con un attacco di appendicite
(operata la sera di urgenza!) e Anna e Andrea sono stati molto carini.
Ma se parliamo di conservazione del territorio, turismo leggero e bellezza,
credo che loro non possano essere i nostri riferimenti li' Mi fa sorridere
che Andrea sollevi certi allarmi sul nostro sito e poi proponga per
dormire proprio quel genere di studios. Non credo che questo approccio
sia coerente con il nostro. O forse mi sbaglio e sono troppo severo...???"
Il "brutto che avanza" Autore:
Giancarlo Bedini Data: 16/5/2007 ore 19:41
Rispondo all’invito del forum con un po’ di ritardo, ma il tema non
può essere lasciato cadere. Credo che la “provocazione” di Andrea sia
un po’ controproducente e confonda gli effetti con le cause.
Come ha ben illustrato Alberto, i meccanismi che portano al degrado
dell’ambiente originario ed alla omologazione del turismo di massa,
sono profondi e strutturali , dipendendo da un sistema fondato sulla
“crescita” tout court , in barba al tessuto sociale e alle forme economiche
stanziali, crescita che, peraltro, risulta molte volte puramente virtuale
per le popolazioni, non senza però aver lasciato sul posto i segni pesanti
delle deturpazioni territoriali . I soggetti che alimentano tale indirizzo
sono appunto gli operatori turistici internazionali.
Certamente, a tale spinta di fondo non ci può opporre, o meglio: non
ci si può opporre in quanto “amici delle isole greche” con gli strumenti
del sito e dell’associazione, mentre in altre sedi ognuno può, se vuole,
impegnarsi sul piano culturale e/o politico.
Detto questo, credo che il problema non sia quello per noi di “guidare
i flussi turistici”, oppure di mettere “croci” sulle isole, fino a che
non ne rimanga più nessuna di visitabile, ma di continuare invece ad
esercitare e coltivare il turismo alternativo, anche negli stessi posti
dove il turismo pesante ha messo o tenta di mettere piede e provare
a vedere e a raccontare le cose che altri non vedono , quelle belle
(che sono ancora tante) e quelle brutte. Non credo che un tale tipo
di turismo, che, ripeto, è un atteggiamento e un modo di vivere i luoghi,
debba andare alla ricerca di posti senza gente (paradigmatico è il riferimento
a Tilos come “ultima spiaggia”). Piuttosto si tratta di cercarla la
gente, intendendo per gente le comunità locali dotate di una propria
identità sociale e economica ( e ce ne sono ancora) e magari che ti
offrono qualche servizio di barca per le spiaggie. Continuiamo dunque
a girare, ma decidiamo noi quando, dove e come . Saluti a tutti. Giancarlo
il"brutto che avanza" Autore:
Giovanni RICCIARDI Data: 17/5/2007 ore 10:26
Sono d'accordo con Giancarlo BEDINI.Ogni isola è un microcosmo ed anche
quelle crocifisse dal turismo di massa hanno da offrire ad occhi attenti
situazioni interessanti. Credo che il fine non sia solo quello di scoprire
e tutelare le spiagge a 5 stelle, ma anche quello di stabilire legami
e rapporti con la popolazione locale, approfondire e continuare a studiare
quella cultura, trasmettere la propria, contribuire quindi a creare
una rete relazionale che nel tempo non potrà che evolvere positivamente.
E'importante pertanto tenere e continuare a mantenere un approccio comportamentale
idoneo "leggero", perché il rispetto e l'esempio sono il veicolo migliore,
seppur lento, per attivare quelle energie locali che pur ci sono. I
semi gettati in questo modo, in un suolo che credo fertile, sbocceranno
nel tempo, ne sono convinto perché quella è una terra orgogliosa, con
un legame stretto con le tradizioni ed una difficile storia.
Stefania Pampagnin - Pserimos -aggiornamenti - agosto 2006
Per continuare con le note negative, abbiamo notato se non un degrado
una notevole incuria nell’ambiente. Il porticciolo e’ pulitino e carino,
cosi’ come lo sono le case e i giardini privati, della zona interna,
ma le zone pubbliche uliveto compreso sono piene di plastica e piccoli
rifiuti, molto piu’ che in altre realta’ analoghe. Abbiamo infine notato
che specialmente nella zona affacciata verso la troppo vicina Kos il
mare non e’ cosi’ limpido come ci si potrebbe aspettare. Anche questo
e’ brutto che avanza? Secondo noi si, anche se fortunatamente non e’
un brutto cementificato. Ma l’azzeramento di quasi qualsiasi cosa che
non sia lo sfruttamento del turismo nella sua forma piu’ spersonalizzata,
per di piu’ portato avanti in modalita’ totalmente passiva, ci ha lasciati
davvero con poche parole. Pserimos e’ forse l’unica isola dove dietro
all’immancabile patina turistica non siamo riusciti a cogliere quel
consueto qualcosa che rende ogni isola diversa dall’altra e le conferisce
personalita’.
Spezziamo adesso anche una lancia per quest’isoletta di per se’ potenzialmente
incantevole: oltre alle spiagge deserte di cui abbiamo detto resistono
particolari deliziosi che fanno intuire sprazzi di quel carattere che
non siamo riusciti a ritrovare.
Bellissimo e’ vedere la barca delle balle di fieno attraccare quotidianamente
al moletto di servizio, o raccontare alla vecchietta di cucina tipica
genovese nel nostro greco improbabile, dopo averle comprato una scorta
per l’inverno composta di pacchetti profumati di salvia e origano. La
barca delle balle di fieno Anche le rarissime occasioni di relax con
i padroni di casa, Nicola e Anna sono state molto piacevoli. Nicola
lamenta la poca attenzione da parte dell’amministrazione di Kalymnos,
meno attenta a suo dire ai bisogni dell’isola di quello che potrebbe
essere la piu’ ricca Kos. Chissa’ se davvero sarebbe cosi’. Nicola consiglia
caldamente a tutti quanti gli chiedono consiglio di visitare Pserimos
non piu’ tardi di meta’ giugno e non prima di meta’ settembre, per avere
modo, dice testualmente, di vivere l’isola nella sua autenticita’ e
per riuscire ad avere con i locali un rapporto migliore del ‘ben svegliato’
e ‘buonanotte’ a cui lui per primo e’ costretto dai ritmi frenetici
dell’alta stagione.
Stefania Pampagnin - Arki aggiornamenti-
agosto 2006
Dopo le prime timide avvisaglie degli anni scorsi il brutto sta purtroppo
arrivando anche ad Arki, o forse sarebbe meglio dire la brutalita’ e
la mancanza di sensibilita’.
Che nelle isole si costruisca a tutto spiano non e’ purtroppo una novita’
ma come sempre ci sarebbe almeno modo e modo.
All’ingresso del fiordo, opposto al molo, e’ spuntato lo scheletro di
una nuova costruzione a due piani, a detta del gossip di paese commissionata
dai proprietari della grande e lussuosa tenuta all’uscita del paese
verso Porto Stretto (i cosiddetti ‘Australiani’), pare a scopo privato
. Non sarebbe la prima casa nuova che spunta sull’isola, il fatto e’
che questa, per quanto bella potra’ essere una volta completata, e’
assolutamente sproporzionata come taglia rispetto a tutte le altre costruzioni,
e soprattutto nasconde completamente alla vista la chiesetta a mezza
costa che faceva parte integrante del panorama per chi entrava nel fiordo.
Alla casa si affianca ovviamente un nuovo stradone (sterrato). Come
un nuovo stradone (anche questo sterrato) e’ stato aperto a proseguire
la via che arriva a Porto stretto, verso le nuove case, ormai ultimate,
che si trovano sulla collina subito prima del varco per Tiganakia.
In definitiva il percorso per la Laguna Blu e’ adesso su strada fino
all’altezza del varco con il cartello, che si raggiunge ormai con solo
poche decine di metri residui di traccia sterrata. Il percorso a valle
del cancelletto e’ invece lo stesso di sempre, su tracce di sentiero.
O almeno lo era fino ad agosto 2006 epoca della nostra ultima visita,
perche’ con genuino orrore abbiamo scoperto che la zona dietro la baia
e’ stata lottizzata (!!!) per la costruzione di non si capisce se una
villetta privata o di alcuni studios da affittare. Abbiamo chiesto ai
tecnici che venivano a prendere le misure e sono rimasti sul vago, quello
che pareva il capintesta (i beninformati dicono un architetto di Patmos),
ha bofonchiato che si sarebbe trattato di una piccola casa per lui,
mentre in paese si mormora, appunto, di case da affittare. In ogni caso
sara’ uno scempio. Anche se la distanza regolamentare dalla costa sara’
rispettata come parrebbe, la bellezza di Tiganakia era questo essere
cosi’ selvaggia, di chiuque vi posasse piede per un attimo, di nessuno
e poi di altri l’attimo dopo. Con una casa alle spalle, l’inevitabile
strada e plausibilmento l’ampliamento del moletto, la magia sara’ destinata
a finire. Pare che nessuno riesca a comprendere questo aspetto, forse
troppo sottile, che a noi sembra invece di una violenza gretta e piu’
che gratuita. Anche in paese le reazioni sono terra terra, spiace dirlo.
Chi gestisce una taverna si augura che si tratti di case in affitto
senza posto di ristoro per aumentare il bacino di utenza senza che aumenti
la concorrenza, chi affitta camere auspica il contrario e tutto finisce
li’, salvo il fatto di accennare che si tratta di iniziative prese da
gente talmente intoccabile da rendere vano ogni tentativo di resistenza.
Abbiamo pensato che le nostre estati ad Arki sono sul punto di finire;
nel 2007 torneremo, e si vedra’ cosa ne sara’ del nostro piccolo gioiello.
Una terza strada sterrata e’ stata aperta: corre alta sopra il paese
dalla zona del serbatoio dell’acqua fino alla Panaghia. Questa in realta’
permette una passeggiata inedita e molto bella, con scorci sulla parte
coltivata di Arki, compresa la visuale di una splendida tenuta tradizionale
altrimenti invisibile.
Ecomostro in costruzione
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affollamento barche a Tiganakia |
Wanda Bennati - Patmos aggiornamenti- giugno
2007
Il brutto avanza: Anche qui purtroppo, la frenesia edilizia non si ferma
davanti a niente. L’esempio più scandaloso sul tratto di costa a nord
di Kampos: proprio a ridosso della piccola deliziosa spiaggia immediatamente
successiva a Vagia (in direzione nord) è sorto un orrido complesso di
studios, su un’ampia superficie di terreno circondata da un muro che
arriva fino all’arenile e raggiunta da una nuova enorme strada, per
ora sterrata (ma temo non ci vorrà molto prima che venga asfaltata)
che ha completamente distrutto il sentiero-mulattiera che, snodandosi
parallelamente alla costa, permetteva di raggiungere a piedi Kampos
partendo da Livadi Potithu. Ora quindi dalle due spiagge “gemelle” che
da quest’ultima si incontrano sulla costa verso Kampos, bisogna poi
necessariamente risalire alla strada asfaltata; accesso proibito perfino
dalla/alla sterrata di cui sopra, sbarrato da nuovi muri a secco ricoperti
di rovi o da cancelli e recinti che prima non esistevano. Altre nuove
costruzioni e nuovi cantieri un po’ dovunque, come ai piedi del sentiero
che porta a Psili Amos: qui almeno hanno lasciato la possibilità di
ricongiungersi al sentiero stesso (cancellato nella prima parte da una
nuova villetta padronale) aprendo e richiudendo un cancello e aggirando
il muro di cinta della proprietà. Non ho potuto documentare fotograficamente
quanto sopra, ma chi conosce le zone di cui parlo per come erano avrà
una brutta sorpresa proprio come quella che ho avuto io tornando dopo
cinque anni di assenza. Ciò detto, l’isola resta affascinante per l’atmosfera
unica che la pervade. La domanda è: quanto durerà?
Enrico Pallini - Kofounissi -agosto 2007
E' fine Agosto e la gente è stipata in 4,3 kmq. "Full Full" mi dicono
ovunque dopo lo sbarco con il mitico ferry "Skopelitis" partito da Naxos.
Il colpo d'occhio è agghiacciante per chi è abituato a partire a fine
Maggio . Un continuo flusso di turisti sia nel porticciolo che lungo
la chora. L'italia fa la parte da leone con un buon 80% di presenze...
E' vero, le sfumature del mare incantano... Qualcuno urla " E' Sardegna!"...Bene!
Perché non andate in Sardegna evitando un viaggio sicuramente più lungo
e faticoso e spendendo forse anche meno?
Delle due rooms che mi mostra "Finikas"quella da 35 euro è con una sola
piccolissima finestrina dietro al letto...Gli rido in faccia e gli dico
che per 5 euro la prendo. Ride anche lui ma è chiaro che è per l'imbarazzo
della sua richiesta....Quella da 40? No comment. Gentili signore affittano
cantine e loculi senza aria e finestre a prezzi indecenti (minimo 35
euro).
Faticando non poco trovo alloggio da "Melissa" (tel: 71454). Anche qui
stanza con un'unica misera presa d'aria per 40 euro. "Melissa" arriva
a 35 quando sto per declinare fingendo di soffrire di claustrofobia.
Il mare incastrato negli scogli crea atmosfere suggestive? Non oggi...
Piscine naturali dove, in pochi metri quadrati, si accalcano donne costumate
(italiane ovviamente) che con occhio moralista tengono d'occhio i pochissimi
coraggiosi naturisti. Diciamo la verità, spiagge insignificanti se non
fosse per il colore del mare....Non ho visto questa meravigliosa sabbia
bianca di cui parlano ingannevoli importanti riviste turistiche. In
una vecchia e attendibile cartolina trovata ad Amorgos ho visto una
vergine Ormos Pori. Un sogno, oggi appena la sufficienza...Visivamente
rovinata da un bar-taverna verso la fine del golfo e da nuove costruzioni
che macchiano un paesaggio un tempo incontaminato...Comici tentativi
di installare orribili ombrelloni dai colori improbabili nonostante
il vento che imperversa...Coppie che giocano a racchettoni accanto a
bambini urlanti....Addio Ano Koufonissi, a non rivederci più. 29 Agosto,
il giorno dopo, scappo con l'instancabile Skopelitis, il mulo del mare.
La Grotta di Koufonissi è l'unica immagine che porto con me (Allego
foto. Come arrivarci è spiegato nella sezione "spiagge" ). La spilia
(grotta) ha una sua spiaggetta. Emozionante vedere alle sue spalle il
mare adirato. Mi sarebbe piaciuto raggiungere il mare aperto tramite
il "fòro" ma era troppo mosso e all'interno della grotta la risacca
era energica.
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