Proposta di discussione nel forum: "Chi è responsabile del brutto che avanza?"

Andrea D.S , con la sua provocazione inserita nel forum nel settembre 2006, mi ha dato lo spunto per proporre il tema del dibattito sul "brutto che avanza".

Ecco la provocazione: "In Grecia e' ormai necessario stare "ai margini", in isole scomode e forse meno belle per i più. Un esempio su tutti: Tilos. Oppure in isole così scontate che in realtà sono ancora bellissime. Un esempio: IOS. Molti presunti paradisi nascosti sono in realtà caduti nel "turismo alternativo di massa", Folegandros e Karpathos sono lì a dimostrarlo. Mi riferisco a quei personaggi che viaggiano con la Lonely Planet in mano e disprezzano i villaggi turistici. Sono loro ad essere diventati tanti. Ed è per loro che i Greci asfaltano strade in isole dove a nessun sarebbe venuto in mente di farlo fino a 10 anni fa. E' per loro che organizzano comode barche per le spiaggie a tutte le ore della giornata. Cosa ci possiamo fare? Siamo colpevoli anche noi che pubblicizziamo troppo? Forse si'. Ma non ho la presunzione di guidare i flussi turistici più della Lonely Planet. Temo che la diffusione di questo tipo di guide sia la maggiore causa. E gli effetti credo si vedano in molte parti del mondo..."Andrea D.L.

Andrea ha dimenticato i responsabili per più del 90% del turismo di massa, vale a dire le grandi agenzie turistiche internazionali, i tour operatore del viaggio chiavi in mano, insomma le multinazionali del turismo. La principale causa del "brutto che avanza" è questo tipo di turismo pesante, con i suoi progetti faraonici. Grandi villaggi con piscine, giochi acquatici, ristoranti, bar, parchi di divertimento acquatici, ecc. Tutto all'insegna del grande e dello spreco. Basta fare una capatina nella costa nord di Creta o in certe località di Rodi, Kos, Peloponneso, ecc. per rendersi conto di come stanno le cose.
La Lonely Planet in grande e noi in maniera microscopica apparteniamo all'area del "fai da te".

Ricordiamo a tutti i soci che attualmente siamo circai 200, con una perdita di 20 unità rispetto all'anno scorso e di 40 unità rispetto al 2005. Rischiamo di chiudere e pertanto v' invitiamo a non socializzare troppo le password e magari a fare un po' di proselitismo. Non lo abbiamo mai chiesto, ma purtroppo è il secondo anno che vediamo calare il numero dei soci. Non c'interessa assolutamente di crescere, ma ci dispiacerebbe sparire anche perché con un po' di presunzione, riteniamo di fare qualcosa di buono.
Questo dimostra che il turismo leggero non ha successo. La gente preferisce il viaggio organizzato di tutto punto, senza problemi. Quello offerto dai tour operator e dalle agenzie di viaggio. Sullo scempio ambientale in corso crediamo di non avere responsabilità. Dal punto di vista economico cerchiamo sempre di privilegiare i prodotti tipici e gli operatori turistici locali. Preferiamo che i soldi rimangano nell'isola, alle famiglie dell'isola che affittano i locali e che preparano i pranzi nelle taverne.

Vi invito quindi al dibattito: "Sul brutto che avanza" che non riguarda solo le isole greche e il turismo, ma l'intero pianeta Terra, come tutti sappiamo.
Inizio con una lunga e probabilmente tediosa e imprecisa ricostruzione sulle fasi d'avanzamento del brutto, nella speranza che ciò possa stimolare i vostri interventi, sempre che abbiate la pazienza di leggermi.
Non rassegniamoci al peggio. Parlare, discutere, come diceva un tale caduto di moda, significa già reagire.

Prima fase.
Si costruisce la strada, dove prima c'era un sentiero o uno sterrato impossibile. Gli abitanti reagiscono naturalmente. Sono felici,si sentono meno isolati dal resto del mondo, ma non ascoltano i messaggi d'autodifesa lanciati dal DNA economico che conservano ancora integro. Abbandonano i campi e le reti per darsi al turismo e che, pensano, li renderà sicuramente più ricchi. Costruiscono taverne e camere, spendendo i risparmi accumulati e magari ricorrendo a prestiti bancari.

Seconda fase. La delusione. I risultati sono inferiori alle attese. Invece di arricchire si trovano nei guai. Si sentono demoliti dal peso dei debiti e dal rimpianto della perduta tranquillità. Non sanno più cosa fare.

Terza fase. Arriva l'esperto d'economia e finanza. Prospetta il miracolo economico. Per far crescere la domanda di turismo occorre affidarsi agli esperti del settore. Si chiamano "tour operator". Sono loro che spostano la gente da una parte all'altra del mondo. Senza di loro non si fa nulla. Il passaparola, spiega l'esperto, non funziona, ci vogliono anni per avere qualche risultato. Per ottenere risultati subito occorre investire in pubblicità. Per questo è necessario affidarsi completamente alle grandi agenzie internazionali.
Il tour operator interpellato, arriva, osserva, pretende di affittare direttamente le case che i privati mettono a disposizione per tutta la stagione. Paga poco, ma in compenso promette di far arrivare subito tanta gente. I proprietari delle stanze si fanno convincere, cedono le loro case. Ma non basta. L'operatore turistico sostiene che bisogna partire con il piede giusto. Si deve cambiare qualcosa. Bisogna trasformare la località, renderla più attraente, fornirla di tutto quello che è necessario per soddisfare la domanda. Per cominciare, occorre migliorare ancora strutture e infrastrutture. Termini sconosciuti al contadino, all'allevatore e al pescatore. Altre parole si aggiungono: viabilità e mezzi di trasporto. Le strade devono essere più larghe e più comode, in modo da permettere una visita rapida dell'isola, magari con mezzi di trasporto collettivi.
Le località devono essere trasformate in modo da offrire di più. Si devono soddisfare le diverse esigenze. Deve aumentare la comodità soprattutto. Non c'è da stupirsi che la comodità sia la carta vincente. E' sempre stata la principale ragione, per la quale si sono inventati beni e servizi. Una buona parte delle invenzioni si è rivelata un fiasco. Il coltello elettrico, la bistecchiera elettrica, il vogatore, il tosta pane, lo spremi aglio e moltissime altre cianfrusaglie, accatastate nelle cantine delle nostre case. Si usano a fatica per un po' e poi s'accantonano, perché fanno perdere più tempo degli arnesi vecchi. Oggetti inutili e scomodi? Non importa l'importante è averli acquistati, poiché contribuiscono a far girare l'economia
Così per le offerte turistiche. Proposte d'intrattenimento senza senso, giochi demenziali, escursioni di gruppo di una noia mortale, con il gregge irreggimentato dietro il pastore saccente. Non importa è tutto compreso nel prezzo per far girare l'economia.
La gente in vacanza vuole vedere, ma non solo. Ha bisogno di riposare. Dopo un anno di lavoro si devono rigenerare le batterie scariche. Non ci si deve affaticare troppo, ma è d'obbligo un po' d'attività sportiva. Perciò nelle spiagge ci devono essere anche ombrelloni e lettini, noleggio di wind surf, possibilità di diving, animazione, tiro con l'arco, ecc.
Dietro la spiaggia devono operare le infrastrutture per l'accoglienza: taverne, bar, locali per lo svago serale, qualche negozietto ben rifornito, magari una farmacia e un medico. Più strutture ci sono, più gente arriva. I comuni devono aiutare gli imprenditori turistici con finanziamenti agevolati e con la costruzione d'altre infrastrutture.
La terza fase è molto lunga, può durare anni, specialmente in Grecia, dove l'iniziativa imprenditoriale ha sempre lasciato a desiderare.

Soddisfatte le pretese dei tour operator si passa finalmente alla quarta fase.
L'isola viene pubblicizzata nei depliant, portata a conoscenza del grande pubblico come meta esclusiva, tranquilla, ecc. Comincia ad arrivare un buon numero di turisti, per il 90% inviati da tour operator e agenzie che in pratica requisiscono gran parte delle strutture a disposizione. Al "fai da te", specialmente in alta stagione, rimane ben poco. Chi arriva senza prenotare deve ricorrere a sistemazioni d'emergenza, magari con il sacco a pelo steso su una panchina o sull'umida sabbia di una spiaggia. Terminata l'alta stagione, la località si svuota, le strutture rimangono sfitte ad eccezione di quelle gestite direttamente da agenzie e tour operators che un po' di persone riescono sempre a rimediare. L'errore fondamentale degli improvvisati operatori turistici locali è di sfruttare al massimo il periodo d'alta stagione, puntando sui prezzi alti. Si costruiscono altre strutture. Aumenta l'accoglienza fino a quando ci si rende conto che una parte delle strutture fatica ad affittare nel periodo di massimo afflusso. Ma ormai è troppo tardi. A quel punto la località turistica è satura e destinata a perdere d'interesse per motivi facili da comprendere. Primo fra tutti la perdita di posizione. Troppo turismo fa perdere le caratteristiche originali del luogo. L'affollamento degrada l'ambiente. Troppe luci, troppi rumori, troppi rifiuti, troppo cemento. In poche parole l'impressione del brutto che avanza. A quel punto inizia la fase di recessione. Il flusso turistico decresce, chi si è indebitato troppo deve vendere a prezzi bassi. La località si svaluta. Quel che è peggio, però è che l'illusione portata dal boom turistico, non svanisce, rimane, nonostante i magri risultati. L'economia dell'isola non riesce a trovare altri sbocchi e tornare indietro non è più possibile. A quel punto l'economista consiglia di rischiare il tutto per tutto. Un esempio, la Sicilia: Il complesso mostruoso con annesso campo di golf a 18 buche, proposto a Sciacca oppure il mega paese dei balocchi che una compagnia più siculo - mafiosa che svizzera, vorrebbe edificare a Regalbuco. A quel punto all'ingresso dei paesi sarebbe opportuno piantare una croce. Gli esempi nel nostro bel paese si sprecano, questi sono solo gli ultimi in ordine di tempo.

Come ho spiegato, l'esposizione delle fasi è approssimativa, sintetica e imprecisa. Si tratta di una bozza. In molti casi lo sviluppo si ferma alla prima fase o alla seconda. L'esperto d'economia e di finanza non va certo dappertutto. Purtroppo è la quarta fase che avanza. Provate ad andare a Creta in agosto (o anche in settembre), nelle località più conosciute, a nord o a sud, senza aver prenotato. Tutto è in mano di tour operatore e agenzie. La stessa cosa a Mikonos, Santorini, Paros, Kos, Rodi, Skiathos. Non solo le isole maggiori sono coinvolte in questa fase. Nel 2006 ho verificato con sorpresa l'ingresso di piccole isole come Chalki e Nissiros, mi ha impressionato la decadenza di Kalimnos che mi è parsa un'isola all'asta.

Qui mi fermo, ora continuate voi (se ne avete voglia).

http://www.easyfreeforum.com/wwwasteriskit/ indico questo forum, forse un po' provocatorio, ma che sicuramente farà riflettere, a coloro che volessero approfondire le tematiche economia - ambiente

Alberto


Ultime brutte notizie da NAXOS
Brutte notizie ci giungono nel settembre 2008 da Elena e Andrea Giaretta. La mania dei porti da diporto ha contagiato anche la Grecia con conseguenze devastanti anche per Naxos. Quella, che era fino a poco tempo fa, il paradiso di Naxos ha cambiato aspetto, in seguito ad una devastante cementificazione. E questo è solo l'inizio. Noi italiani, che della distruzione delle coste siamo maestri, ne sappiamo qualcosa. Dietro i porticcioli turistici lungo le coste e dietro gli impianti sciistici in montagna si cela la più odiosa e improduttiva delle speculazioni edilizie. Uno spreco di risorse produttive accompagnato dalla rovina dell'ambiente a senso unico: far arricchire poche persone togliendo a tutti gli altri la bellezza del paesaggio. La crisi economica che ci attanaglia mentre scriviamo è dovuta proprio a questi sprechi. Iniziative improduttive che provocano danni ambientali che ricadono pesantemente sulle popolazioni e che dalle stesse saranno pagate. Purtroppo noi italiani possiamo dire poco. Siamo i professori del mal agire. Il cemento sul nostro territorio avanza ad una velocità di ben cinque volte superiore a quella di Francia e Germania.
Una piccola buona notizia ci da una tenue speranza. Viene dal sindaco di un piccolo paese virtuoso: Cassinetta di Lugagnago che ha deciso di fermare il cemento. Interessante l'intervista a questo sindaco coraggioso. Da leggere.

Il nuovo porto di Kalandou



MILOS, un'isola al massacro

"D'altronde, la natura, per tutti i setimenti che destava in me, mi pareva quel che c'è di più opposto alle produzioni meccaniche degli uomini. Meno portava la loro impronta più offriva spazio all'espansione del mio cuore."
Marcel Proust: "La strada di Swann", parte terza.

Gli interessi economici dell'isola, in un certo senso, sono fortemente contrapposti. Da una parte il turismo che, per ricchezza prodotta, non può competere con l'attività maggiore, relativa all'estrazione di materiali. I dati sono chiari: mentre l'attività d'estrazione produce un giro d'affati di 500 milioni di euro, quella turistica non supera i 50 milioni, con un rapporto di 1 a 10. Nello stesso tempo la maggior parte delle famiglie sono occupate stabilmente nell'attività maggiore e nel suo indotto, mentre l'attività turistica offre solo lavori stagionali. Questa situazione, del tutto originale, rispetto alle altre isole dell'Egeo, porta ad una contraddizione con gravi conseguenze per l'ambiente, dove i margini di mediazione sono esigui. Negli inevitabili conflitti che sorgono, l'attività delle cave è favorita dalle amministrazione pubbliche rispetto a quella turistica, in maniera evidente. Il ricatto occupazionale non viene messo in discussione e agisce pesantemente sulle pretese di sfruttamento delle grandi società che operano nell'isola. Se si seguono i camion che in continuazione percorrono i grandi sterrati della parte nord est dell'isola (ma non solo in questa) si scopriranno degli scempi difficilmente immaginabili. Si pensi ad immensi gironi dell'inferno dantesco con diametri anche superiori al chilometro che scendono in cerchi concentrici fino al mare, che affiora sotto in una miserabile pozza, giù in fondo ad un centinaio di metri di dislivello (Cava di Ag. Gerasimos). I gironi infernali, dove le macchine di movimento terra non si fermano mai per rifornire i camion che partono e arrivano in continuazione, crescono senza sosta, in molti casi mangiando strade e sentieri che conducevano a belle spiagge, ormai raggiungibili solo via mare. Ma chi le raggiunge più quelle spiagge? Non ne vale la pena a causa dell'orrido che le sovrasta. Non manca molto tempo che il visitatore che, raggiunta l'isola dall'alto con l'aereo, vedrà al di sotto un immagine che associerà immediatamente al formaggio groviera. Da una parte dunque, il padrone delle cave si porta via il corpo dell'isola per trasportarlo in paesi lontani per aumentare la cementificazione di altre zone ancora libere, dall'altra le imprese di costruzioni continuano, con più moderazione, ma ininterrottamente, a costruire nuove strutture turistiche, molte delle quali superflue, che forse saranno abitate solo nel mese di agosto.
Non c'è da stupirsi è quello che succede un po' dappertutto, imposto da un modello di sviluppo che impone la crescita infinita anche In modo distruttivo per ragioni di modernità, come sosteneva un celebrato economista del passato, tale Schumpeter, che aveva coniato un celebre ossimoro," la distruzione creatrice".


Cava di Ag. Gerasimos

Cava nei pressi di Voudia


La Centrale Geotermica di Milos non esiste più, una decina di anni fa è stata sostituita da una normalissima centrale a gasolio. Eppue per molti anni era stata il vanto dell'isola, capace di non dipendere dal petrolio e di utlizzare energia propria. Ordinata a Larderello da una ditta conosciuta per la sua esperienza nela geotermia, sfruttava soffioni esistenti nel sottosulo. Solo che un giorno all'improvviso la centrale è esplosa e il soffione è letteralmente schIzzato ad un centinaio di metri d'altezza, ricandendo e cospargendo della sua sostanza i campi intorno alla centrale. Fortunatamente non ci furono né morti e né feriti, ma lo spavento fu tale che gli abitanti decisero di reintrodurre il petrolio. In questi anni anche a Milos, come in molte altre isole ventose dell'Egeo, si pensa di sostituire l'oro nero, sempre più costoso e scarso, con l'enegia del vento, nonostante non manchino i soliti esteti che gridano allo scempio paesaggistico, magari gli stessi che fingono di non vedere che l'isola si sta trasformando in un enorme groviera.
Turismo e presenze sono in continuo aumento sebbene l'isola sembri mal sopportare i pienoni estivi. L'aria, in alta stagione, risulta abbastanza inquinata, rispetto alle altre isole, a causa dell'intenso traffico di motorini, bus, auto e anche mezzi pesanti. Per via dei rifiuti, Milos si distingue per l'originalità del sistema di smaltimento. Considerata l'abbondanza di buchi sparsi in diverse zone dell'isola si è pensato di usare i rifiuti come tappi di copertuta da costruirsi a strati: uno strato d'immondizia e uno strato di cemento. Una pensata davvero geniale per rimediare allo scempio ambientale: una peggiore sinergia ambientale non si poteva attuare, ma l'importante è nascondere il brutto che avanza in modo che non veda e che non si senta senza preoccuparsi dove arriverà.


Foto di Andrea Della Santa a testimoniare il brutto che avanza

Isola di Serifos, spiaggia di Ag. Sostis
Autore: Andrea DS Data: 17/5/2007 ore 16:47
Torno in Grazie ogni anno per un mese da 10 anni, non sopravvivrei senza, parlo con i locali e cerco di "seminare" e di dare l'esempio. Visito isole ai margini e isole turistiche. Le uniche croci le ho messe, per ora, su Rodi e su Kos. E secondo me sono definitivamente perse. Come voi ho la speranza che le altre si possano ancora salvare, ma non sono cosi' ottimista. Ovvio che tutto cio' non dipende solo dalla Lonely Planet.

Sono ben altri i motvi per cui a Noxos, per fare un esempio, spuntano freneticamente villette a schiera e studios. E' chiaro che sono gli operatori turistici ad aver deciso che i 20 km di spiaggia bianca di Naxos sono perfetti per i loro scopi, che la distanza dal Pireo e' accettabile e che l'aeroporto puo' ingrandirsi. Ma quando vedo devastare piccoli gioielli a Serifos o ad Astyplaea, solo per costruire uno studios in piu,’ o tratti di costa a Folegandros, solo per costruire qualche chilometro di strada.... beh il dubbio che non sia solo colpa di “forze piu' grandi di noi” mi viene. I greci ci stanno mettendo del loro e noi tutti stiamo solo incentivandoli. Viaggiamo leggeri, siamo rispettosi, ci piace la spiaggia solitaria e la taverna con le sedie blu e le posate tutte diverse. Ci piace imparare il greco e parlare con i locali. E ci piacerebbe che tutti fossero duri e puri come noi. Inguaribili romantici, crediamo che la popolazione locale sia cosi' oculata e preveggente da capire quello che nessuno in Italia o in Spagna ha mai capito, con i risultati ambientali che ci ritroviamo. Ma non e' cosi'.
La popolazione locale segue l'unico modello economico che ha a disposizione: come dice Alberto costruisce qualche studios e qualche strada, mette su qualche barca, affitta motorino o gommoni. Poi si accorge che non basta, ma nessuno spiega loro cosa fare di diverso e nessuno offre aiuti concreti, cioe' soldi. E intanto il brutto avanza… Io credo, e questa e' la mia vera provocazione, che le isole della Grecia dovrebbero avere una tutela ambientale rigorosissima a livello CEE o Unesco, che noi cittadini europei dovremmo esser disposti a pagare per questa protezione, che tutti i turisti dovrebbero pagare sia in termini di costi fissi (ad es. tasse di ingresso) sia in termini di tariffe (camere, cibo, prodotti locali). Sempre nell'ipotesi che i governi locali siamo in grado di gestire questi fondi, ma secondo me potrebbero esserlo. Tutto cio' renderebbe meno vera e sincera la nostra Grecia? Puo' darsi, ma se potessi scegliere un destino per le mie isole dell'Egeo, non potendo fermare ne' il tempo ne' il corso dello sviluppo economico sceglierei un destino da Ile du Porquerolles o da Corsica (protettissime e care), non certo da Baleari o da Sardegna...


Robero Mucci - Patmos aggiornamenti agosto-settembre 2008
Per gli " amanti " del brutto che avanza che non si capisce per quale motivo non dovrebbe intaccare anche la Grecia e e le sue isole che sono meta di milioni di vacanzieri di tutti i tipi durante l'anno, segnalo l'inopportuna installazione di due pale eoliche sopra la spiaggia di Lampi, visibili anche da altre parti dell'isola.
Continua l'ampliamento del porto per uso diportistico e per imbarcazioni dei pescatori, almeno cosi' mi e' stato riferito.,una chiatta sta sistemando i blocchi sui quali verra' costruita la banchina, e in giro c'era un via vai di camion pieni di pietrisco che veniva scaricato per il riempimento e che alzavano un sacco di polvere e che qualche fastidio arrecava. Vedremo come andra' a finire. Ma in questa sezione potrebbero finire un negozio gestito da cinesi che vende paccottiglia varia e qualche locale notturno. Ma l'isola ha offre parecchie risorse per cui non e' difficile sfuggire a tutto questo.

Nota di Alberto (senza alcuna polemica con Roberto, che ringrazio per l'opportunità d'intervenire).
Qualche secolo fa anche i mulini a vento venivano considerati paesaggisticamente brutti. Ne è prova Cervantes che manda il povero Don chisciotte a combatterli, come mostri, nemici travestiti. Oggi, io sono il primo a fotografare i loro scheletri e a rimpiangere la loro antica funzione. Così come fotografo le nuove macchine eoliche, non come una bruttura del paesaggio, ma come nuovo mulino a vento, cura necessaria contro il brutto che avanza. E' forse meglio una centrale termica con il suo pennacchio di fumo e la sua puzza? O una centrale atomica?


Lavori al porto (foto di Roberto)

Pale eoliche (foto di Roberto)

 

Andrea Della Santa CRETA - XEROKAMBOS - agosto 2008


Andrea e Anna http://www.xerocamboscreta.com
Nel 2003 - 2004 ci eravamo fatti incantare da Andrea e Anna che cosi ci scrivevamo:
" Vi invitiamo a cliccare su questo magnifico sito di Andrea e Anna che hanno deciso di trasferirsi in uno degli ultimi paradisi del Mediterraneo. Nel sito ci sono tutte le notizie per una meravigliosa vacanza "leggera" e se occorrono ulteriori informazioni, basta contattare i nuovi soci onorari degli "Amici delle isole greche". Prima però dovete leggere le righe che seguono, altamente educative, per comprendere il ruolo che può avere un turismo consapevole.
"Ho letto anche il microcommento su Xerocambos che era nelle Vostre pagine, e devo dire che suona un po' bugia, nel senso che non é vero che tenendo nascosto un posto del genere si possa in qualche modo salvarlo! Qui, come avete ben notato Voi, i Greci usano i finanziamenti U.E. per aprire strade turistiche a casaccio (dove c'e' una spiaggia lì vanno con l'asfalto) e senza calcoli di impatto ambientale di alcun tipo; a valanga poi vanno appresso con investimenti privati che (complice una normativa, che definir demenziale é dir poco!!) sembrano fatti apposta per replicare all'infinito le mostruosità edilizie che son posti come Hersonissos, Màlia o Chanià. A conferma di ciò che dico per Xerocambos tieni presente che il Comune di competenza, che é Ziros, ha depositate ed in via di approvazione circa 120 licenze edilizie, tutte riguardanti palazzine da due piani, che con opportuni accorgimenti furbeschi possono diventare poi da tre, tutte ammucchiate a 5 metri una dall'altra oppure anche attaccate, tutte con fosse biologiche (manco a parlarne di un depuratore generale, vista la massa prevista di alloggi!!), tutte in stile cubico finto moderno e con colori pastello dei più svariati, insomma uno scempio. Tieni presente, tanto per capir meglio che succede qui, che una laguna costiera punto di stazionamento di migratori invernali (aironi, garzette, cigni, fenicotteri, ecc....), la usano per scaricare i materiali inerti di risulta degli alloggi che stan costruendo! E tutti buoni e tutti zitti, anzi se minimo l'autorità archeologica che in realtà pone freno allo sviluppo esasperato allenta la presa e svincolasse qualche area si potrebbe subito pensare magari a spianare una duna mediterranea (di incredibile bellezza) per farne una spiaggia con gli ombrelloni ed un bel ristorante finto-tipico!! Questo succede in Grecia oggi, lo sviluppo é questo, tanti begli appartamentini microbici per un turismo idiota, che chiede poco, ma l'aria condizionata la vuole, e per dargliela i Greci devastano a suon di dinamite la Baia di Aterinolaco (di fronte a Koufunissi, isola meravigliosa e disabitata, con tanto di rovine di Anfiteatro e Porto Romano, una perla vera, una delle ultime del Mediterraneo, meriterebbe di essere Parco Nazionale!), devastano per fare una centrale elettrica alimentata a gasolio, con relativo porto di approdo per le petroliere (come se poi questo mare non fosse un pericolo reale per la navigazione, e se ti metti pinne e maschera hai solo che da vederlo con i tuoi occhi, relitti di navi antiche quante ne vuoi intorno a Koufunissi, "cronaca di un disastro annunciato"?). Non parlarne, nascondere un posto così vuol dire per me condannarlo! Credo che si debba invece farlo conoscere, perché possa giungere qui un turismo maturo, che faccia anche i suoi investimenti ma che se ne appropri con cervello per salvaguardarlo davvero.
L'isola di Koufunissi é totalmente disabitata, fino all'anno scorso funzionava un servizio turistico con un battello che portava una cinquantina di Turisti alla volta su una delle sue splendide spiagge (partendo dal porticciolo di Makrigialos, costa sud); servizio che però quest'anno é stato soppresso per disaccordi tra il Comune di Lithines e quello di Makrigialos su chi dovesse godere del ricavato
. "
Convinti che ci tenessero alla tutela ambientale, li abbiamo nominati soci onorari.

Andrea Della Santa nell'agosto del 2008 ha trascorso 12 giorni a Xerokambos, contattando Annna e Andrea. Ecco le sue impressioni scritte direttamente ad Alberto:
"A questo proposito, volevo intanto segnalarti, in modo diretto e "riservato", di alcune incogruenza tra quanto diciamo sul sito riguardo a Xerocampos e la realta' che ho trovato. In particolare, io mi sono affidato, per la ricerca e la prenotazione dello studios, ad Anna ed Andrea, nostri soci onorari, gestori del sito xerocampos da noi pubblicizzato e da molti anni residenti in loco. Purtroppo la situazione edilizia di Xerocampos e' abbastanza disastrosa, stanno spuntando un'infinita' di orribili costruzioni, che deturpano la (ex?) meraviglia sia per lo stile che per la posizione.
E purtroppo questi sono proprio quelli che propone il sito di Anna e Andrea in una sorta di servizio agenzia, non proprio trasparente (prova a guardare il loro sito: secondo te gli studios presenti sono quelli su cui loro hanno una commissione o sono quelli che loro consigliano?). Io avevo capito la seconda e ho mi sono fatto consigliare. E cosi' mi sono trovato a dormire negli Ziros Apartment, capofila delle orribili costruzioni di cui sopra. E non mi e' neppure andata malissimo, perche' altri "consigliati" da loro (ad esempi i Villa Paris, basta il nome...) sono ancora peggiori! Fatto sta, che mi sono ritrovato di fronte ad un piazzale di ghiaia, con sotto un orribile bar con le luci al neon, in mezzo a cantieri di altri studios simili che stanno sorgendo come funghi. Dentro, un bello studios, curato, niente da dire... ma a me solo vedere gli infissi di alluminio e le persiane alle finestra fa venire l'orticaria. Per non parlare di aprire la finestra e' vedere attorno altre robe simili. Questa e' la zona della nuova "prima fila" di Xerocampos, una sfilza di studios di tutti i colori dell'arcobaleno che si allineano belli fieri lungo una nuova strada asfaltata senza senso che corre a 2 metri da ex-deliziose spiaggiette.
Dietro, 1 km indietro!, immerso nell'oliveto, c'e' il vecchio paesino, e li' resistono ancora alcune vecchie costruzioni, i CRETA SUN e i Villa Petrino. Gli unici consigliabili. Ma anche temo che anche queste isole felici tra poco saranno accerchiati dalla demenza della nuova edilizia, questa volta di seconda fila, che procede inesorabile a gonfie vele. E cosi' su Xerocampos si potra' mettere una croce. Tutto questo non c'entra nulla con la assoluta gentilezza di Anna e Andrea su cui non ho niente da dire. Tra l'altra i nostri amici di vacanza hanno avuto la figlia con un attacco di appendicite (operata la sera di urgenza!) e Anna e Andrea sono stati molto carini. Ma se parliamo di conservazione del territorio, turismo leggero e bellezza, credo che loro non possano essere i nostri riferimenti li' Mi fa sorridere che Andrea sollevi certi allarmi sul nostro sito e poi proponga per dormire proprio quel genere di studios. Non credo che questo approccio sia coerente con il nostro. O forse mi sbaglio e sono troppo severo...???
"


Il "brutto che avanza" Autore: Giancarlo Bedini Data: 16/5/2007 ore 19:41
Rispondo all’invito del forum con un po’ di ritardo, ma il tema non può essere lasciato cadere. Credo che la “provocazione” di Andrea sia un po’ controproducente e confonda gli effetti con le cause.
Come ha ben illustrato Alberto, i meccanismi che portano al degrado dell’ambiente originario ed alla omologazione del turismo di massa, sono profondi e strutturali , dipendendo da un sistema fondato sulla “crescita” tout court , in barba al tessuto sociale e alle forme economiche stanziali, crescita che, peraltro, risulta molte volte puramente virtuale per le popolazioni, non senza però aver lasciato sul posto i segni pesanti delle deturpazioni territoriali . I soggetti che alimentano tale indirizzo sono appunto gli operatori turistici internazionali.
Certamente, a tale spinta di fondo non ci può opporre, o meglio: non ci si può opporre in quanto “amici delle isole greche” con gli strumenti del sito e dell’associazione, mentre in altre sedi ognuno può, se vuole, impegnarsi sul piano culturale e/o politico.
Detto questo, credo che il problema non sia quello per noi di “guidare i flussi turistici”, oppure di mettere “croci” sulle isole, fino a che non ne rimanga più nessuna di visitabile, ma di continuare invece ad esercitare e coltivare il turismo alternativo, anche negli stessi posti dove il turismo pesante ha messo o tenta di mettere piede e provare a vedere e a raccontare le cose che altri non vedono , quelle belle (che sono ancora tante) e quelle brutte. Non credo che un tale tipo di turismo, che, ripeto, è un atteggiamento e un modo di vivere i luoghi, debba andare alla ricerca di posti senza gente (paradigmatico è il riferimento a Tilos come “ultima spiaggia”). Piuttosto si tratta di cercarla la gente, intendendo per gente le comunità locali dotate di una propria identità sociale e economica ( e ce ne sono ancora) e magari che ti offrono qualche servizio di barca per le spiaggie. Continuiamo dunque a girare, ma decidiamo noi quando, dove e come . Saluti a tutti. Giancarlo

il"brutto che avanza" Autore: Giovanni RICCIARDI Data: 17/5/2007 ore 10:26
Sono d'accordo con Giancarlo BEDINI.Ogni isola è un microcosmo ed anche quelle crocifisse dal turismo di massa hanno da offrire ad occhi attenti situazioni interessanti. Credo che il fine non sia solo quello di scoprire e tutelare le spiagge a 5 stelle, ma anche quello di stabilire legami e rapporti con la popolazione locale, approfondire e continuare a studiare quella cultura, trasmettere la propria, contribuire quindi a creare una rete relazionale che nel tempo non potrà che evolvere positivamente. E'importante pertanto tenere e continuare a mantenere un approccio comportamentale idoneo "leggero", perché il rispetto e l'esempio sono il veicolo migliore, seppur lento, per attivare quelle energie locali che pur ci sono. I semi gettati in questo modo, in un suolo che credo fertile, sbocceranno nel tempo, ne sono convinto perché quella è una terra orgogliosa, con un legame stretto con le tradizioni ed una difficile storia.

Stefania Pampagnin - Pserimos -aggiornamenti - agosto 2006

Per continuare con le note negative, abbiamo notato se non un degrado una notevole incuria nell’ambiente. Il porticciolo e’ pulitino e carino, cosi’ come lo sono le case e i giardini privati, della zona interna, ma le zone pubbliche uliveto compreso sono piene di plastica e piccoli rifiuti, molto piu’ che in altre realta’ analoghe. Abbiamo infine notato che specialmente nella zona affacciata verso la troppo vicina Kos il mare non e’ cosi’ limpido come ci si potrebbe aspettare. Anche questo e’ brutto che avanza? Secondo noi si, anche se fortunatamente non e’ un brutto cementificato. Ma l’azzeramento di quasi qualsiasi cosa che non sia lo sfruttamento del turismo nella sua forma piu’ spersonalizzata, per di piu’ portato avanti in modalita’ totalmente passiva, ci ha lasciati davvero con poche parole. Pserimos e’ forse l’unica isola dove dietro all’immancabile patina turistica non siamo riusciti a cogliere quel consueto qualcosa che rende ogni isola diversa dall’altra e le conferisce personalita’.
Spezziamo adesso anche una lancia per quest’isoletta di per se’ potenzialmente incantevole: oltre alle spiagge deserte di cui abbiamo detto resistono particolari deliziosi che fanno intuire sprazzi di quel carattere che non siamo riusciti a ritrovare.
Bellissimo e’ vedere la barca delle balle di fieno attraccare quotidianamente al moletto di servizio, o raccontare alla vecchietta di cucina tipica genovese nel nostro greco improbabile, dopo averle comprato una scorta per l’inverno composta di pacchetti profumati di salvia e origano. La barca delle balle di fieno Anche le rarissime occasioni di relax con i padroni di casa, Nicola e Anna sono state molto piacevoli. Nicola lamenta la poca attenzione da parte dell’amministrazione di Kalymnos, meno attenta a suo dire ai bisogni dell’isola di quello che potrebbe essere la piu’ ricca Kos. Chissa’ se davvero sarebbe cosi’. Nicola consiglia caldamente a tutti quanti gli chiedono consiglio di visitare Pserimos non piu’ tardi di meta’ giugno e non prima di meta’ settembre, per avere modo, dice testualmente, di vivere l’isola nella sua autenticita’ e per riuscire ad avere con i locali un rapporto migliore del ‘ben svegliato’ e ‘buonanotte’ a cui lui per primo e’ costretto dai ritmi frenetici dell’alta stagione.

Stefania Pampagnin - Arki aggiornamenti- agosto 2006
Dopo le prime timide avvisaglie degli anni scorsi il brutto sta purtroppo arrivando anche ad Arki, o forse sarebbe meglio dire la brutalita’ e la mancanza di sensibilita’.
Che nelle isole si costruisca a tutto spiano non e’ purtroppo una novita’ ma come sempre ci sarebbe almeno modo e modo.
All’ingresso del fiordo, opposto al molo, e’ spuntato lo scheletro di una nuova costruzione a due piani, a detta del gossip di paese commissionata dai proprietari della grande e lussuosa tenuta all’uscita del paese verso Porto Stretto (i cosiddetti ‘Australiani’), pare a scopo privato . Non sarebbe la prima casa nuova che spunta sull’isola, il fatto e’ che questa, per quanto bella potra’ essere una volta completata, e’ assolutamente sproporzionata come taglia rispetto a tutte le altre costruzioni, e soprattutto nasconde completamente alla vista la chiesetta a mezza costa che faceva parte integrante del panorama per chi entrava nel fiordo.
Alla casa si affianca ovviamente un nuovo stradone (sterrato). Come un nuovo stradone (anche questo sterrato) e’ stato aperto a proseguire la via che arriva a Porto stretto, verso le nuove case, ormai ultimate, che si trovano sulla collina subito prima del varco per Tiganakia.
In definitiva il percorso per la Laguna Blu e’ adesso su strada fino all’altezza del varco con il cartello, che si raggiunge ormai con solo poche decine di metri residui di traccia sterrata. Il percorso a valle del cancelletto e’ invece lo stesso di sempre, su tracce di sentiero. O almeno lo era fino ad agosto 2006 epoca della nostra ultima visita, perche’ con genuino orrore abbiamo scoperto che la zona dietro la baia e’ stata lottizzata (!!!) per la costruzione di non si capisce se una villetta privata o di alcuni studios da affittare. Abbiamo chiesto ai tecnici che venivano a prendere le misure e sono rimasti sul vago, quello che pareva il capintesta (i beninformati dicono un architetto di Patmos), ha bofonchiato che si sarebbe trattato di una piccola casa per lui, mentre in paese si mormora, appunto, di case da affittare. In ogni caso sara’ uno scempio. Anche se la distanza regolamentare dalla costa sara’ rispettata come parrebbe, la bellezza di Tiganakia era questo essere cosi’ selvaggia, di chiuque vi posasse piede per un attimo, di nessuno e poi di altri l’attimo dopo. Con una casa alle spalle, l’inevitabile strada e plausibilmento l’ampliamento del moletto, la magia sara’ destinata a finire. Pare che nessuno riesca a comprendere questo aspetto, forse troppo sottile, che a noi sembra invece di una violenza gretta e piu’ che gratuita. Anche in paese le reazioni sono terra terra, spiace dirlo. Chi gestisce una taverna si augura che si tratti di case in affitto senza posto di ristoro per aumentare il bacino di utenza senza che aumenti la concorrenza, chi affitta camere auspica il contrario e tutto finisce li’, salvo il fatto di accennare che si tratta di iniziative prese da gente talmente intoccabile da rendere vano ogni tentativo di resistenza.
Abbiamo pensato che le nostre estati ad Arki sono sul punto di finire; nel 2007 torneremo, e si vedra’ cosa ne sara’ del nostro piccolo gioiello. Una terza strada sterrata e’ stata aperta: corre alta sopra il paese dalla zona del serbatoio dell’acqua fino alla Panaghia. Questa in realta’ permette una passeggiata inedita e molto bella, con scorci sulla parte coltivata di Arki, compresa la visuale di una splendida tenuta tradizionale altrimenti invisibile.


Ecomostro in costruzione


affollamento barche a Tiganakia

Wanda Bennati - Patmos aggiornamenti- giugno 2007
Il brutto avanza: Anche qui purtroppo, la frenesia edilizia non si ferma davanti a niente. L’esempio più scandaloso sul tratto di costa a nord di Kampos: proprio a ridosso della piccola deliziosa spiaggia immediatamente successiva a Vagia (in direzione nord) è sorto un orrido complesso di studios, su un’ampia superficie di terreno circondata da un muro che arriva fino all’arenile e raggiunta da una nuova enorme strada, per ora sterrata (ma temo non ci vorrà molto prima che venga asfaltata) che ha completamente distrutto il sentiero-mulattiera che, snodandosi parallelamente alla costa, permetteva di raggiungere a piedi Kampos partendo da Livadi Potithu. Ora quindi dalle due spiagge “gemelle” che da quest’ultima si incontrano sulla costa verso Kampos, bisogna poi necessariamente risalire alla strada asfaltata; accesso proibito perfino dalla/alla sterrata di cui sopra, sbarrato da nuovi muri a secco ricoperti di rovi o da cancelli e recinti che prima non esistevano. Altre nuove costruzioni e nuovi cantieri un po’ dovunque, come ai piedi del sentiero che porta a Psili Amos: qui almeno hanno lasciato la possibilità di ricongiungersi al sentiero stesso (cancellato nella prima parte da una nuova villetta padronale) aprendo e richiudendo un cancello e aggirando il muro di cinta della proprietà. Non ho potuto documentare fotograficamente quanto sopra, ma chi conosce le zone di cui parlo per come erano avrà una brutta sorpresa proprio come quella che ho avuto io tornando dopo cinque anni di assenza. Ciò detto, l’isola resta affascinante per l’atmosfera unica che la pervade. La domanda è: quanto durerà?

Enrico Pallini - Kofounissi -agosto 2007
E' fine Agosto e la gente è stipata in 4,3 kmq. "Full Full" mi dicono ovunque dopo lo sbarco con il mitico ferry "Skopelitis" partito da Naxos. Il colpo d'occhio è agghiacciante per chi è abituato a partire a fine Maggio . Un continuo flusso di turisti sia nel porticciolo che lungo la chora. L'italia fa la parte da leone con un buon 80% di presenze... E' vero, le sfumature del mare incantano... Qualcuno urla " E' Sardegna!"...Bene! Perché non andate in Sardegna evitando un viaggio sicuramente più lungo e faticoso e spendendo forse anche meno?
Delle due rooms che mi mostra "Finikas"quella da 35 euro è con una sola piccolissima finestrina dietro al letto...Gli rido in faccia e gli dico che per 5 euro la prendo. Ride anche lui ma è chiaro che è per l'imbarazzo della sua richiesta....Quella da 40? No comment. Gentili signore affittano cantine e loculi senza aria e finestre a prezzi indecenti (minimo 35 euro).
Faticando non poco trovo alloggio da "Melissa" (tel: 71454). Anche qui stanza con un'unica misera presa d'aria per 40 euro. "Melissa" arriva a 35 quando sto per declinare fingendo di soffrire di claustrofobia.
Il mare incastrato negli scogli crea atmosfere suggestive? Non oggi... Piscine naturali dove, in pochi metri quadrati, si accalcano donne costumate (italiane ovviamente) che con occhio moralista tengono d'occhio i pochissimi coraggiosi naturisti. Diciamo la verità, spiagge insignificanti se non fosse per il colore del mare....Non ho visto questa meravigliosa sabbia bianca di cui parlano ingannevoli importanti riviste turistiche. In una vecchia e attendibile cartolina trovata ad Amorgos ho visto una vergine Ormos Pori. Un sogno, oggi appena la sufficienza...Visivamente rovinata da un bar-taverna verso la fine del golfo e da nuove costruzioni che macchiano un paesaggio un tempo incontaminato...Comici tentativi di installare orribili ombrelloni dai colori improbabili nonostante il vento che imperversa...Coppie che giocano a racchettoni accanto a bambini urlanti....Addio Ano Koufonissi, a non rivederci più. 29 Agosto, il giorno dopo, scappo con l'instancabile Skopelitis, il mulo del mare. La Grotta di Koufonissi è l'unica immagine che porto con me (Allego foto. Come arrivarci è spiegato nella sezione "spiagge" ). La spilia (grotta) ha una sua spiaggetta. Emozionante vedere alle sue spalle il mare adirato. Mi sarebbe piaciuto raggiungere il mare aperto tramite il "fòro" ma era troppo mosso e all'interno della grotta la risacca era energica.