Escursioni e arrampicate a METEORA

di Carla e Gaio (vedi:soci fondatori)

 

Per gli appassionati di arrampicata le Alpi in primavera sono inagibili per la presenza di neve e ghiaccio. E allora dove si va? Si va ad Arco, a nord del lago di Garda, si va in Sardegna, in Spagna. O si va in Grecia. In Grecia !? Si, la Grecia è terra di montagne anche se nell’immaginario collettivo si pensa al mare e alla stagione estiva. Ecco il breve racconto della nostra esperienza di una settimana in Grecia, a Meteora, a fine Aprile.

Meteora è un posto famoso in Grecia ed in Europa. E’ un possente centro religioso dell’oriente ortodosso, costituito da sei monasteri ancora funzionanti e da un settimo disabitato. Altri quattordici sono andati distrutti, ma le loro rovine sono ancora visibili. Meteora si trova al margine nord ovest della pianura della Tessaglia ( nord della Grecia ) ed è costituito da un insieme di torri di pietra, sopra alcune delle quali sono stati arditamente costruiti i monasteri ( Meteora significa: " che sta in alto nell’aria " ).

Ci siamo arrivati con un giorno di viaggio. Partiti da Bolzano con Carla, mia moglie appassionata alpinista e Mauro guida alpina di Selva in val Gardena, siamo arrivati ad Ancona, dove abbiamo incontrato Claudio, pimpante arrampicatore pure lui e sua moglie, la simpatica Roberta. Imbarcati sulla nuova nave della linea greca Anek siamo arrivati la mattina dopo al porto di Igoumenitsa, davanti a Corfù. Due ore di viaggio per superare le montagne dell’Epiro ( vi ricordate di Pirro ? ) e arrivare alla città di Ioannina e altre due ore per superare la catena del Pindo ( passo di Katara, 1700 mt. ) e arrivare alla cittadina di Kalambaka. Ottimo asfalto, ma strada tutta a curve ( quattro ore per fare poco più di 200 km ! ), paesaggio assai interessante con territorio praticamente disabitato, una benedizione per gli animali e la natura in genere. Qui vive il grifone, un rapace grande quasi come il gipeto.

Distrutti dal viaggio tutto curve, verso le 16 arriviamo in vista della Meteora. Splendida visione ! Ne valeva la pena.

Arriviamo subito a Kalambaka, piccola e ridente cittadina sotto il gruppo più meridionale delle torri e dopo altri 5 km. ci fermiamo finalmente al villaggio di Kastraki, ancora più vicino alle torri. Alloggiamo in una villetta del camping " The cave ", Boufidis Apostolis ( tel. e fax 432/24802 ), che Mauro consiglia perché vicinissima alle vie da scalare. Si vedono due monasteri: San Nicola Anapafsas e Rounasseau.

Cena da Plakias Gardenia, una taverna del paese, vicino alla piazza, e frequentata dai locali. Notoriamente lì si mangia bene e così ci siamo tornati volentieri tutte le sere, passando un paio d’ore gradevoli, ricordando le imprese del giorno e pianificando ( Mauro ) quelle del giorno dopo.

Una cicogna ha fatto il proprio nido sopra un palo della luce in piazza.

La vegetazione è di un verde lussureggiante. Temperatura 15° C, tempo variabile. Turisti zero o quasi. Acquisto 2-3 libretti su Meteora, scritti in uno scadente italiano. In essi si trovano solo notizie sui monasteri, nessuno spiega la geologia del luogo o parla di arrampicata.

     

I Monasteri

Alle otto di mattina passa il primo bus, carico di turisti provenienti da chissà dove, per una visita mordi e fuggi dei monasteri. Tedeschi, italiani, giapponesi,.. intruppati dietro una guida, tutti con il proprio biglietto in mano, dentro ai monasteri,prima in uno, poi subito in quell’altro e in quell’altro ancora. Mah ! Vi risparmio la descrizione dei monasteri. Potete trovare notizie precise o consultando la guida verde del TCI o cercando notizie su internet. Vi dico subito che vale proprio la pena di organizzare un viaggio per vedere Meteora, che l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità. Si resta incantati dalla visione esterna di questi monasteri, sorti tra il XIV e il XVI secolo d. C. Affascinante è la visita delle chiese, le cui pareti interne sono completamente coperte da originali affreschi dell’epoca bizantina.

Stupendo è il panorama, che si può godere dalla sommità di queste costruzioni in cima alle torri.Mauro ci ha fatto notare che i primi monaci fondatori e costruttori dei cenobi sono stati degli alpinisti " ante litteram ". Vi immaginate nei primi secoli del secondo millennio arrampicare senza le odierne attrezzature con difficoltà stimate di IV e V grado ? E poi portar su i materiali da costruzione ? E lo sapete che fino al secolo scorso i monasteri erano raggiungibili solo con scale di legno pieghevoli ( come il metro dei muratori ), di cui rimane un esempio a San Nicola, o con sistemi a carrucola con rete appesa ? Pauroso ( e ammirevole dal punto di vista alpinistico ) !

Tutti i monasteri,tranne quello di Ypapantis, sono visitabili ; ora ci sono scale scavate nella roccia. Si può vedere la chiesa, nei più grandi il museo, ed il panorama sempre stupendo. A me, quelli che sono piaciuti di più sono i due più piccoli: quello di San Nicola, dove nella chiesa si può ammirare una bella e rara icona di Madonna con Bambino, e quello di Roussaneau, che ora è diventato un monastero femminile.In quasi tutti c’è una stanza per piccoli acquisti ricordo, tra cui predomina ovviamente la vendita di immagini sacre, le icone. Se avete fretta fate i vostri acquisti al monastero, altrimenti andate a Kalambaka. Avrete già capito che personalmente sono contrario alla visita "lampo". Meteora merita infatti un pernottamento in loco ( Kalambaka o forse meglio Kastraki ) ; due giorni possono bastare, ma io ne consiglio almeno tre, non solo per assorbire con calma la spiritualità del luogo, ma anche per apprezzare almeno un po’ le bellezze geologiche e naturalistiche di questo luogo incantato.

Come si é formata la Meteora?

In loco mancano totalmente informazioni geologiche scritte. A Kalambaka in verità ho incontrato un greco, laureato in geologia a Bologna, che sta scrivendo un libretto informativo sull’origine delle torri. Gestisce un bel negozio di souvenir sulla via principale, all’estremità est, davanti ad un negozio di vini e liquori ; vi potrà spiegare a voce molte cose. Anche dal libro di Stutte e Hasse si possono trarre utili informazioni, solo in tedesco.

Meteora era probabilmente il delta di un grande fiume, che 25 milioni di anni fa sboccava nel mare, che copriva l’attuale pianura della Tessaglia. Il materiale roccioso è un conglomerato, cioè arenaria ( sabbia cementificata ) contenente numerosi ciottoli di fiume più o meno grandi. Le torri si sono formate in seguito all’erosione di acqua e vento, che ha asportato il materiale più tenero, lasciando l’attuale "bosco di pietra". L’area delle torri occupa uno spazio relativamente piccolo di pochi km. quadrati ed è distinto in quattro gruppi di torri, che sono alte fino a 300-400 metri.

    L'attività alpinistica ed escursionista

E’ stata "inventata" da due alpinisti tedeschi, Stutte ed Hasse, che hanno anche scritto due belle guide in tedesco ( ma con indicazioni sulle arrampicate con simboli internazionali facilmente comprensibili ), reperibili nelle librerie di Kalambaka. Titolo: Meteora. Klettern und Wandern. Stutte + Hasse, edito da Stutte. Comperate il primo del 1986 ; il secondo è un aggiornamento solo per esperti.

Questi due alpinisti hanno incominciato ad arrampicare a Meteora nel 1975. Oggi tutte le torri sono state scalate e sono state aperte ed attrezzate più di 170 vie.Solo le torri dove esistono i monasteri sono vietate agli alpinisti, secondo i desideri dei potenti monaci. A Kastraki esiste la sede del Club alpino greco, ma non siamo mai riusciti a contattare alcuno. Mauro invece ha incontrato Hasse, che vive per alcuni mesi all’anno in una casa a Kastraki ; gli ha fatto i complimenti per l’enorme lavoro fatto e gli ha chiesto consigli per una nuova via da fare il giorno dopo.

Alcune precisazioni:

Per informazioni precise e per eventuale escursione alpinistica a Meteora da organizzare, contattate Mauro Bernardi, guida alpina di Selva di val Gardena,tel. 0471/794232 oppure 340/2429752.

Il periodo giusto per andare a Meteora è aprile-maggio e ottobre

    Un'arrampicata di Carla 

Oggi andiamo nella zona del monastero di San Nicola Anapafsas, per fare la torre omonima ( Anapafsas ), che è alta solo 100 metri. Per raggiungere l’attacco attraversiamo un boschetto passando in un labirinto di pietra tra alte torri, dove si notano ancora le rovine di antichi monasteri. In 20 minuti arriviamo alla base dello spigolo est. Ci prepariamo e ci leghiamo in cordata. Mauro parte per fare il primo "tiro", agganciandosi progressivamente ai chiodi. Io gli faccio sicurezza dal basso. Arrivato alla prima sosta prevista, tocca a me e a Claudio a salire, assicurati dall’alto da Mauro. Raggiunta la nostra guida, l’operazione si ripete per ogni tiro di corda.

 

 

L’arrampicata qui è molto particolare, un po’ strana. La roccia grigia è un conglomerato. Noi sfruttiamo i ciottoli incastonati nell’arenaria. E’ quasi un balletto sui sassi, che a volte sono molto piccoli, a volte sono enormi. Tutti però danno una buona garanzia di tenuta ed è molto divertente salire. Ad un certo punto però lo spigolo si interrompe. Sopra c’è un tetto, che non siamo in grado di superare. Bisogna fare un "traverso" verso destra, molto esposto e un po’ fastidioso. Alla fine raggiungo il punto di sosta dove c’è un confortante chiodo cementato nella roccia. Mi riposo un po’ e prendo fiato perché qui c’è uno strapiombo da superare. E’ il passaggio chiave ( un quinto meno).

Calma e concentrazione. Puff ! O.k., è fatta. Ora con una diagonale a sinistra ci riportiamo sullo spigolo est. Ancora un tiro e mezzo non più così difficile e siamo sulla cima, lunga e stretta. Berg heil ! Una stretta di mano ed un bacio a Mauro e Claudio. Poi la firma con dedica sul libro di vetta ( CAI Bolzano e CAI di Roma ). Poche le firme italiane. Più numerosi sono i Tedeschi.

Il panorama da quassù è impressionante. Sotto di noi il monastero di San Nicola, sopra quello della Trasfigurazione e la spettacolare torre del diavolo. Più a est si vede il monastero di Roussaneau. Siamo proprio nel cuore di Meteora, le torri della meditazione, che l’erosione ha disegnato in forme tondeggianti e morbide, ben diverse dalle mie Dolomiti.

Da quassù non discendiamo come James Bond con l’aquilone, ma in corda doppia. La discesa è ugualmente entusiasmante. Con due spettacolari corde doppie da 40 mt., scendiamo lungo una stretta spaccatura tra la nostra torre e la torreYpsiloterafels. Gasati alla grande ! Durante il rientro incontriamo le tartarughe con la "gonna". Vediamo altre torri, che per la loro forma hanno preso nomi particolari: il calice ( uno straordinario 5° e 6° grado ), la campana, il fungo, il fuso, la torre cisterna.

Ora, arrivati alla strada, abbiamo di fronte l’enorme mole della torre dello Spirito Santo, lato nord ; nella sua parte inferiore, tra due spigoli, c’è una enorme caverna dove ancora oggi si vedono i resti di balconate di legno e scale sospesi nel vuoto a 70 — 80 mt. di altezza. Erano le prigioni dove venivano segregati quei monaci, che violavano le severe regole cenobitiche.

Carla

Le escursioni di Gaio  

Visto che soffro di vertigine, io non arrampico e allora cammino. A Meteora ci sono numerose possibilità per fare delle belle gite, partendo da Kastraki. Almeno tre sono le camminate da fare, tutte facili. La prima, obbligatoria, è la salita al monastero della Trasfigurazione. In un’ora di cammino, passando in mezzo ad un canyon impressionante, tra due alte torri, si sale al monastero seguendo l’antico sentiero dei monaci. Il sentiero è mal tenuto e poco segnalato e nell’ultimo tratto, vicino al monastero, è divenuto purtroppo una discarica di materiale edile. Peccato.

In ogni caso la salita e la discesa meritano lo sforzo fatto. Il sentiero parte dalla strada asfaltata ed è indicato da un cartello, ovviamente scritto solo in caratteri e lingua greca. Arrangiarsi !

La seconda escursione che consiglio è il giro completo della torre dello Spirito Santo, che sovrasta il paese di Kastraki. Si parte dal paese dirigendosi verso nord. Nella parete ovest si vede la grotta con l’eremitaggio di San Giorgio, dove una volta all’anno gli abitanti del paese più abili si arrampicano per portare grandi fazzoletti colorati, che appendono su pali e corde. L’effetto ottico è notevole.

Proseguendo a nord si arriva ad un sentiero, anche qui poco o nulla segnalato, e si gira a destra passando davanti ai due grossi speroni, che delimitano una enorme grotta, dove si vedono ancora impalcature e scale antiche fino ad una altezza di 70-80 mt. ; era la prigione dei monaci, che avevano violato le severe leggi monastiche. Incredibile ! Passato lo sperone più a est, ( il secondo dopo la grotta, da dove parte una difficile, bellissima e lunga via di arrampicata ) si torna indietro verso sud lungo la parete est passando in mezzo alla folta vegetazione, che lascia solo intuire il sentiero. A metà della torre, sempre lungo la parete est, parte un facile sentiero in salita, che porta alla grotta dello Spirito Santo. Lì forse veniva a pregare San Atanasio, il primo eremita di Meteora. Lì ho incontrato un giovane greco, che accendeva le tipiche candeline lunghe e strette piantate su un vaso pieno di sabbia.

Ho tentato di scendere, proseguendo in quota attraverso alcuni prati sopra il paese ; ma era impossibile, c’era solo roccia. Ho dovuto far ritorno sui miei passi e, una volta raggiunto il sentiero principale ( si fa per dire ), ho proseguito la discesa verso sud, raggiungendo il paese e completando quindi l’anello. Bellissimo e facile. Ho visto anche un capovaccaio, tipico falco del luogo.

Terza escursione da fare è il grande giro del complesso delle torri della grande meteora. Partendo dalla torre Doupiani ( è l’ascensione classica del primo giorno ) si cammina lungo una strada sterrata ad ovest delle torri e si raggiunge facilmente l’estremità del complesso, dove potete ammirare — incastonato nella roccia — il piccolo e bel monastero di Ypapantis, in fase di restauro e l’unico disabitato. Lì vicino c’è un recinto di pecore. Attenti ai cani pastore !! Ve lo dico per esperienza. Mentre mi avvicinavo al recinto, accompagnato da un bel cucciolone bianco ( il cane del camping ), escono dal recinto due cani abbaiando, che inseguono il mio tranquillo compagno, che se la dà vigliaccamente a gambe lasciandomi solo. Uno dei due cani si dirige poi verso di me e io, facendo finta di niente, svicolo nel bosco sovrastante seguito dallo sguardo rabbioso e dall’abbaiare insistente del secondo cane, che però non mi insegue. Per fortuna i cani erano solo due. Spesso sono più numerosi. Morale: se in Grecia incontrate un gregge di pecore e siete da soli, fate come me ; siate un po’ pecore anche voi e tagliate la corda !

Doppiata l’estremità del complesso di torri, dove c’è Ypapantis, cercate il sentiero giusto e tornate indietro lungo il lato est delle torri, godendovi il paesaggio veramente bello. Per caso ho anche visto i miei tre alpinisti, che stavano raggiungendo la cima della torre Ambaria (spigolo ovest, 5 tiri, un passaggio di sesto, 3 discese in corda doppia da 35-40 mt. ). Mauro era quasi in cima alla torre, nel passaggio di sesto grado, parete verticale, e l’ho sentito urlare: << Carla, tieni la pancia aderente alla parete >> e poi ancora: << che bello ! >>. Sarà !? Beati loro ! Io intanto proseguo verso sud ed ecco comparire all’improvviso il monastero di Varlaam e, subito dopo, quello della Trasfigurazione. Magnifico.Scendo lungo il vecchio sentiero e torno a casa.

E poi ci sono tante altre passeggiate da fare, immersi almeno in primavera in campi di fiori. Una settimana passa veramente in fretta.

 

ACQUISTI  

Una gita a Kalambaka si può ben fare per rompere la "routine" di arrampicata-escursione-visita ai monasteri.

Carla e Roberta si scatenano: entrano in tutti i negozi di souvenir, dove si fa incetta di cartoline da spedire ad amici e parenti invidiosi ( francobolli alla posta, che chiude alle due ), si cercano le magliette ( per i figli ? ) con le meteore o con i gatti greci, si compera qualche altro regalino, magari un’icona. Prima però ci sediamo al bar della piazza dove c’è la fontana e io mi succhio con la cannuccia il solito frappè di caffè, con latte e poco zucchero. Le icone migliori le trovate in due piccole fabbriche artigiane, che si trovano verso est, appena fuori dalla città. Andate nella prima che incontrate, uscendo dalla città, sulla destra. Lì trovate di tutto: da quelle piccole, dipinte a mano, con cornicetta in argento ( belle per un comodino nella stanza da letto ), a quelle grandi da appendere alla parete. Quelle piccole costano 50-60 euro, quelle grandi costano 700 — 1000 euro, ma se tergiversi un po’ il prezzo crolla del 50%.

Sarà perché siamo in bassa stagione ? o solo gli americani e i giapponesi pagano il prezzo intero ?

Ho comperato una piccola icona per 30 euro. Alla fine, costretto da Carla, ho comperato anche una bottiglia di Ouzo 12, che per me ha senso solo se lo bevo in Grecia. Va bene, si rientra in Italia.

Gaio