Mljet
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Dov'è ?
Il Canale di Mljet divide l'isola dal Peljesac, che
domina il panorama della costa nord. La costa sud invece è
libera ed il mare è aperto fino all'Italia. Mljet è
montuosa soprattutto nella parte centrale, verso le estremità
si addolcisce mostrando zone piane coltivate. Misura 100,40 km quadrati
ed è stretta e lunga. Tre chilometri di larghezza massima per
37 di lunghezza. La costa di Mljet copre più di 130 chilometri.
La cima più alta dell'isola, il Veliki Grad, proprio sopra
l'abitato del capoluogo, Babino Polje, raggiunge 514 metri di altitudine.
E' a due ore di traghetto da Dubrovnik, 1 ora con l'aliscafo Nona
Ana (fermate a Sobra alle 10 e a Polace prima delle 11), che quotidianamente
porta i visitatori nell'isola (partenza alle 9) per riportarli a Dubrovnik
nel tardo pomeriggio (verso le 20). Il traghetto in bassa stagione
parte alle sei del mattino da Sobra per ritornare verso le sedici.
In alta stagione le corse del traghetto della jadrolinija si raddoppiano.
Il
porto dei traghetti, visto da Sobra
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Sobra
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Il porto dell'isola si trova a due chilometri da Sobra in una località
disabitata. C'è solo un piccolo bar, la biglietteria della
Jadrolinija e l'unico distributore di benzina. L'aliscafo della Nona
Ana, invece attracca a Sobra paese e a Polace, accontentandosi di
fondali più bassi.
Claudio Paoloni maggio-giugno 2012
La motonave Libunija collega Mljet a Dubrovnik due volte la settimana
(Martedì e Sabato. Giovedì e Domenica il ritorno). Non esistono altri
ferry con trasporto auto su Dubrovnik; ce ne sono invece 5 al giorno
per Prapratno (alla base della penisola di Peljesak) 50 km a nord
di Dubrovnik, 30 min di traversata.
Non posso fare a meno di segnalare, a pochissimi chilometri da Prapratno,
la cittadina di Ston. Una vera chicca. Ancora attivo l'aliscafo Nona
Ana che parte alle 6,15 da Sobra e riparte da Dubrovnik alle 19,10
(1 ora e mezzo via Sipan). Lo stesso aliscafo riparte successivamente
da Dubrovnik per Polace per portare i turisti in visita giornaliera
al parco.
Piacerà non piacerà
Un'isola così verde e così scomoda non
l'avevamo mai vista. E ne abbiamo viste tante. Basta dare un'occhiata
all'info per rendersi conto che servizi più irrazionali sono
difficili da realizzare. Forse è meglio stare zitti e non lamentarsi
troppo. Potrebbe essere il segreto che mantiene il fascino di Mljet.
Non sono molti i visitatori che si fermano a lungo. La maggior parte
morde e fugge in un giorno. Mljet rientra nelle visite organizzate
di una giornata di molte agenzie turistiche che organizzano la visita
alla città di Dubrovnik. La carenza di servizi, la scarsa ricettività
dell'isola, le stesse strutture turistiche, non certo attraenti, allontanano
una parte della domanda turistica, anche se non mancano i fedelissimi
che ritornano puntualmente per più anni, fra i quali parecchi
nostri connazionali che ci assicurano riescono quais ad occupare l'isola
nel mese di agosto.
Piacerà a chi ama l'ambiente intatto di uno splendido Parco,
le passeggiate all'ombra dei pini di Aleppo in bicicletta o a piedi.
A chi si accontenta dei minuscoli centri turistici, con qualche bar,
parecchie konobe, ma dove i negozi sono una rarità. Non piacerà
a chi cerca spiagge da sogno dove rosolarsi al sole tutto il giorno
e trascorrere serate movimentate. Non ci sono discoteche a Mljet.
Piacerà a chi ama la tranquillità, l'aria pulita e secca,
i grandi panorami che offre la natura più rigogliosa. Non piacerà
a chi pretende sicurezze e a chi non riesce a fare a meno di portarsi
i pensieri in vacanza.
Ambiente
La popolazione di Mljet nel 1950 era di circa 2100 abitanti,
che si sono andati riducendo progressivamente. Il censimento del 2001
ne contava 1111, quasi la metà. Le cause dell'emigrazione sono
da ricercarsi nelle scarse possibilità di lavoro. L'occupazione
più stabile e ambita è il vigile del fuoco o la guardia
forestale. Nel parco, la maggior parte delle assunzioni è stagionale
e riguarda il periodo estivo. Gli altri abitanti si devono arrangiare
con più occupazioni, prevalentemente legate alla stagione turistica.
Pochi sono i coltivatori e ancora meno gli allevatori e i pescatori.
Fra le colture si distingue quella dell'ulivo e della vite. Pregiato
e di ottima qualità l'olio di oliva, che però viene
consumato dai residenti e ristoranti. (Nella foto a sinistra: la blatina
di Sobra)
L'isola prende il nome da "melite, melita" che significa
miele sia in greco antico che in latino, ma di miele nell'isola non
se ne trova. Non c'è un apicoltore. L'economia si fonda sul
Parco e sulla bellezza dell'isola che riesce a richiamare ogni anno
un maggior numero di turisti.
E' l'ambiente dunque la forza e la ricchezza di Mljet. La capacità
di preservarlo dalla cementificazione è fondamentale. Le superfici
non occupate dal pino di Aleppo costituiscono un'eccezione, le zone
brulle una rarità. I mezzi dei vigili del fuoco sono quelli
che s'incontrano più di frequente. L'attenzione e la preoccupazione
è massima. Gli incendi a Mljet sono devastanti. Gli ultimi
sono scoppiati nel 1992 interessando la zona che va da Babino Polje
al Parco. Le zone colpite si possono individuare con una osservazione
attenta, poiché la vegetazione è riuscita a ricrescere
in fretta. Solo osservando la differente altezza delle piante si capisce
l'entità della devastazione. Il verde è uniforme, ma
i pochi grandi pini sopravvissuti, sovrastano la nuova vegetazione
che sta lentamente crescendo. Contro gli incendi si prendono tutte
le precauzioni. Punti d'osservazione fissi. Strade e fasce mangiafuoco
sui crinali del Parco. Pulizia continua ai margini delle strade della
sterpaglia , capace d'incendiarsi all'arrivo del primo mozzicone di
sigaretta, incautamente e incivilmente buttato dal finestrino di un'auto.
Le zone pianeggianti dell'isola sono occupate da coltivazioni o da
zone paludose che vengono distinte in "blatine" e "slatine".
Le blatine sono paludi di fango, le slatine i laghi
salati. Le blatine s'incontrano sopra l'abitato di Sobra e nelle vicinanze
di Blato e Prozura.
L'unica slatina si trova a Kozarica e in un certo senso è
entrata a far parte della storia dell'isola grazie ad un suo abitante,
Marin Radulj. Costui, oggi ottantenne, ebbe l'idea e la forza di volontà
per dimostrare che era possibile sfruttare il lago salato che aveva
sotto casa. Ogni qual volta la pioggia scendeva abbondante, Marin
temeva che il lago straripasse e danneggiasse gravemente le sue coltivazioni.
Ciò ogni tanto accadeva vanificando il suo lavoro. Fu così
che il contadino Radulj, attaccato alla sua terra che non voleva abbandonare,
intraprese un'opera titanica, dalla quale poi fu appunto realizzato
il documentario: "Il titano". Se si scende a Kozarica vale
la pena di esplorare la slatina fino a dove sbocca al mare per capire
quanto deve aver sgobbato questo straordinario personaggio. La via
d'uscita a mare ha permesso a Radulic di non temere più le
inondazioni e di ricavare altre terre fertili, attraverso ulteriori
canalizzazioni. Nella Slatina si possono notare diverse piante da
frutta, il cui raccolto viene trasportato e venduto gli abitanti dell'isola.
Personalmente abbiamo avuto l'idea che la trasformazione della grande
casa colonica in struttura turistica e l'età avanzata di Radulic
abbiano ridotto di molto, se non addirittura fatto cessare questa
attività. Nella slatina abbiamo notato molte piante di melograno,
ma pochi mandarini, aranci, peschi e meli che c'erano una volta. Interessante
è anche la sorte delle blatine. Sull'esempio della slatina
sono state unite attraverso canali al mare. Nel 1989 a Sobra gli abitanti
ricavarono dalla loro slatina oltre una tonnellata di anguille. I
pesci erano entrati nella palude nella stagione piovosa e successivamente
con l'avvento della stagione secca erano rimasti imprigionati nel
fango per diventare facile preda di quanti volevano pescarle con arpioni
e reti. Pare che il passaggio sia stato chiuso.
La terza curiosità dell'isola riguarda la fauna. Oltre alla
solita fauna mediterranea s'incontra un'animale che proviene dall'india
e si è ben adattato nell'isola, la mangusta. Se non ne avessimo
incontrato diversi esemplari non ci avremmo creduto. La mangusta è
velocissima, ma inconfondibile. Più grande di uno scoiattolo,
con una bella coda più lunga del corpo e il muso affilato.
Il primo esemplare purtroppo lo abbiamo potuto esaminare attentamente
poiché era stato investito da un auto e giaceva morto ai bordi
della strada. La mangusta fu introdotta dagli abitanti dell'isola
molti anna fa, quando la paura d'incontrare la vipera era giunta al
massimo. In quegli anni i rettili infestavano l'isola e pare che parecchi
abitanti siano morti a causa del suo morso. Fu così che qualcuno
ebbe la bell'idea di recuperare un paio di copie di manguste che si
riprodussero in fretta. Oggi incontrare un serpente è veramente
difficile. Rare sono anche le comuni lucertole, tanto che si comincia
a pensare che le manguste abbiano potuto modificare l'equilibrio naturale.
Nella zona del Parco sembrano mancare insetti con pungiglione (zanzare,
vespe, bombi, sicuramente api) compensate da una numerosa presenza
di farfalle, bianche, gialle e marroni con stupendi disegni geometrici.
Infine una raccomandazione. Non uccidete la cetonia dorata, il più
inocuo degli insetti, anche se un po' rompiballe. E' bellissimo,rotondo
con un bel manto verde luccicante cn contorni dorati, si posa sulla
mano per farsi ammirare (insetto vanitoso) e poi basta un soffio per
farlo volare via.
Fra le piante (dopo il pino d'aleppo) abbonda il melograno, l'alloro,
il mandorlo, e il finocchio selvatico.
Claudio Paoloni maggio-giugno 2012
Qualche grave offesa al manto verde dell' isola a ridosso della
parte alta di Babino Polje: proprio in faccia alla postazione dei
vigili del fuoco un incendio è arrivato fin quasi alla cima del Veliki
Grad. Una vera emergenza sono le carcasse delle automobili che ormai
popolano ogni angolo dell'isola e sembrano ormai una testimonianza
della caducità della vita con cui la comunità di Mljet ha deciso di
convivere in armonia, anche quando (le strette strade del lungomare
di Soba ad esempio) costituiscono un reale intoppo alla circolazione.
IL
PARCO è uno dei più vecchi esperimenti di protezione
ambientale. Risale al 1960 e fu voluto dall'allora Presidente Tito.
Mappa del Parco, cliccando sulle località
si vedono le foto.
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Isola di Santa Maria
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Le acque dei due laghi, lago grande e lago piccolo,
sono salate, comunicando con il mare aperto. Sono mediamente più
calde di 2-3 gradi rispetto a quelle del mare aperto. Contengono anidride
solforosa e ciò le fa ritenere adatte ad alleviare patologie
reumatiche. L'area del parco si estende oltre i laghi per comprendere
tutti gli isolotti della punta nord occidentale dell'isola, oltre
agli abitati di Govedari, Pomena e Polace. Si accede alla zona più
protetta da Pristaniste e da Pomena, passando per il lago piccolo.
La regolamentazione del Parco prevede una serie di divieti. Nella
zona protetta non si può fumare, non si possono gettare rifiuti
di qualsiasi genere, è vietata la circolazione a motore, ma
chi alloggia a Soline o a Babine Kuce può ottenere
un permesso speciale di entrata e uscita. A Soline (3 chilometri da
Pristaniste e 5 da Mali Most), nonostante il parco si continua a costruire.
Ci sono già parecchi alloggi, camere e appartamenti. Babine
Kuce è più carina con una lunga presentazione di palme,
qualche taverna e un numero discreto di vecchi alloggi.
Il divieto di pesca è assoluto e la circolazione di natanti
nei laghi è interdetta a qualsiasi mezzo con l'esclusione delle
barche a motore del Parco che portano i visitatori nell'isola di S.
Maria.
Per godere la bellezza del Parco vale la pena prendere le biciclette
a noleggio. Quelle offerte a Mali Most sono in perfette condizioni
e delle migliori marche. Oppure si può camminare seguendo le
indicazioni e i sentieri perfettamente segnalati. Riguardo alle escursioni
nel Parco ci intratterremo nell'apposito capitolo.
L'acqua c'è, ma non abbonda, sorgenti in prossimità
delle Blatine e nel parco. E' prevalentemente raccolta in pozzi. In
giugno abbondava. Nella grande mappa dei laghi esposta in più
punti del parco,si notano una serie di rette bianche, non sono strade
o sentieri (segnalati in rosso), ma corsie mangiafuoco, scavate nelle
zone con più alto pericolo di propagazione per un eventuale
incendio.
Cultura
Mljet
non ha un capoluogo vero e proprio. Babino Polje (foto a
destra) è un paese che si è sviluppato per lunghezza
protetto dai maggiori rilievi. Sotto il paese una lunga pianura,
un tempo molto più coltivata di adesso. La popolazione di
Babino Polje è quella che più ha risentito dell'emigrazione.
Dal 1971 ad oggi si è dimezzata (da 600 a 300 abitanti).
Perdendo d'importanza l'agricoltura, chiuse le modeste iniziative
industriali promosse dalle ex repubblica juguslava, è rimasta
la cava di materiali per l'edilizia, un po' di pesca, la rappresentanza
amministrativa con qualche impiegato e altre attività marginali
legate al turismo. A Babino c'è poco da vedere. Sembra un
paese d'altri tempi, specialmente da un anno, da quando è
stata costruita la strada che dirotta tutto il traffico verso il
Parco ,escludendo l'abitato. La vecchia strada è praticamente
senza traffico e la tranquillità nel paese è totale.
Consigliamo di percorrere a piedi quel chilometro e mezzo di cemento
che unisce le case del paese. La vista migliore di Babino Polje
la si ha scendendo dal sentiero, dopo essere saliti sulla cima del
Viliki Grad.
In tutta l'isola non esiste un centro culturale, c'è solo
la scuola di Babino Polje e nient'altro. Una situazione veramente
strana per un'isola di queste dimensioni. La dipendenza da Dubrovnik
è totale. Nel minuscolo capoluogo dell'isola ci sono due
chiese, quella di S. Biagio e quella di San Paolo,quest'ultima con
il campanile rifatto. Entrambe sono state costruite intorno al XV
secolo. Poi c'è la residenza del duca, edificata nel 16 secolo,
ma questa casa di pietra non da proprio l'idea di una nobile abitazione.
Non ci sono paesi interessanti da segnalare, si assomigliano tutti,
culturalmente si possono distinguere per la chiesa più o
meno antica, ma tutti sono uniti dall'aria dimessa, dalle case vuote
o fatiscenti, dallo scarso numero di abitanti in prevalenza anziani,
dalla pietra e dai tetti rossi. I più vivaci (si fa per dire)
ci sono sembrati: Blato e Govedari. Maranovici
e Korita forse hanno più storia, specialmente Korita,
che vanta un passato fiorente (dal XV al XVI secolo) nel quale furono
costruite ben tre chiese gotiche rinascimentali, fra le quali quella
di S. Vito.
Korita
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Blato |
Govedari
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Pomena con l'Hotel Odisej
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Anche Polace (foto a sinistra) può vantare un passato
famoso e lo si vede dall'imponenza della porta e dalle sue antiche
mure, costruite dai bizantini. La località di mare fu scelta
dai greci come punto di ristoro prima arrivare nella colonia di
Lombarda a Korchula, poi dai romani ed infine dai bizantini.
Oggi la cittadina si presenta come località turistica, con
lo stretto lungomare trafficato e negozi e ristoranti al di là
del marciapiede. Pomena è più carina e tranquilla,
sembra fare da contorno all'albergo Odisej. Il lungomare è
corto, ma piacevole e ..poi si può proseguire per i laghi.
Basta percorrere 500 metri per arrivare a quello piccolo. C'è
anche qualche timido negozietto senza tante pretese pe rdistrarsi
dal passeggio serale. Se si prosegue oltre l'albergo Odisej si può
raggiungere l'estrema punta occidentale dell'isola. Una corsa serale
lungo mare ideale per gli amanti del footing, anche se un cancello
sbarrato impedisce di arrivare alla punta estrema, protetta dal
Parco, pare per motivi di sicurezza relativi alla prevenzione degli
incendi.
Il Monastero di S. Maria. In stile romanico è formato
da una sola navata, con un atrio e un'abside centrale dietro l'altare.
Oggi la chiesa nell'isolotto, costruita dal 1177 al 1198, rappresenta
il biglietto da visita del Parco e di Mljet. Sul grande lago può
circolare solo il taxi boat che, all'ora, parte puntuale da Mali
Most, (piccolo ponte) che separa il lago piccolo(mali) da quello
grande(veli). I biglietti per il battello si prendono all'entrata
del Parco (Pristaniste) o negli appositi botteghini a Palace e Pomena.
90 Kune a pesona (13 euro), ma ne vale la pena se non altro per
contribuire alle spese di mantenimento e prevenzione di questa meraviglia
della natura. All'arrivo nelll'isolotto, proprio davanti all'entrata
della chiesa, s'incontrano un ristorante e un bar per assetati e
affamati. Poi si visita la chiesa, la preziosa e antica biblioteca
(se aperta) e il monastero (se i lavori sono finiti), si fa il giro
dell'isoloto (10 minuti), dando un'occhiata agli ordinati orti dei
monaci e la barca per il ritorno è già pronta per
ritornare a Pristaniste o a Mali Most. Nel capitolo successivo seguono
altre informazioni.
Polace
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Particolare S. Maria
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Abside |
Claudio Paoloni maggio-giugno 2012
L'isola di Mljet dal 1410 al 1806 faceva parte della Repubblica
di Dubrovnik ed aveva un proprio governatore che veniva nominato
dal Gran Consiglio della Repubblica e sostituito ogni anno. A Babino
Polje, il paese più lungo della Dalmazia (dicono), a sud della strada
di “scorrimento veloce” e nelle vicinanze del sentiero che porta
alla grotta di Ulisse, è sito il palazzo del “Rector” costruito
nel 1554 come recita la lapide originale. Questo edificio davvero
modesto, circondato da ulivi secolari, è ora la ridente residenza
della famiglia Biskup che ha organizzato un piccolo, ma davvero
interessante museo delle tradizioni popolari, che viene aperto volentieri
ai visitatori che magari, ma non è dovuto, hanno acquistato i prodotti
tipici, olio, miele, sott'oli, formaggi e alcolici di varia natura
nel baracchino che gestiscono, uno dei tanti che proliferano in
tutta l'isola.
Storia
Gli Illirii furono i primi colonizzatori dell'isola.
Durante il periodo ellenico l'isola fu trascurata dai Greci che utilizzavano
la zona di Polace solo per rifornirsi d'acqua e riposare prima di
riprendere il mare per giungere nella colonia di Lumbarda, nell'isola
di Korchula. I romani conquistarono l'isola dopo la vittoriosa guerra
di Cesare Augusto contro gli Illirii. L'arrivo dei romani a Mljet
fu particolarmente cruento, si risolse in una strage e non mancarono
le solite crocifissioni per terrorizzare gli abitanti sopravvissuti.
Nel medioevo ci fu una migrazione da parte di tribù slavo-croate,
che occuparono molte isole dalmate. A Mljet arrivarono tribù
dalla valle della Neretva che occuparono l'isola da est a ovest. Gran
parte degli attuali villaggi furono costruiti in quel periodo. Il
periodo romano finì dopo 800 anni di occupazione, agli inizi
del XII secolo, quando in una battaglia campale i bizantini furono
definitivamente sconfitti. Di questa battaglia rimane una traccia
a Ivanje Polje, dove fu ritrovata nel 1938 una grande tomba, con spade,
frecce, lance, molti teschi umani e ossa. Ivanje Polje (campo di Giovanni)
si trova nella zona di Blato, sotto la collina di Bijed (quota 330)
e vicina alla cala di Krizice, dove una leggenda popolare racconta
che le acque si tinsero di rosso per il gran numero di morti e feriti.
Nel 1151 l'isola fu ceduta ai benedettini dell'ordine di S. Maria
di Pulsano in Apulia con la benedizione di Papa Giovanni XXII. Costoro
decisero di costruire il loro monastero nell'isoletta del lago grande,
che prese nome dal monastero e dall'ordine, S. Maria, appunto. Con
l'andare del tempo il Monastero assunse sempre maggiore importanza.
I monaci son solo ricopiavano e traducevano antichi testi dal latino,
ma a richiesta facevano da giudici. Il convento era diventato un centro
di riunione per le diverse confraternite benedettine che operavano
nell'area di Dubrovnik. Dal 1400 in poi le sorti di Mljet furono legate
a quelle di Ragusa (nome dato dai veneziani alla città di Dubrovnik)
Nel 1808 infatti la città dalmata fu conquistata dalla truppe
napoleoniche ed il Monastero di S. Maria veniva immediatamente chiuso
con un editto dello stesso Napoleone. Dopo la sconfitta dell'impero
francese, Dubrovnik e Mljet furono annesse all'impero asburgico, fino
al suo crollo dopo la prima guerra mondiale. Dal 1918 fino al 1921
fu occupata dagli italiani, che ritornarono a prendersi Mljet nel
1941. Nel settembre 1943 le truppe italiane abbandonarono i possedimenti
dalmati e l'isola fu annessa alla repubblica federale iugoslava. Nel
1990 è entrata a far parte del nuovo stato croato.
Archeologia
L'unica indicazione di un sito archeologico s'incontra
a Polace, prima della grande porta con le fortificazioni di pietra.
Si deve seguire per lo sterrato-sentiero che conduce a Pristaniste,
poi un cartello indica il sito a dieci minuti a piedi. S'incontra
un pezzo di muro, rimasto ancora in piedi della prima chiesa cristiana
costruita nell'isola. Tutto qui.
Info
Non
ci sono taxi, non ci sono banche. C'è un unico sportello
bancomat a Pomena, nella ricezione dell'Hotel Odisej, accanto
anche l'unico punto internet dell'isola. Telefoni a tessera
a Sobra, Polace, Pomena e Babino Polje. Scarseggiano pure i negozi
di generi alimentari e le panetterie. Un solo super market
ben rifornito a 3 chilometri da Sobra e a due da Babino Polje. Un
solo forno a Polace. Negozietti di generi alimentari a Babino
Polje, Sobra, Polace e Pomena. Gran parte dei rifornimenti arriva
da Dubrovnik. Ufficio postale a Babino Polje e Pristamiste
(sede del Parco), e Maranovici. Tre bus, uno per la scuola,
quando è aperta, raccoglie a pagamento anche i turisti. Gli
altri due bus partono rispettivamente da Pomena e da Saplunara solo
per accompagnare chi deve prendere il traghetto per Dubrovnik (una
volta al giorno in bassa stagione, due in alta). Il traghetto è
utilizzato dai residenti per le compere a Dubrovnik, parte alle sei
del mattino, cosicché i due autobus cominciano la raccolta
dalle estremità dell'isola (verso le 4 e 30), fermandosi a
richiesta lungo la strada. Un bus verde collega ogni ora Palace a
Pristamiste, l'entrata del Parco. Noleggio auto e moto garantito
dalla Mini Brum con sedi a Polace, Pomena, Babino Polje e Sobra, dove
risiede il proprietario, meccanico e autista dell'autobus. Nel tempo
libero il suo passatempo preferito è il recupero di carcasse
di 126 fiat. Riesce a ricostruirle completamente, dalla carrozzeria,
al motore e alla tappezzeria (vedi foto a siistra).Si fa pagare la
benzina in base ai chilometri percorsi. Piuttosto caro, pretende 300
kune (40 euro) per 12 ore di 126 fiat, 50 euro se si superano le 12
ore. Per lo scooter la richiesta è di 30 euro, folle rispetto
alla Grecia, ma in Croazia lo scooter è considerato un lusso.
Noleggio biciclette autorizzato nel Parco a Mali Most, in prossimità
del ponticello che divide il lago piccolo da quello grande, costo
20 kune all'ora, 80 kune fino a sei ore, 100 kune per tutta la giornata,
400 kune per tutta la settimana. Si affittano tandem (100 kune per
sei ore) e canoe (20 kune all'ora). Rent mountain bike anche a Polace
e Pomena. Nel Parco con partenza da Mali Most e Pristaniste fa servizio
un battello per la visita al monastero di S. Maria nell'omonima
isola, costo 90 kune per passeggero(13 euro). Farmacia a Babino
Polje, ambulatorio a Babino Polje, tel. 20 745005 e a Govedari,
tel.20 744199. Un solo distributore di benzina a due chilometri
da Sobra, nel porto di arrivo del traghetto. Ufficio Turistico
a Pomena, tel. 00385 20 745125 oppure 20 744086, mail tz-mjesta@du.htnet.hr.
Capitaneria di porto di Sobra, tel 020 745040. Ufficio
Jadrolinija aperto alla partenza del traghetto. Polizia 020
745001.
Cartina del Parco, scala 1:20000, si compra a Polace o a Pomena.
Claudio Paoloni maggio-giugno 2012
I taxi hanno fatto la loro comparsa e c'è un nuovo bacomat a Polace,
ma non al porto, dove logica vorrebbe, vista la posizione centrale
ed il movimento di traghetti. Niente internet in tutta l'isola, visto
che la postazione dell'Odisej non è più attiva; solo se si possiede
un proprio computer si ottiene alla reception il codice di accesso
alla rete. L'ingresso al parco costa ora 100 kune, si paga una sola
volta e include il traghetto per il monastero e prosecuzione fino
a Mali Most. Qui, come scritto, si affittano biciclette (40 kune all'ora,
120 tutto il giorno) che possono essere restituite anche all'ingresso
del parco a Pristaniste. La cartina dell'isola si può comprare anche
al porto nel negozietto di souvenir, non certo all'ufficio “disinformazione”
turistica che, per non rischiare che qualche turista si azzardi ad
entrare è posto in posizione del tutto invisibile a chi sbarca.
Dove si dorme
Per visitare l'isola, capirla e apprezzarela, occorre
almeno una settimana. Ai turisti leggeri senza auto al seguito consigliamo
di soggiornare almeno quattro giorni nel parco a Pomena e gli ultimi
tre giorni a Sobra, più comoda per la partenza. La scelta della
località dove alloggiare dipende da cosa si cerca nell'isola.
La maggior parte dei visitatori sceglie di stare a Pomena, considerata
prima scelta per godere la bellezza del parco. Dopo Pomena la località
più turistica è Polace. Seguono Saplunara e Sobra. Alloggi
(pochi) si trovano anche in altre località del parco, Babino
Kuce, Soline e a Kozarica e Babino Polje, all'esterno del parco. Queste
due ultime località sono prese n considerazione quando la disponibilità
di alloggi nel resto dell'isola è esaurita. Pomena e Polace
sono la meta di numerose imbarcazioni da diporto che affollano in
tutte le stagioni i relativi porticcioli. Queste località di
dimensioni limitate sono affollate in alta stagione, mentre in bassa
stagione diventano godibili, in particolar modo Pomena. Saplunara
è frequentata da turisti auto muniti con bimbi al seguito.
Le due spiagge sabbiose con fondali bassi costituiscono un forte richiamo,
in un paese, la Croazia dove queste caratteristiche sono difficili
da trovare. Polace, Pomena e Saplunara sono più care, rispetto
alle altre località dell'isola.
Sobra è il porto principale dell'isola. E' servita dal catamarano
"Nona Ana" e dal traghetto. Il primo ferma all'inizio del
paese, il traghetto invece nel molo dell'insenatura dove il mare è
più profondo, a circa due chilometri dall'abitato. La località
è tranquilla e rilassante, ma scomoda, se si considera che
il servizio bus viene effettuato solo in coincidenza dell'arrivo e
della partenza del traghetto (non della Nona Ana). Il taxi non esiste.
Per visitare il resto dell'isola occorre prendere un'auto a noleggio
oppure prendere la Nona Ana alle 10 per andare a Polace e tornare
alle 19 circa. Per chi ha l'auto al seguito, Sobra può dimostrarsi
conveniente per visitare l'isola, essendo a circa metà dell'isola
e disponendo di un lido per il bagno. l discorso di Sobra vale anche
per Babino Polje con l'aggravante che in questa località il
bagno è più scomodo ed il vantaggio di disporre della
migliore taverna - qualità prezzo- dell'isola. La qualità
degli alloggi è da verificare anche nelle località più
turistiche, Pomena e Polace. Ci limiteremo a segnalare le migliori
soluzioni che abbiamo visto.
Due auto Camp: a Babjno Polje
e a Ropa
A Pomena la parte del leone la fa l'Hotel
Odisej, tel. 00385 20 744062. Dispone di 155 camere
ben tenute e pulite e due appartamenti, la maggior parte con vista
mare. Il prezzo per persona va da 25 a 63 euro per la doppia con colazione.
Il prezzo dipende dalla stagione, dalla vista mare e dal balcone.
Prenotare in bassa stagione non conviene. In internet, www.hotelodisej.hr,
abbiamo constatato prezzi superiori di quelli che vengono applicati
presentandosi direttamente alla portineria. Si dice che a Pomena tutti
gli abitanti affittino qualcosa. In parte è vero, all'arrivo
del traghetto, in bassa stagione, arriva parecchia gente con cartello
e foto di alloggi. Segnaliamo alcune strutture viste. Nella zona delle
taverne, dalla parte opposta all'Odisej, Mare
Milic-Divo Market, tel. mobile 098608773, oppure 020 744095/090.
Ci si può rivolgere anche al ristorante OGIGIJA a Polace. Dispone
di quattro appartamenti nuovi, sopra il laboratorio per la produzione
di infissi. Dopo le taverne segnaliamo un grande appartamento (per
4-5 persone), Vicko Milic, tel.
098-632674. Vista eccezionale, da grande terrazza, ma l'interno lascia
a desiderare, chiede 60 euro al giorno, ma scende subito a 50. All'inizio
del paese ci è parsa una buona scelta, Apartmani
di Slavica Strazicic, 385 20 419112, mob. 385 91 5337420,
slavica.strazicic@du.htnet.hr
Non l'abbiamo potuta verificare perchè la casa era ancora
chiusa agli inizi di giugno e la proprietaria vive a Dubrovnik, ma
l'esterno della casa era curato e di recente costruzione. Spartana
e a basso costo, nella zona delle taverne, Konoba
"Barba Ive", Pomena 4, tel. 385 20 744035, dispone
di un certo numero di camere con vista, essenziali, arredate così
e così, sufficientemente pulite (100 kune per persona in bassa
stagione, 150 in alta), con uso cucina in comune per la colazione.
Infine Pension e Konoba Kiko,
Pomena 9, tel. 020 744074, mob. 0915923813, piccolo complesso con
camere che offre la possibilità di mezza pensione a 60 euro
a persona oppure camere doppie a 35 euro in bassa stagione.
A Polace quasi tutte le Konobe dispongono di camere in affitto.
Fuori dal giro dei ristoranti abbiamo individuato una soluzione economica
che consigliamo di vedere prima di decidere. La Pansion Blazenka
Market, Polace 10, tel. 385 20 744047, dispone di 4 camere
e di un appartamento. Ci si può rivolgere anche a Mare
Milic-Divo Market, tel. mobile 098608773, oppure 020 744095/090.
Ci si può rivolgere anche al ristorante OGIGIJA a Polace, già
segnalato per Pomena. Abbiamo visto altre soluzione, che non ci sentiamo
di segnalare.
A Saplunara consigliamo due soluzioni, ma disponiamo dell'elenco
completo delle strutture, per chi fosse interessato. Nedjeljko
Kralj, tel. 020 746 175, dispone di un appartamento grande
e di due appartamenti per due persone (grande 50 euro in bassa , 75
in alta, piccoli 30 in bassa 35 in alta), Boris
Hansel Apartmani, tel 020 746016 - 419013, (meglio
verificare di persona)
A Sobra si trovano due buone soluzioni. Consigliamo di rivolgersi
a Laura Klobasa, proprietaria
dell'omonima taverna, Sobra 32. Telefono 020 745101, mob. 091 7697550,
dispone anche di un alloggio a Dubrov ik. Dispone di un paio di appartamenti
ben tenuti e forniti con una vista mare eccezionale che vale la fatica
di salire una cinquantina di gradini. Prezzo economico, 100 kune (circa
13 euro) a persona in bassa stagione. E' disponibile a cercare altri
alloggi a Sobra. Altro buon indirizzo a Sobra (sul mare ) è
Pavica Anelic, tel. mob.98203142,
mail pavica.anelic@du.htnet.hr
Siti da consultare www.dubrovnik-area.com
e www.kroatien-ferien.com
A Kozarica (solo per auto muniti) ci sentiamo in obbligo
di segnalare la struttura di Marin Radulj,
personaggio straordinario, eroe del lavoro nella ex Juguslavia socialista.
Dispone di camere spartane a buon prezzo. Tel. 385 20 745069.
Claudio Paoloni maggio-giugno 2012
La signora Laura Klobasa ha chiuso
il ristorante omonimo ed ha cambiato genere merceologico: ha il negozio
di (orribili) souvenir al porto. Confermo le buone recensioni sui
suoi apartmani, soprattutto per le due terrazze, una riparata dal
sole del mattino e l'altra affacciata sul golfo, che valgono da sole
i 35 € (30 € se si affitta per una settimana)
L'autocamp di Babino Polje è chiuso. Resta il basico, ma ben gestito
camping di Ropa.
La pensione di Marin Radulj (non abbiamo
chiesto se è ancora in vita perchè “gli eroi son tutti giovani e belli”
e dunque non volevamo “sporcare” questa immagine) era piena di “italiani
in gita” (tanto per continuare con le citazioni musicali): si è fatta
il make up ed ha un aspetto a dir poco elegante.
18 € a testa per le camere, 60 € gli appartamenti e 40 € la mezza
pensione www.villaradulj.com
cell. 915170012
Dove si mangia
A Pomena i ristoranti sono posti in fila nel molo dove
attraccano una parte delle imbarcazioni da diporto. Chi scende a terra
non può fare a meno di vedere le vasche a pavimento dove si
muovono le aragoste ancora vive, pronte a saltare nell'acqua bollente
al primo cenno dell'avventore. Non le abbiamo testate, non solo perchè
da tempo abbiamo deciso di lasciare in pace questo crostaceo in via
d'estinzione, ma anche perchè il rito dell'aragosta, a cui
abbiamo rinunciato, non ci interessa più di tanto e non solo
per i costi. Prezzi italiani e osti smaniosi è una miscela
che sa troppo di turismo per darci fiducia. Idem a Polace, una sfilza
di taverne a contendersi nella bassa stagione i pochi turisti. Occorre
poi aggiungere alcuni particolari importanti. Nell'isola sono rimasti
pochi pescatori doc, nelle acque del parco è vietata la pesca
di ogni tipo e a Sobra c'è un discreto allevamento di branzini,
orate e spigole che in buona parte rifornisce anche i ristoranti dell'isola.
Le acque di Sobra sono limpide, ma delle farine che ingrassano i pesci
croati si sa ancora poco. Alcuni esempi dei prezzi delle konobe di
Polace: spaghetti all'aragosta per due, 30 euro. 35 euro per il brodetto
per due persone. Venti euro per un piatto di pesce probabilmente d'allevamento.
Abbiamo assaggiato anche il vino di Mljet. Discreto il rosso, sufficiente
il bianco. Per vostra informazione i migliori vini di questa parte
della Croazia, sono prodotti nel Peljesac e nell'isola di Sipam, dove
il vino fa parte della tradizione. Forse è meglio pasteggiare
con la birra Karlovacko o Lasko PIvo. Tornando al pesce siamo riusciti
ad ottenere le giuste informazioni per individuare le taverne più
sicure. La razza dell'oste-pescatore pare si sia estinta oppure che
non sia mai esistita a Mljet. Ci avevano assicurato la taverna
di Prozurska luka, ma le saracinesche ai primi di giugno
erano ancora abbassate e ci è rimasta la curiosità dell'ultimo
oste-pescatore. Poi abbiamo scoperto che la maggior parte dei pescatori
doc vive a Babino Polje, all'ombra del Veliki Grad, la cima più
alta dell'isola. Le poche barche le tengono nel fiordo di Suthmiholiska
(impronunziabile) o in altre cale della costa sud, raggiungibili per
sentiero. Una parte del pesce doc finisce alla Konoba
Triton di Babino Polje, che offre anche il vino di casa
e il "prosec" dell'isola. Piatti buoni, porzione di pesce
bianco abbondante (anche saraghi quando ci sono) a meno di 10 euro,pane,
bibite e contorni compresi. Da provare. Buona anche la
Konaba Stermasi di Saplunara, pesce fresco, prezzi più
italiani. Nel parco abbiamo mangiato del pesce pescato ben cotto a
Soline, all'osteria Angela, prezzi
quasi come da Triton. Prodotti biologici e pesce fresco anche dal
mitico Marin Radulj a Kozarica,
rifornito da pescatori del posto
Abbiamo testato anche due taverne di Sobra, dove pare che i pochi
pescatori della località riescono a malapena a rifornire la
propria famiglia. Da Riva si mangia
decentemente, ma niente di eccezionale è la taverna dei locali,
prezzi bassi. Da Laura sono da
provare i formaggi di capra, prodotti dalla mamma a Babino Polje e
il vino rosso, Mljet doc, pesce d'allevamento,altri piatti discreti,ma
niente d'eccezionale, prezzi buoni. Accanto a Riva c'è una
pizzeria con forno a legna.
Claudio Paoloni maggio-giugno 2012
La konoba Triton di Babino Polje
è davvero speciale; l'ambiente fascinoso, la simpatia della proprietaria,
e la qualità del cibo ne fanno davvero un posto da raccomandare. Da
provare la zuppa di pesce (popara) e le carni, o il polipo, cotti
in una teglia che viene ricoperta da una “campana” di ferro con delle
braci . Una vera delizia. 20 € a testa tutto compreso. Anche il bar
di Babino Polje è da raccomandare: l'atmosfera paesana e il buon caffè
valgono la visita.
Acquisti
Nulla da segnalare,artigianato assente, negozi solo
qualche rara traccia.
Escursioni
Escursioni per tutti i gusti. L'isola è molto
adatta per chi ama la bicicletta. Non ci sono grandi dislivelli da
superare, al massimo sali e scendi di 200 metri, ma la salita è
leggera.
Nel Parco sono stati approntati percorsi per ciclisti in cemento
e sentieri ben segnalati per metapodisti. Ci si può sbizzarrire.
Consigliamo anche la bella passeggiata che in circa mezz'ora, partendo
da Polace permette di raggiungere il lago grande, passando per Pristaniste
(2,5 chilometri). Con una deviazione di un quarto d'ora in tutto,
chi ha voglia, può visitare il maggiore sito archeologico dell'isola.
Il percorso dal lago grande a Polace o viceversa si svolge interamente
tra i pini di Aleppo, attraversando la meravigliosa pineta. E' facile,
è più sterrato che sentiero, adatto a tutti, con dislivelli
minimi. E 'l'ideale per l'ossigenazione serale o per una piacevole
corsetta.
Più difficoltoso, ma appagante per gli scenari che s'incontrano,
il sentiero che da Lokvice scende alla cala di Gonturska per poi raggiungere
la croce di Kriz, alla fine della ciclabile, dalla parte opposta a
Soline. Tempo circa un'ora a piedi (5 chilometri).
Salita al Veliki Grad da Babino Polje. Si può partire
da dietro il ristorante Triton. C'è la scritta "start"
e poi un segnale dietro l'altro, quasi impossibile sbagliare. Oppure
si può partire a circa 150 metri dal Triton, in direzione Sobra.
Sulla strada c'è l'indicazione del sentiero ufficiale per raggiungere
la più alta cima dell'isola. Quest'ultima partenza è
meno impegnativa della prima, molto ripida e sassosa fino al punto
d'incontro con il sentiero ufficiale. La prima parte della salita
termina sotto l'anticima, poi dopo un breve tratto pianeggiante si
riprende a salire, aggirando il Veliki Grad a sinistra. L'ultimo tratto
è ventoso e si può classificare EE (per escursionisti
esperti, basta avere il piede sicuro e non soffrire di vertigini).
Dalla cima, con le antenne e i ripetitori TV che impediscono la definizione
di panorama "a 360 gradi", grande vista sull'isola da est
a ovest. Lo sguardo arriva a Dubrovnik, al Peljesac, alle isole Elafiti
e raggiunge Lastovo e Korchula. Tempo di salita, almeno un'ora, poco
meno per la discesa.
Alla Grotta di Ulisse. Si parte sempre da Babino Polje. Il
cartello segnaletico è a sinistra nella piazzetta della posta.
Si raggiunge la nuova strada asfaltata, la si attraversa e si segue
la abbondante e precisa segnaletica. La parte finale si conclude con
una scalinata (indicazioni FKK) che scende al mare sul lato destro
dell'apertura della grotta, dopo la zona degli Hotel (come vengono
scherzosamente definite alcune piccole costruzioni in pietra che si
reggono in piedi miracolosamente). Per entrare nella grotta basta
un tuffo in mare quando il mare non è mosso. Siamo infatti
nella costa sud dell'isola dove il mare è aperto e spesso un
tantino agitato. Al termine della grotta ci sono due barche in secca.
Si vedono anche dall'alto. Fare attenzione a non perdere i segnali
al ritorno. Ci si può incasinare. Consigliabile borraccia d'acqua
e cappellino bianco al seguito. Circa 30 minuti per scendere, 45 per
risalire, 200 metri di dislivello.
Il Parco
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Grotta Ulisse, entrata
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Grotta Ulisse, barche
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Claudio Paoloni maggio-giugno 2012
La più bella escursione nel parco è senz'altro quella che conduce
a Montokuc, la cima dalla quale si gode il più bel panorama sui laghi
e sull'intero territorio del parco e che non a caso è stata scelta
per la postazione di avvistamento incendi. Si raggiunge in 45 minuti
partendo da Velika Loza, l'ingresso dell'area del parco a più alta
protezione. Se si vuole allungare il percorso si può puntare dapprima
su Gradac, un'altro punto panoramico particolarmente suggestivo, posto
proprio di fronte all'isola di Santa Maria, per poi ricongiungersi
con il sentiero principale che porta a Montokuc. L'estrema punta occidentale
del parco, la penisola di Kolumba è ora raggiungibile da Pomena con
una passeggiata di 2 km fino al cancello che seppur chiuso, impedisce
il passaggio solo ai veicoli, mentre i pedoni possono facilmente aggirarlo.
La penisola è piena di postazioni militari ora in disuso: tunnel,
bunker, grotte che nascondevano cannoni con rotaie. Anche l'approdo
a mare è interessante soprattutto nella ampia spiaggia che fronteggia
l'isoletta di Sij, dove enormi pini si protendono sugli scogli.
Spiagge
Mljet, segue la regola croata con una piacevole variazione. Udite,
udite.. ci sono spiagge sabbiose, ben due a Saplunara e una piccolina
nel parco. Nelle spiagge dell'isola non c'è traccia di ombrelloni
e sdraio. In compenso ovunque ombre generose e profumate dal Pino
d'Aleppo.
Ma andiamo in ordine, cominciando proprio dall'estremo sud est dell'isola,
le spiagge sabbiose di Saplunara,
appunto. Sono due, ma noi ne abbiamo vista e fotografata una sola.
Nell'altra, come in Italia si stava consumando un grande evento culturale
promosso da una TV commerciale: un reality show del tipo pacco, dove,
ex noti personaggi o nuovi quasi noti, tentavano il grande passo in
avanti, sfidandosi in terribili prove: digiuni estremi, gare di nuoto
nel mare in tempesta, gare di corsa sulla punta degli scogli, tuffi
spericolati, ecc. L'accesso a Blace****
(quattro stelle per la bellezza del posto) la più estrema delle
spiagge di Mljet era severamente interdetto dalle sette del mattino
fino alle 20 della sera. La spiaggia è fra le più famose
della Croazia, con una conca di sabbia d'oro contornata dalla pineta,
acque basse e limpidissime, un panorama da paradiso tropicale. L'ideale
per far sprofondare la fantasia del telespettatore nell'isola di Robinson.
Unici inconvenienti, un po' d'erbetta di troppo e la necessità
di uscire dall'insenatura per poter nuotare senza toccare il fondo,
ma ciò riguarda i turisti veri. Qualcuno è riuscito,
non si sa come, ad assistere alla gara di tuffi, svoltasi nell'impronunziabile
baia di Sutmiholjska ed ha scoperto il pacco. Uno dei partecipanti
al reality, un fusto tutto muscoli, non sapeva nuotare e tanto meno
tuffarsi e così c'è stato bisogno della controfigura.
Godibile anche la più grande delle spiagge sabbiose di Saplunara***/****,
ma arriva un po' di sporco.Ci sono due cale sabbiose, quella centrale,
circa 100 metri di lunghezza, larga, e l'altra, sulla sinistra, guardando
il mare, più piccola e più ombrata. L'acqua, meno bassa,
è limpida, quasi smeraldo. Le ombre abbondano nel retro.
E veniamo all'innominabile della costa sud,
Sutmiholjska***, colori splendidi, acque limpide, insenatura
di ciottoli lunga una quarantina di metri, sempre riparata, un po'
d'ombra, ma sporca con catrame e con parecchie alghe sul fondo. L'innominabile,
meta di tendaioli e saccopelisti croati, fa anche da porticciolo (con
barche sulla spiaggia e in mare) per i sopravvissuti pescatori veraci
di Babino Polje, quelli che riforniscono, fra gli altri, anche il
ristorante Triton. Un paio di piccole case diroccate e un paio di
grotte marine abbastanza grandi fanno da contorno.
Si fa un bel bagno anche sul molo, adibito a spiaggia di Sobra***.
C'è anche la doccia e ombra naturale. L'altra cala della costa
nord è a Kozarica**/***,
ciottoli, ma sporca, a causa dei venti che portano i rifiuti del mare.
Si può fare un bagno, anche se a prima vista ci è sembrato
scomodo, nei fiordi abitati di Prozurski
e di Okuklje, senza valutazione,
ma acqua del mare è pulita. Presenza di imbarcazioni da pesca.
Ed ora le spiagge del parco, anche se sarebbe meglio definirle, postazioni
di balneazione. Venendo da Pomena, alla fine della gradinata che immette
nel lago piccolo, scogli piatti e minuscole calette, tutte ombrate,
ospitano i bagnanti pigri.
Sutmiholjska
|
Sobra
|
Saplunara |
Spiaggetta di sabbia alla fine del lago grande |
Altre cale di facile accesso e piacevole bagno, seguendo
le ciclabili per Soline e Kriz****/*****.
Ma è quest'ultima località, di fronte a Soline, dove
comincia il mare e finisce il lago grande, che offre un bagno superlativo.
Scogli piatti, accesso facile, zero catrame, mare stupendo.(Nella
prima foto in alto a destra: L'acqua trasparente di Kriz.
Claudio Paoloni maggio-giugno 2012
Poche centinaia metri prima di Korita (forse il paese più bello
dell'isola), davanti ad una chiesetta parte il sentiero segnalato
che conduce alla uvala Prec. In 35 minuti
(45 la risalita) si raggiunge questa insenatura che secondo me è una
delle più belle dell'isola: riparata, con scogli comodi ed ombrosi,
il mare piuttosto profondo e cristallino.
Non vale la pena invece l'esplorazione della successiva uvala Maslinica,
40 minuti di sentiero poco faticoso, che conducono però ad una cala
scomoda e senza molta attrattiva. La vera curiosità della escursione
è l'incontro con quello che rimane di un bus delle linee Libertas,
quelle ufficiali, in un luogo davvero improbabile, che suscita la
consueta domanda senza risposta: ma come avranno fatto a portarlo
fino a qui!?
La spiaggia di Blaca, che
viene usata come luogo immagine dell'isola, almeno nella nostra esperienza,
è uno di quei casi in cui la fotografia è traditrice, ovvero non fotografa
la realtà, ma ne è una rappresentazione ingannevole. L'acqua all'interno
della baia è molto bassa, stagnante e piena di alghe: bella in foto
dunque, ma deludente dal vivo. Sono invece belli gli scogli che affiancano
lo sterrato che conduce alla spiaggia; bel bagno, ma ci sono davvero
pochi punti per un comodo accesso in acqua.
A noi è piaciuta tanto la baia di Okuklje,
non certo per la spiaggia che non esiste e dunque ci si deve accontentare
delle consuete terrazze di cemento o delle tavole di legno degli attracchi,
quanto per la tranquillità del villaggio così “nascosto” e “acquatico”,
e per il gusto di “partecipare” alle operazioni di ormeggio quando,
a sera, le barche arrivano in rada. E poi ci si diverte davvero a
guardare i campioncini di pallanuoto che sciorinano a ripetizione
fantasmagoriche palombelle ed altri colpi “da maestro”.
Prozurska Luka, semplicemente
stupenda vista dall'alto, non mantiene tutte le promesse, ma vale
di certo una visita.
Ho pigramente oziato negli ultimi giorni del mio soggiorno sugli scogli
che iniziano subito dopo l'hotel Odisej a Pomena. Basta scegliere
lo scoglio e l'ombra giusta per le proprie esigenze e oplà, con il
mare piatto è una vera goduria.