Mljet


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Dov'è ?

Il Canale di Mljet divide l'isola dal Peljesac, che domina il panorama della costa nord. La costa sud invece è libera ed il mare è aperto fino all'Italia. Mljet è montuosa soprattutto nella parte centrale, verso le estremità si addolcisce mostrando zone piane coltivate. Misura 100,40 km quadrati ed è stretta e lunga. Tre chilometri di larghezza massima per 37 di lunghezza. La costa di Mljet copre più di 130 chilometri. La cima più alta dell'isola, il Veliki Grad, proprio sopra l'abitato del capoluogo, Babino Polje, raggiunge 514 metri di altitudine.
E' a due ore di traghetto da Dubrovnik, 1 ora con l'aliscafo Nona Ana (fermate a Sobra alle 10 e a Polace prima delle 11), che quotidianamente porta i visitatori nell'isola (partenza alle 9) per riportarli a Dubrovnik nel tardo pomeriggio (verso le 20). Il traghetto in bassa stagione parte alle sei del mattino da Sobra per ritornare verso le sedici. In alta stagione le corse del traghetto della jadrolinija si raddoppiano.

Il porto dei traghetti, visto da Sobra

Sobra


Il porto dell'isola si trova a due chilometri da Sobra in una località disabitata. C'è solo un piccolo bar, la biglietteria della Jadrolinija e l'unico distributore di benzina. L'aliscafo della Nona Ana, invece attracca a Sobra paese e a Polace, accontentandosi di fondali più bassi.

Claudio Paoloni maggio-giugno 2012
La motonave Libunija collega Mljet a Dubrovnik due volte la settimana (Martedì e Sabato. Giovedì e Domenica il ritorno). Non esistono altri ferry con trasporto auto su Dubrovnik; ce ne sono invece 5 al giorno per Prapratno (alla base della penisola di Peljesak) 50 km a nord di Dubrovnik, 30 min di traversata.
Non posso fare a meno di segnalare, a pochissimi chilometri da Prapratno, la cittadina di Ston. Una vera chicca. Ancora attivo l'aliscafo Nona Ana che parte alle 6,15 da Sobra e riparte da Dubrovnik alle 19,10 (1 ora e mezzo via Sipan). Lo stesso aliscafo riparte successivamente da Dubrovnik per Polace per portare i turisti in visita giornaliera al parco.

Piacerà non piacerà

Un'isola così verde e così scomoda non l'avevamo mai vista. E ne abbiamo viste tante. Basta dare un'occhiata all'info per rendersi conto che servizi più irrazionali sono difficili da realizzare. Forse è meglio stare zitti e non lamentarsi troppo. Potrebbe essere il segreto che mantiene il fascino di Mljet. Non sono molti i visitatori che si fermano a lungo. La maggior parte morde e fugge in un giorno. Mljet rientra nelle visite organizzate di una giornata di molte agenzie turistiche che organizzano la visita alla città di Dubrovnik. La carenza di servizi, la scarsa ricettività dell'isola, le stesse strutture turistiche, non certo attraenti, allontanano una parte della domanda turistica, anche se non mancano i fedelissimi che ritornano puntualmente per più anni, fra i quali parecchi nostri connazionali che ci assicurano riescono quais ad occupare l'isola nel mese di agosto.
Piacerà a chi ama l'ambiente intatto di uno splendido Parco, le passeggiate all'ombra dei pini di Aleppo in bicicletta o a piedi. A chi si accontenta dei minuscoli centri turistici, con qualche bar, parecchie konobe, ma dove i negozi sono una rarità. Non piacerà a chi cerca spiagge da sogno dove rosolarsi al sole tutto il giorno e trascorrere serate movimentate. Non ci sono discoteche a Mljet. Piacerà a chi ama la tranquillità, l'aria pulita e secca, i grandi panorami che offre la natura più rigogliosa. Non piacerà a chi pretende sicurezze e a chi non riesce a fare a meno di portarsi i pensieri in vacanza.

Ambiente

La popolazione di Mljet nel 1950 era di circa 2100 abitanti, che si sono andati riducendo progressivamente. Il censimento del 2001 ne contava 1111, quasi la metà. Le cause dell'emigrazione sono da ricercarsi nelle scarse possibilità di lavoro. L'occupazione più stabile e ambita è il vigile del fuoco o la guardia forestale. Nel parco, la maggior parte delle assunzioni è stagionale e riguarda il periodo estivo. Gli altri abitanti si devono arrangiare con più occupazioni, prevalentemente legate alla stagione turistica. Pochi sono i coltivatori e ancora meno gli allevatori e i pescatori. Fra le colture si distingue quella dell'ulivo e della vite. Pregiato e di ottima qualità l'olio di oliva, che però viene consumato dai residenti e ristoranti. (Nella foto a sinistra: la blatina di Sobra)
L'isola prende il nome da "melite, melita" che significa miele sia in greco antico che in latino, ma di miele nell'isola non se ne trova. Non c'è un apicoltore. L'economia si fonda sul Parco e sulla bellezza dell'isola che riesce a richiamare ogni anno un maggior numero di turisti.
E' l'ambiente dunque la forza e la ricchezza di Mljet. La capacità di preservarlo dalla cementificazione è fondamentale. Le superfici non occupate dal pino di Aleppo costituiscono un'eccezione, le zone brulle una rarità. I mezzi dei vigili del fuoco sono quelli che s'incontrano più di frequente. L'attenzione e la preoccupazione è massima. Gli incendi a Mljet sono devastanti. Gli ultimi sono scoppiati nel 1992 interessando la zona che va da Babino Polje al Parco. Le zone colpite si possono individuare con una osservazione attenta, poiché la vegetazione è riuscita a ricrescere in fretta. Solo osservando la differente altezza delle piante si capisce l'entità della devastazione. Il verde è uniforme, ma i pochi grandi pini sopravvissuti, sovrastano la nuova vegetazione che sta lentamente crescendo. Contro gli incendi si prendono tutte le precauzioni. Punti d'osservazione fissi. Strade e fasce mangiafuoco sui crinali del Parco. Pulizia continua ai margini delle strade della sterpaglia , capace d'incendiarsi all'arrivo del primo mozzicone di sigaretta, incautamente e incivilmente buttato dal finestrino di un'auto.
Le zone pianeggianti dell'isola sono occupate da coltivazioni o da zone paludose che vengono distinte in "blatine" e "slatine". Le blatine sono paludi di fango, le slatine i laghi salati. Le blatine s'incontrano sopra l'abitato di Sobra e nelle vicinanze di Blato e Prozura.
L'unica slatina si trova a Kozarica e in un certo senso è entrata a far parte della storia dell'isola grazie ad un suo abitante, Marin Radulj. Costui, oggi ottantenne, ebbe l'idea e la forza di volontà per dimostrare che era possibile sfruttare il lago salato che aveva sotto casa. Ogni qual volta la pioggia scendeva abbondante, Marin temeva che il lago straripasse e danneggiasse gravemente le sue coltivazioni. Ciò ogni tanto accadeva vanificando il suo lavoro. Fu così che il contadino Radulj, attaccato alla sua terra che non voleva abbandonare, intraprese un'opera titanica, dalla quale poi fu appunto realizzato il documentario: "Il titano". Se si scende a Kozarica vale la pena di esplorare la slatina fino a dove sbocca al mare per capire quanto deve aver sgobbato questo straordinario personaggio. La via d'uscita a mare ha permesso a Radulic di non temere più le inondazioni e di ricavare altre terre fertili, attraverso ulteriori canalizzazioni. Nella Slatina si possono notare diverse piante da frutta, il cui raccolto viene trasportato e venduto gli abitanti dell'isola. Personalmente abbiamo avuto l'idea che la trasformazione della grande casa colonica in struttura turistica e l'età avanzata di Radulic abbiano ridotto di molto, se non addirittura fatto cessare questa attività. Nella slatina abbiamo notato molte piante di melograno, ma pochi mandarini, aranci, peschi e meli che c'erano una volta. Interessante è anche la sorte delle blatine. Sull'esempio della slatina sono state unite attraverso canali al mare. Nel 1989 a Sobra gli abitanti ricavarono dalla loro slatina oltre una tonnellata di anguille. I pesci erano entrati nella palude nella stagione piovosa e successivamente con l'avvento della stagione secca erano rimasti imprigionati nel fango per diventare facile preda di quanti volevano pescarle con arpioni e reti. Pare che il passaggio sia stato chiuso.


La Slatina a Kozarica



La Blatina di Radulic

dentro la slatina

La pensione di Radulj


La terza curiosità dell'isola riguarda la fauna. Oltre alla solita fauna mediterranea s'incontra un'animale che proviene dall'india e si è ben adattato nell'isola, la mangusta. Se non ne avessimo incontrato diversi esemplari non ci avremmo creduto. La mangusta è velocissima, ma inconfondibile. Più grande di uno scoiattolo, con una bella coda più lunga del corpo e il muso affilato. Il primo esemplare purtroppo lo abbiamo potuto esaminare attentamente poiché era stato investito da un auto e giaceva morto ai bordi della strada. La mangusta fu introdotta dagli abitanti dell'isola molti anna fa, quando la paura d'incontrare la vipera era giunta al massimo. In quegli anni i rettili infestavano l'isola e pare che parecchi abitanti siano morti a causa del suo morso. Fu così che qualcuno ebbe la bell'idea di recuperare un paio di copie di manguste che si riprodussero in fretta. Oggi incontrare un serpente è veramente difficile. Rare sono anche le comuni lucertole, tanto che si comincia a pensare che le manguste abbiano potuto modificare l'equilibrio naturale. Nella zona del Parco sembrano mancare insetti con pungiglione (zanzare, vespe, bombi, sicuramente api) compensate da una numerosa presenza di farfalle, bianche, gialle e marroni con stupendi disegni geometrici. Infine una raccomandazione. Non uccidete la cetonia dorata, il più inocuo degli insetti, anche se un po' rompiballe. E' bellissimo,rotondo con un bel manto verde luccicante cn contorni dorati, si posa sulla mano per farsi ammirare (insetto vanitoso) e poi basta un soffio per farlo volare via.
Fra le piante (dopo il pino d'aleppo) abbonda il melograno, l'alloro, il mandorlo, e il finocchio selvatico.

Claudio Paoloni maggio-giugno 2012
Qualche grave offesa al manto verde dell' isola a ridosso della parte alta di Babino Polje: proprio in faccia alla postazione dei vigili del fuoco un incendio è arrivato fin quasi alla cima del Veliki Grad. Una vera emergenza sono le carcasse delle automobili che ormai popolano ogni angolo dell'isola e sembrano ormai una testimonianza della caducità della vita con cui la comunità di Mljet ha deciso di convivere in armonia, anche quando (le strette strade del lungomare di Soba ad esempio) costituiscono un reale intoppo alla circolazione.




IL PARCO è uno dei più vecchi esperimenti di protezione ambientale. Risale al 1960 e fu voluto dall'allora Presidente Tito.


Mappa del Parco, cliccando sulle località si vedono le foto.


Isola di Santa Maria

Le acque dei due laghi, lago grande e lago piccolo, sono salate, comunicando con il mare aperto. Sono mediamente più calde di 2-3 gradi rispetto a quelle del mare aperto. Contengono anidride solforosa e ciò le fa ritenere adatte ad alleviare patologie reumatiche. L'area del parco si estende oltre i laghi per comprendere tutti gli isolotti della punta nord occidentale dell'isola, oltre agli abitati di Govedari, Pomena e Polace. Si accede alla zona più protetta da Pristaniste e da Pomena, passando per il lago piccolo. La regolamentazione del Parco prevede una serie di divieti. Nella zona protetta non si può fumare, non si possono gettare rifiuti di qualsiasi genere, è vietata la circolazione a motore, ma chi alloggia a Soline o a Babine Kuce può ottenere un permesso speciale di entrata e uscita. A Soline (3 chilometri da Pristaniste e 5 da Mali Most), nonostante il parco si continua a costruire. Ci sono già parecchi alloggi, camere e appartamenti. Babine Kuce è più carina con una lunga presentazione di palme, qualche taverna e un numero discreto di vecchi alloggi.
Il divieto di pesca è assoluto e la circolazione di natanti nei laghi è interdetta a qualsiasi mezzo con l'esclusione delle barche a motore del Parco che portano i visitatori nell'isola di S. Maria.
Per godere la bellezza del Parco vale la pena prendere le biciclette a noleggio. Quelle offerte a Mali Most sono in perfette condizioni e delle migliori marche. Oppure si può camminare seguendo le indicazioni e i sentieri perfettamente segnalati. Riguardo alle escursioni nel Parco ci intratterremo nell'apposito capitolo.
L'acqua c'è, ma non abbonda, sorgenti in prossimità delle Blatine e nel parco. E' prevalentemente raccolta in pozzi. In giugno abbondava. Nella grande mappa dei laghi esposta in più punti del parco,si notano una serie di rette bianche, non sono strade o sentieri (segnalati in rosso), ma corsie mangiafuoco, scavate nelle zone con più alto pericolo di propagazione per un eventuale incendio.

Cultura

Mljet non ha un capoluogo vero e proprio. Babino Polje (foto a destra) è un paese che si è sviluppato per lunghezza protetto dai maggiori rilievi. Sotto il paese una lunga pianura, un tempo molto più coltivata di adesso. La popolazione di Babino Polje è quella che più ha risentito dell'emigrazione. Dal 1971 ad oggi si è dimezzata (da 600 a 300 abitanti). Perdendo d'importanza l'agricoltura, chiuse le modeste iniziative industriali promosse dalle ex repubblica juguslava, è rimasta la cava di materiali per l'edilizia, un po' di pesca, la rappresentanza amministrativa con qualche impiegato e altre attività marginali legate al turismo. A Babino c'è poco da vedere. Sembra un paese d'altri tempi, specialmente da un anno, da quando è stata costruita la strada che dirotta tutto il traffico verso il Parco ,escludendo l'abitato. La vecchia strada è praticamente senza traffico e la tranquillità nel paese è totale. Consigliamo di percorrere a piedi quel chilometro e mezzo di cemento che unisce le case del paese. La vista migliore di Babino Polje la si ha scendendo dal sentiero, dopo essere saliti sulla cima del Viliki Grad.
In tutta l'isola non esiste un centro culturale, c'è solo la scuola di Babino Polje e nient'altro. Una situazione veramente strana per un'isola di queste dimensioni. La dipendenza da Dubrovnik è totale. Nel minuscolo capoluogo dell'isola ci sono due chiese, quella di S. Biagio e quella di San Paolo,quest'ultima con il campanile rifatto. Entrambe sono state costruite intorno al XV secolo. Poi c'è la residenza del duca, edificata nel 16 secolo, ma questa casa di pietra non da proprio l'idea di una nobile abitazione.

Non ci sono paesi interessanti da segnalare, si assomigliano tutti, culturalmente si possono distinguere per la chiesa più o meno antica, ma tutti sono uniti dall'aria dimessa, dalle case vuote o fatiscenti, dallo scarso numero di abitanti in prevalenza anziani, dalla pietra e dai tetti rossi. I più vivaci (si fa per dire) ci sono sembrati: Blato e Govedari. Maranovici e Korita forse hanno più storia, specialmente Korita, che vanta un passato fiorente (dal XV al XVI secolo) nel quale furono costruite ben tre chiese gotiche rinascimentali, fra le quali quella di S. Vito.


Korita

 


Blato


Govedari


Pomena con l'Hotel Odisej


Anche Polace (foto a sinistra) può vantare un passato famoso e lo si vede dall'imponenza della porta e dalle sue antiche mure, costruite dai bizantini. La località di mare fu scelta dai greci come punto di ristoro prima arrivare nella colonia di Lombarda a Korchula, poi dai romani ed infine dai bizantini.
Oggi la cittadina si presenta come località turistica, con lo stretto lungomare trafficato e negozi e ristoranti al di là del marciapiede. Pomena è più carina e tranquilla, sembra fare da contorno all'albergo Odisej. Il lungomare è corto, ma piacevole e ..poi si può proseguire per i laghi. Basta percorrere 500 metri per arrivare a quello piccolo. C'è anche qualche timido negozietto senza tante pretese pe rdistrarsi dal passeggio serale. Se si prosegue oltre l'albergo Odisej si può raggiungere l'estrema punta occidentale dell'isola. Una corsa serale lungo mare ideale per gli amanti del footing, anche se un cancello sbarrato impedisce di arrivare alla punta estrema, protetta dal Parco, pare per motivi di sicurezza relativi alla prevenzione degli incendi.


Il Monastero di S. Maria. In stile romanico è formato da una sola navata, con un atrio e un'abside centrale dietro l'altare. Oggi la chiesa nell'isolotto, costruita dal 1177 al 1198, rappresenta il biglietto da visita del Parco e di Mljet. Sul grande lago può circolare solo il taxi boat che, all'ora, parte puntuale da Mali Most, (piccolo ponte) che separa il lago piccolo(mali) da quello grande(veli). I biglietti per il battello si prendono all'entrata del Parco (Pristaniste) o negli appositi botteghini a Palace e Pomena. 90 Kune a pesona (13 euro), ma ne vale la pena se non altro per contribuire alle spese di mantenimento e prevenzione di questa meraviglia della natura. All'arrivo nelll'isolotto, proprio davanti all'entrata della chiesa, s'incontrano un ristorante e un bar per assetati e affamati. Poi si visita la chiesa, la preziosa e antica biblioteca (se aperta) e il monastero (se i lavori sono finiti), si fa il giro dell'isoloto (10 minuti), dando un'occhiata agli ordinati orti dei monaci e la barca per il ritorno è già pronta per ritornare a Pristaniste o a Mali Most. Nel capitolo successivo seguono altre informazioni.


Polace


Particolare S. Maria


Abside

Claudio Paoloni maggio-giugno 2012
L'isola di Mljet dal 1410 al 1806 faceva parte della Repubblica di Dubrovnik ed aveva un proprio governatore che veniva nominato dal Gran Consiglio della Repubblica e sostituito ogni anno. A Babino Polje, il paese più lungo della Dalmazia (dicono), a sud della strada di “scorrimento veloce” e nelle vicinanze del sentiero che porta alla grotta di Ulisse, è sito il palazzo del “Rector” costruito nel 1554 come recita la lapide originale. Questo edificio davvero modesto, circondato da ulivi secolari, è ora la ridente residenza della famiglia Biskup che ha organizzato un piccolo, ma davvero interessante museo delle tradizioni popolari, che viene aperto volentieri ai visitatori che magari, ma non è dovuto, hanno acquistato i prodotti tipici, olio, miele, sott'oli, formaggi e alcolici di varia natura nel baracchino che gestiscono, uno dei tanti che proliferano in tutta l'isola.

Storia

Gli Illirii furono i primi colonizzatori dell'isola. Durante il periodo ellenico l'isola fu trascurata dai Greci che utilizzavano la zona di Polace solo per rifornirsi d'acqua e riposare prima di riprendere il mare per giungere nella colonia di Lumbarda, nell'isola di Korchula. I romani conquistarono l'isola dopo la vittoriosa guerra di Cesare Augusto contro gli Illirii. L'arrivo dei romani a Mljet fu particolarmente cruento, si risolse in una strage e non mancarono le solite crocifissioni per terrorizzare gli abitanti sopravvissuti. Nel medioevo ci fu una migrazione da parte di tribù slavo-croate, che occuparono molte isole dalmate. A Mljet arrivarono tribù dalla valle della Neretva che occuparono l'isola da est a ovest. Gran parte degli attuali villaggi furono costruiti in quel periodo. Il periodo romano finì dopo 800 anni di occupazione, agli inizi del XII secolo, quando in una battaglia campale i bizantini furono definitivamente sconfitti. Di questa battaglia rimane una traccia a Ivanje Polje, dove fu ritrovata nel 1938 una grande tomba, con spade, frecce, lance, molti teschi umani e ossa. Ivanje Polje (campo di Giovanni) si trova nella zona di Blato, sotto la collina di Bijed (quota 330) e vicina alla cala di Krizice, dove una leggenda popolare racconta che le acque si tinsero di rosso per il gran numero di morti e feriti. Nel 1151 l'isola fu ceduta ai benedettini dell'ordine di S. Maria di Pulsano in Apulia con la benedizione di Papa Giovanni XXII. Costoro decisero di costruire il loro monastero nell'isoletta del lago grande, che prese nome dal monastero e dall'ordine, S. Maria, appunto. Con l'andare del tempo il Monastero assunse sempre maggiore importanza. I monaci son solo ricopiavano e traducevano antichi testi dal latino, ma a richiesta facevano da giudici. Il convento era diventato un centro di riunione per le diverse confraternite benedettine che operavano nell'area di Dubrovnik. Dal 1400 in poi le sorti di Mljet furono legate a quelle di Ragusa (nome dato dai veneziani alla città di Dubrovnik) Nel 1808 infatti la città dalmata fu conquistata dalla truppe napoleoniche ed il Monastero di S. Maria veniva immediatamente chiuso con un editto dello stesso Napoleone. Dopo la sconfitta dell'impero francese, Dubrovnik e Mljet furono annesse all'impero asburgico, fino al suo crollo dopo la prima guerra mondiale. Dal 1918 fino al 1921 fu occupata dagli italiani, che ritornarono a prendersi Mljet nel 1941. Nel settembre 1943 le truppe italiane abbandonarono i possedimenti dalmati e l'isola fu annessa alla repubblica federale iugoslava. Nel 1990 è entrata a far parte del nuovo stato croato.

Archeologia

L'unica indicazione di un sito archeologico s'incontra a Polace, prima della grande porta con le fortificazioni di pietra. Si deve seguire per lo sterrato-sentiero che conduce a Pristaniste, poi un cartello indica il sito a dieci minuti a piedi. S'incontra un pezzo di muro, rimasto ancora in piedi della prima chiesa cristiana costruita nell'isola. Tutto qui.

Info

Non ci sono taxi, non ci sono banche. C'è un unico sportello bancomat a Pomena, nella ricezione dell'Hotel Odisej, accanto anche l'unico punto internet dell'isola. Telefoni a tessera a Sobra, Polace, Pomena e Babino Polje. Scarseggiano pure i negozi di generi alimentari e le panetterie. Un solo super market ben rifornito a 3 chilometri da Sobra e a due da Babino Polje. Un solo forno a Polace. Negozietti di generi alimentari a Babino Polje, Sobra, Polace e Pomena. Gran parte dei rifornimenti arriva da Dubrovnik. Ufficio postale a Babino Polje e Pristamiste (sede del Parco), e Maranovici. Tre bus, uno per la scuola, quando è aperta, raccoglie a pagamento anche i turisti. Gli altri due bus partono rispettivamente da Pomena e da Saplunara solo per accompagnare chi deve prendere il traghetto per Dubrovnik (una volta al giorno in bassa stagione, due in alta). Il traghetto è utilizzato dai residenti per le compere a Dubrovnik, parte alle sei del mattino, cosicché i due autobus cominciano la raccolta dalle estremità dell'isola (verso le 4 e 30), fermandosi a richiesta lungo la strada. Un bus verde collega ogni ora Palace a Pristamiste, l'entrata del Parco. Noleggio auto e moto garantito dalla Mini Brum con sedi a Polace, Pomena, Babino Polje e Sobra, dove risiede il proprietario, meccanico e autista dell'autobus. Nel tempo libero il suo passatempo preferito è il recupero di carcasse di 126 fiat. Riesce a ricostruirle completamente, dalla carrozzeria, al motore e alla tappezzeria (vedi foto a siistra).Si fa pagare la benzina in base ai chilometri percorsi. Piuttosto caro, pretende 300 kune (40 euro) per 12 ore di 126 fiat, 50 euro se si superano le 12 ore. Per lo scooter la richiesta è di 30 euro, folle rispetto alla Grecia, ma in Croazia lo scooter è considerato un lusso. Noleggio biciclette autorizzato nel Parco a Mali Most, in prossimità del ponticello che divide il lago piccolo da quello grande, costo 20 kune all'ora, 80 kune fino a sei ore, 100 kune per tutta la giornata, 400 kune per tutta la settimana. Si affittano tandem (100 kune per sei ore) e canoe (20 kune all'ora). Rent mountain bike anche a Polace e Pomena. Nel Parco con partenza da Mali Most e Pristaniste fa servizio un battello per la visita al monastero di S. Maria nell'omonima isola, costo 90 kune per passeggero(13 euro). Farmacia a Babino Polje, ambulatorio a Babino Polje, tel. 20 745005 e a Govedari, tel.20 744199. Un solo distributore di benzina a due chilometri da Sobra, nel porto di arrivo del traghetto. Ufficio Turistico a Pomena, tel. 00385 20 745125 oppure 20 744086, mail tz-mjesta@du.htnet.hr. Capitaneria di porto di Sobra, tel 020 745040. Ufficio Jadrolinija aperto alla partenza del traghetto. Polizia 020 745001.
Cartina del Parco, scala 1:20000, si compra a Polace o a Pomena.

Claudio Paoloni maggio-giugno 2012
I taxi hanno fatto la loro comparsa e c'è un nuovo bacomat a Polace, ma non al porto, dove logica vorrebbe, vista la posizione centrale ed il movimento di traghetti. Niente internet in tutta l'isola, visto che la postazione dell'Odisej non è più attiva; solo se si possiede un proprio computer si ottiene alla reception il codice di accesso alla rete. L'ingresso al parco costa ora 100 kune, si paga una sola volta e include il traghetto per il monastero e prosecuzione fino a Mali Most. Qui, come scritto, si affittano biciclette (40 kune all'ora, 120 tutto il giorno) che possono essere restituite anche all'ingresso del parco a Pristaniste. La cartina dell'isola si può comprare anche al porto nel negozietto di souvenir, non certo all'ufficio “disinformazione” turistica che, per non rischiare che qualche turista si azzardi ad entrare è posto in posizione del tutto invisibile a chi sbarca.

Dove si dorme

Per visitare l'isola, capirla e apprezzarela, occorre almeno una settimana. Ai turisti leggeri senza auto al seguito consigliamo di soggiornare almeno quattro giorni nel parco a Pomena e gli ultimi tre giorni a Sobra, più comoda per la partenza. La scelta della località dove alloggiare dipende da cosa si cerca nell'isola. La maggior parte dei visitatori sceglie di stare a Pomena, considerata prima scelta per godere la bellezza del parco. Dopo Pomena la località più turistica è Polace. Seguono Saplunara e Sobra. Alloggi (pochi) si trovano anche in altre località del parco, Babino Kuce, Soline e a Kozarica e Babino Polje, all'esterno del parco. Queste due ultime località sono prese n considerazione quando la disponibilità di alloggi nel resto dell'isola è esaurita. Pomena e Polace sono la meta di numerose imbarcazioni da diporto che affollano in tutte le stagioni i relativi porticcioli. Queste località di dimensioni limitate sono affollate in alta stagione, mentre in bassa stagione diventano godibili, in particolar modo Pomena. Saplunara è frequentata da turisti auto muniti con bimbi al seguito. Le due spiagge sabbiose con fondali bassi costituiscono un forte richiamo, in un paese, la Croazia dove queste caratteristiche sono difficili da trovare. Polace, Pomena e Saplunara sono più care, rispetto alle altre località dell'isola.
Sobra è il porto principale dell'isola. E' servita dal catamarano "Nona Ana" e dal traghetto. Il primo ferma all'inizio del paese, il traghetto invece nel molo dell'insenatura dove il mare è più profondo, a circa due chilometri dall'abitato. La località è tranquilla e rilassante, ma scomoda, se si considera che il servizio bus viene effettuato solo in coincidenza dell'arrivo e della partenza del traghetto (non della Nona Ana). Il taxi non esiste. Per visitare il resto dell'isola occorre prendere un'auto a noleggio oppure prendere la Nona Ana alle 10 per andare a Polace e tornare alle 19 circa. Per chi ha l'auto al seguito, Sobra può dimostrarsi conveniente per visitare l'isola, essendo a circa metà dell'isola e disponendo di un lido per il bagno. l discorso di Sobra vale anche per Babino Polje con l'aggravante che in questa località il bagno è più scomodo ed il vantaggio di disporre della migliore taverna - qualità prezzo- dell'isola. La qualità degli alloggi è da verificare anche nelle località più turistiche, Pomena e Polace. Ci limiteremo a segnalare le migliori soluzioni che abbiamo visto.
Due auto Camp: a Babjno Polje e a Ropa
A Pomena la parte del leone la fa l'Hotel Odisej, tel. 00385 20 744062. Dispone di 155 camere ben tenute e pulite e due appartamenti, la maggior parte con vista mare. Il prezzo per persona va da 25 a 63 euro per la doppia con colazione. Il prezzo dipende dalla stagione, dalla vista mare e dal balcone. Prenotare in bassa stagione non conviene. In internet, www.hotelodisej.hr, abbiamo constatato prezzi superiori di quelli che vengono applicati presentandosi direttamente alla portineria. Si dice che a Pomena tutti gli abitanti affittino qualcosa. In parte è vero, all'arrivo del traghetto, in bassa stagione, arriva parecchia gente con cartello e foto di alloggi. Segnaliamo alcune strutture viste. Nella zona delle taverne, dalla parte opposta all'Odisej, Mare Milic-Divo Market, tel. mobile 098608773, oppure 020 744095/090. Ci si può rivolgere anche al ristorante OGIGIJA a Polace. Dispone di quattro appartamenti nuovi, sopra il laboratorio per la produzione di infissi. Dopo le taverne segnaliamo un grande appartamento (per 4-5 persone), Vicko Milic, tel. 098-632674. Vista eccezionale, da grande terrazza, ma l'interno lascia a desiderare, chiede 60 euro al giorno, ma scende subito a 50. All'inizio del paese ci è parsa una buona scelta, Apartmani di Slavica Strazicic, 385 20 419112, mob. 385 91 5337420, slavica.strazicic@du.htnet.hr Non l'abbiamo potuta verificare perchè la casa era ancora chiusa agli inizi di giugno e la proprietaria vive a Dubrovnik, ma l'esterno della casa era curato e di recente costruzione. Spartana e a basso costo, nella zona delle taverne, Konoba "Barba Ive", Pomena 4, tel. 385 20 744035, dispone di un certo numero di camere con vista, essenziali, arredate così e così, sufficientemente pulite (100 kune per persona in bassa stagione, 150 in alta), con uso cucina in comune per la colazione. Infine Pension e Konoba Kiko, Pomena 9, tel. 020 744074, mob. 0915923813, piccolo complesso con camere che offre la possibilità di mezza pensione a 60 euro a persona oppure camere doppie a 35 euro in bassa stagione.
A Polace quasi tutte le Konobe dispongono di camere in affitto. Fuori dal giro dei ristoranti abbiamo individuato una soluzione economica che consigliamo di vedere prima di decidere. La Pansion Blazenka Market, Polace 10, tel. 385 20 744047, dispone di 4 camere e di un appartamento. Ci si può rivolgere anche a Mare Milic-Divo Market, tel. mobile 098608773, oppure 020 744095/090. Ci si può rivolgere anche al ristorante OGIGIJA a Polace, già segnalato per Pomena. Abbiamo visto altre soluzione, che non ci sentiamo di segnalare.
A Saplunara consigliamo due soluzioni, ma disponiamo dell'elenco completo delle strutture, per chi fosse interessato. Nedjeljko Kralj, tel. 020 746 175, dispone di un appartamento grande e di due appartamenti per due persone (grande 50 euro in bassa , 75 in alta, piccoli 30 in bassa 35 in alta), Boris Hansel Apartmani, tel 020 746016 - 419013, (meglio verificare di persona)
A Sobra si trovano due buone soluzioni. Consigliamo di rivolgersi a Laura Klobasa, proprietaria dell'omonima taverna, Sobra 32. Telefono 020 745101, mob. 091 7697550, dispone anche di un alloggio a Dubrov ik. Dispone di un paio di appartamenti ben tenuti e forniti con una vista mare eccezionale che vale la fatica di salire una cinquantina di gradini. Prezzo economico, 100 kune (circa 13 euro) a persona in bassa stagione. E' disponibile a cercare altri alloggi a Sobra. Altro buon indirizzo a Sobra (sul mare ) è Pavica Anelic, tel. mob.98203142, mail pavica.anelic@du.htnet.hr
Siti da consultare www.dubrovnik-area.com e www.kroatien-ferien.com
A Kozarica (solo per auto muniti) ci sentiamo in obbligo di segnalare la struttura di Marin Radulj, personaggio straordinario, eroe del lavoro nella ex Juguslavia socialista. Dispone di camere spartane a buon prezzo. Tel. 385 20 745069.

Claudio Paoloni maggio-giugno 2012
La signora Laura Klobasa ha chiuso il ristorante omonimo ed ha cambiato genere merceologico: ha il negozio di (orribili) souvenir al porto. Confermo le buone recensioni sui suoi apartmani, soprattutto per le due terrazze, una riparata dal sole del mattino e l'altra affacciata sul golfo, che valgono da sole i 35 € (30 € se si affitta per una settimana)
L'autocamp di Babino Polje è chiuso. Resta il basico, ma ben gestito camping di Ropa.
La pensione di Marin Radulj (non abbiamo chiesto se è ancora in vita perchè “gli eroi son tutti giovani e belli” e dunque non volevamo “sporcare” questa immagine) era piena di “italiani in gita” (tanto per continuare con le citazioni musicali): si è fatta il make up ed ha un aspetto a dir poco elegante.
18 € a testa per le camere, 60 € gli appartamenti e 40 € la mezza pensione www.villaradulj.com cell. 915170012

Dove si mangia

A Pomena i ristoranti sono posti in fila nel molo dove attraccano una parte delle imbarcazioni da diporto. Chi scende a terra non può fare a meno di vedere le vasche a pavimento dove si muovono le aragoste ancora vive, pronte a saltare nell'acqua bollente al primo cenno dell'avventore. Non le abbiamo testate, non solo perchè da tempo abbiamo deciso di lasciare in pace questo crostaceo in via d'estinzione, ma anche perchè il rito dell'aragosta, a cui abbiamo rinunciato, non ci interessa più di tanto e non solo per i costi. Prezzi italiani e osti smaniosi è una miscela che sa troppo di turismo per darci fiducia. Idem a Polace, una sfilza di taverne a contendersi nella bassa stagione i pochi turisti. Occorre poi aggiungere alcuni particolari importanti. Nell'isola sono rimasti pochi pescatori doc, nelle acque del parco è vietata la pesca di ogni tipo e a Sobra c'è un discreto allevamento di branzini, orate e spigole che in buona parte rifornisce anche i ristoranti dell'isola. Le acque di Sobra sono limpide, ma delle farine che ingrassano i pesci croati si sa ancora poco. Alcuni esempi dei prezzi delle konobe di Polace: spaghetti all'aragosta per due, 30 euro. 35 euro per il brodetto per due persone. Venti euro per un piatto di pesce probabilmente d'allevamento. Abbiamo assaggiato anche il vino di Mljet. Discreto il rosso, sufficiente il bianco. Per vostra informazione i migliori vini di questa parte della Croazia, sono prodotti nel Peljesac e nell'isola di Sipam, dove il vino fa parte della tradizione. Forse è meglio pasteggiare con la birra Karlovacko o Lasko PIvo. Tornando al pesce siamo riusciti ad ottenere le giuste informazioni per individuare le taverne più sicure. La razza dell'oste-pescatore pare si sia estinta oppure che non sia mai esistita a Mljet. Ci avevano assicurato la taverna di Prozurska luka, ma le saracinesche ai primi di giugno erano ancora abbassate e ci è rimasta la curiosità dell'ultimo oste-pescatore. Poi abbiamo scoperto che la maggior parte dei pescatori doc vive a Babino Polje, all'ombra del Veliki Grad, la cima più alta dell'isola. Le poche barche le tengono nel fiordo di Suthmiholiska (impronunziabile) o in altre cale della costa sud, raggiungibili per sentiero. Una parte del pesce doc finisce alla Konoba Triton di Babino Polje, che offre anche il vino di casa e il "prosec" dell'isola. Piatti buoni, porzione di pesce bianco abbondante (anche saraghi quando ci sono) a meno di 10 euro,pane, bibite e contorni compresi. Da provare. Buona anche la Konaba Stermasi di Saplunara, pesce fresco, prezzi più italiani. Nel parco abbiamo mangiato del pesce pescato ben cotto a Soline, all'osteria Angela, prezzi quasi come da Triton. Prodotti biologici e pesce fresco anche dal mitico Marin Radulj a Kozarica, rifornito da pescatori del posto
Abbiamo testato anche due taverne di Sobra, dove pare che i pochi pescatori della località riescono a malapena a rifornire la propria famiglia. Da Riva si mangia decentemente, ma niente di eccezionale è la taverna dei locali, prezzi bassi. Da Laura sono da provare i formaggi di capra, prodotti dalla mamma a Babino Polje e il vino rosso, Mljet doc, pesce d'allevamento,altri piatti discreti,ma niente d'eccezionale, prezzi buoni. Accanto a Riva c'è una pizzeria con forno a legna.

Claudio Paoloni maggio-giugno 2012
La konoba Triton di Babino Polje è davvero speciale; l'ambiente fascinoso, la simpatia della proprietaria, e la qualità del cibo ne fanno davvero un posto da raccomandare. Da provare la zuppa di pesce (popara) e le carni, o il polipo, cotti in una teglia che viene ricoperta da una “campana” di ferro con delle braci . Una vera delizia. 20 € a testa tutto compreso. Anche il bar di Babino Polje è da raccomandare: l'atmosfera paesana e il buon caffè valgono la visita.

Acquisti

Nulla da segnalare,artigianato assente, negozi solo qualche rara traccia.

Escursioni

Escursioni per tutti i gusti. L'isola è molto adatta per chi ama la bicicletta. Non ci sono grandi dislivelli da superare, al massimo sali e scendi di 200 metri, ma la salita è leggera.
Nel Parco sono stati approntati percorsi per ciclisti in cemento e sentieri ben segnalati per metapodisti. Ci si può sbizzarrire. Consigliamo anche la bella passeggiata che in circa mezz'ora, partendo da Polace permette di raggiungere il lago grande, passando per Pristaniste (2,5 chilometri). Con una deviazione di un quarto d'ora in tutto, chi ha voglia, può visitare il maggiore sito archeologico dell'isola. Il percorso dal lago grande a Polace o viceversa si svolge interamente tra i pini di Aleppo, attraversando la meravigliosa pineta. E' facile, è più sterrato che sentiero, adatto a tutti, con dislivelli minimi. E 'l'ideale per l'ossigenazione serale o per una piacevole corsetta.
Più difficoltoso, ma appagante per gli scenari che s'incontrano, il sentiero che da Lokvice scende alla cala di Gonturska per poi raggiungere la croce di Kriz, alla fine della ciclabile, dalla parte opposta a Soline. Tempo circa un'ora a piedi (5 chilometri).
Salita al Veliki Grad da Babino Polje. Si può partire da dietro il ristorante Triton. C'è la scritta "start" e poi un segnale dietro l'altro, quasi impossibile sbagliare. Oppure si può partire a circa 150 metri dal Triton, in direzione Sobra. Sulla strada c'è l'indicazione del sentiero ufficiale per raggiungere la più alta cima dell'isola. Quest'ultima partenza è meno impegnativa della prima, molto ripida e sassosa fino al punto d'incontro con il sentiero ufficiale. La prima parte della salita termina sotto l'anticima, poi dopo un breve tratto pianeggiante si riprende a salire, aggirando il Veliki Grad a sinistra. L'ultimo tratto è ventoso e si può classificare EE (per escursionisti esperti, basta avere il piede sicuro e non soffrire di vertigini). Dalla cima, con le antenne e i ripetitori TV che impediscono la definizione di panorama "a 360 gradi", grande vista sull'isola da est a ovest. Lo sguardo arriva a Dubrovnik, al Peljesac, alle isole Elafiti e raggiunge Lastovo e Korchula. Tempo di salita, almeno un'ora, poco meno per la discesa.
Alla Grotta di Ulisse. Si parte sempre da Babino Polje. Il cartello segnaletico è a sinistra nella piazzetta della posta. Si raggiunge la nuova strada asfaltata, la si attraversa e si segue la abbondante e precisa segnaletica. La parte finale si conclude con una scalinata (indicazioni FKK) che scende al mare sul lato destro dell'apertura della grotta, dopo la zona degli Hotel (come vengono scherzosamente definite alcune piccole costruzioni in pietra che si reggono in piedi miracolosamente). Per entrare nella grotta basta un tuffo in mare quando il mare non è mosso. Siamo infatti nella costa sud dell'isola dove il mare è aperto e spesso un tantino agitato. Al termine della grotta ci sono due barche in secca. Si vedono anche dall'alto. Fare attenzione a non perdere i segnali al ritorno. Ci si può incasinare. Consigliabile borraccia d'acqua e cappellino bianco al seguito. Circa 30 minuti per scendere, 45 per risalire, 200 metri di dislivello.


Il Parco

Grotta Ulisse, entrata

Grotta Ulisse, barche

Claudio Paoloni maggio-giugno 2012
La più bella escursione nel parco è senz'altro quella che conduce a Montokuc, la cima dalla quale si gode il più bel panorama sui laghi e sull'intero territorio del parco e che non a caso è stata scelta per la postazione di avvistamento incendi. Si raggiunge in 45 minuti partendo da Velika Loza, l'ingresso dell'area del parco a più alta protezione. Se si vuole allungare il percorso si può puntare dapprima su Gradac, un'altro punto panoramico particolarmente suggestivo, posto proprio di fronte all'isola di Santa Maria, per poi ricongiungersi con il sentiero principale che porta a Montokuc. L'estrema punta occidentale del parco, la penisola di Kolumba è ora raggiungibile da Pomena con una passeggiata di 2 km fino al cancello che seppur chiuso, impedisce il passaggio solo ai veicoli, mentre i pedoni possono facilmente aggirarlo. La penisola è piena di postazioni militari ora in disuso: tunnel, bunker, grotte che nascondevano cannoni con rotaie. Anche l'approdo a mare è interessante soprattutto nella ampia spiaggia che fronteggia l'isoletta di Sij, dove enormi pini si protendono sugli scogli.

Spiagge


Mljet, segue la regola croata con una piacevole variazione. Udite, udite.. ci sono spiagge sabbiose, ben due a Saplunara e una piccolina nel parco. Nelle spiagge dell'isola non c'è traccia di ombrelloni e sdraio. In compenso ovunque ombre generose e profumate dal Pino d'Aleppo.
Ma andiamo in ordine, cominciando proprio dall'estremo sud est dell'isola, le spiagge sabbiose di Saplunara, appunto. Sono due, ma noi ne abbiamo vista e fotografata una sola. Nell'altra, come in Italia si stava consumando un grande evento culturale promosso da una TV commerciale: un reality show del tipo pacco, dove, ex noti personaggi o nuovi quasi noti, tentavano il grande passo in avanti, sfidandosi in terribili prove: digiuni estremi, gare di nuoto nel mare in tempesta, gare di corsa sulla punta degli scogli, tuffi spericolati, ecc. L'accesso a Blace**** (quattro stelle per la bellezza del posto) la più estrema delle spiagge di Mljet era severamente interdetto dalle sette del mattino fino alle 20 della sera. La spiaggia è fra le più famose della Croazia, con una conca di sabbia d'oro contornata dalla pineta, acque basse e limpidissime, un panorama da paradiso tropicale. L'ideale per far sprofondare la fantasia del telespettatore nell'isola di Robinson. Unici inconvenienti, un po' d'erbetta di troppo e la necessità di uscire dall'insenatura per poter nuotare senza toccare il fondo, ma ciò riguarda i turisti veri. Qualcuno è riuscito, non si sa come, ad assistere alla gara di tuffi, svoltasi nell'impronunziabile baia di Sutmiholjska ed ha scoperto il pacco. Uno dei partecipanti al reality, un fusto tutto muscoli, non sapeva nuotare e tanto meno tuffarsi e così c'è stato bisogno della controfigura.
Godibile anche la più grande delle spiagge sabbiose di Saplunara***/****, ma arriva un po' di sporco.Ci sono due cale sabbiose, quella centrale, circa 100 metri di lunghezza, larga, e l'altra, sulla sinistra, guardando il mare, più piccola e più ombrata. L'acqua, meno bassa, è limpida, quasi smeraldo. Le ombre abbondano nel retro.
E veniamo all'innominabile della costa sud, Sutmiholjska***, colori splendidi, acque limpide, insenatura di ciottoli lunga una quarantina di metri, sempre riparata, un po' d'ombra, ma sporca con catrame e con parecchie alghe sul fondo. L'innominabile, meta di tendaioli e saccopelisti croati, fa anche da porticciolo (con barche sulla spiaggia e in mare) per i sopravvissuti pescatori veraci di Babino Polje, quelli che riforniscono, fra gli altri, anche il ristorante Triton. Un paio di piccole case diroccate e un paio di grotte marine abbastanza grandi fanno da contorno.
Si fa un bel bagno anche sul molo, adibito a spiaggia di Sobra***. C'è anche la doccia e ombra naturale. L'altra cala della costa nord è a Kozarica**/***, ciottoli, ma sporca, a causa dei venti che portano i rifiuti del mare. Si può fare un bagno, anche se a prima vista ci è sembrato scomodo, nei fiordi abitati di Prozurski e di Okuklje, senza valutazione, ma acqua del mare è pulita. Presenza di imbarcazioni da pesca.
Ed ora le spiagge del parco, anche se sarebbe meglio definirle, postazioni di balneazione. Venendo da Pomena, alla fine della gradinata che immette nel lago piccolo, scogli piatti e minuscole calette, tutte ombrate, ospitano i bagnanti pigri.


Sutmiholjska


Sobra

 


Saplunara

Spiaggetta di sabbia alla fine del lago grande

Altre cale di facile accesso e piacevole bagno, seguendo le ciclabili per Soline e Kriz****/*****. Ma è quest'ultima località, di fronte a Soline, dove comincia il mare e finisce il lago grande, che offre un bagno superlativo. Scogli piatti, accesso facile, zero catrame, mare stupendo.(Nella prima foto in alto a destra: L'acqua trasparente di Kriz.

Claudio Paoloni maggio-giugno 2012
Poche centinaia metri prima di Korita (forse il paese più bello dell'isola), davanti ad una chiesetta parte il sentiero segnalato che conduce alla uvala Prec. In 35 minuti (45 la risalita) si raggiunge questa insenatura che secondo me è una delle più belle dell'isola: riparata, con scogli comodi ed ombrosi, il mare piuttosto profondo e cristallino.
Non vale la pena invece l'esplorazione della successiva uvala Maslinica, 40 minuti di sentiero poco faticoso, che conducono però ad una cala scomoda e senza molta attrattiva. La vera curiosità della escursione è l'incontro con quello che rimane di un bus delle linee Libertas, quelle ufficiali, in un luogo davvero improbabile, che suscita la consueta domanda senza risposta: ma come avranno fatto a portarlo fino a qui!?
La spiaggia di Blaca, che viene usata come luogo immagine dell'isola, almeno nella nostra esperienza, è uno di quei casi in cui la fotografia è traditrice, ovvero non fotografa la realtà, ma ne è una rappresentazione ingannevole. L'acqua all'interno della baia è molto bassa, stagnante e piena di alghe: bella in foto dunque, ma deludente dal vivo. Sono invece belli gli scogli che affiancano lo sterrato che conduce alla spiaggia; bel bagno, ma ci sono davvero pochi punti per un comodo accesso in acqua.
A noi è piaciuta tanto la baia di Okuklje, non certo per la spiaggia che non esiste e dunque ci si deve accontentare delle consuete terrazze di cemento o delle tavole di legno degli attracchi, quanto per la tranquillità del villaggio così “nascosto” e “acquatico”, e per il gusto di “partecipare” alle operazioni di ormeggio quando, a sera, le barche arrivano in rada. E poi ci si diverte davvero a guardare i campioncini di pallanuoto che sciorinano a ripetizione fantasmagoriche palombelle ed altri colpi “da maestro”.
Prozurska Luka, semplicemente stupenda vista dall'alto, non mantiene tutte le promesse, ma vale di certo una visita.
Ho pigramente oziato negli ultimi giorni del mio soggiorno sugli scogli che iniziano subito dopo l'hotel Odisej a Pomena. Basta scegliere lo scoglio e l'ombra giusta per le proprie esigenze e oplà, con il mare piatto è una vera goduria.