Creta 2013: Réthymno e la sua provincia
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Spiaggia occidentale di Triopetra |
Le spiagge di Damnoni (la prima liberae la seconda per nudisti) e di Amoudi |
Spiaggia di Ligres sotto la Tavrna omonima raccomandata |
Se il troppo vento vi arreca fastidio, potreste recarvi alla spiaggia
di Souda, a 4 km a ovest. Inutile raggiungerla a piedi, è tutta strada
asfaltata. Più piccola e ridotta della grande spiaggia, questa è indubbiamente
più protetta e balneabile. Non sarebbe male (pulita, riparata, acque
calme e più azzurre) ma troppo gente, troppo traffico, troppo attrezzata,
troppe auto a ridosso (quantomeno nei giorni festivi). Il greco è come
l’italiano del dì di festa: non cammina, arriva con l’auto sin dove
può, si nasconde sotto l’ombrellone e/o si fionda ai tavoli di una delle
due taverne qui presenti (nulla di che, ci è parso). In ogni caso da
qui, la cartina di cui sopra accennerebbe a sentieri per raggiungere
a piedi ruderi di monasteri soprastanti.
Vediamo le altre belle spiaggette della zona, a dire le spiagge tra
la grande e le spiagge di Preveli, di cui oltre (Limni
e Drimiskanios).
Esse sono quattro: Damnoni, Damnoni
due, Amoudi due (piccola
piccola per nudisti ma non solo), e Skinaria,
più grande con canne e tamerici, forse la più attraente.
Da Plakias
sono tutte tra di loro collegate, per i camminatori, in parte attraverso
sentierini, in parte via carrareccia. Percorriamole, pedibus calcantibus.
Da Plakias si aggira il Monte Kakomouru (in senso antiorario stavolta),
seguendo le indicazioni blu. In un’ora si arriva al “Kalipso Rock’s
Palace – diving centre”. Da qui in 30 minuti salendo una scala di cemento
incavata nella roccia a picco sul mare e poi seguendo un agevole sentiero
che diventa carrareccia si arriva alla Damnoni beach. Può piacere: libera
o attrezzata, sebbene dietro scorra la strada impreziosita di 3 gradevoli
taverne, e peccato per il grosso complesso residenziale turistico sempre
con centro sub) che la precede. Poco prima, scendendo lungo la carrareccia
di cui detto, è da segnalare un cantiere archeologico in attività: “Plakias
Project”, a gestione mista forse greco – angloamericana.
Da questa prima spiaggia di Damnoni, in 5 minuti (la strada è sempre
una carrareccia) si giunge alla minuta spiaggetta sempre di Damnoni
due, che chiamamiamo quella per i nudisti. Molto stimolante e acqua
bella. Qui il costo per un ombrellone e due lettini è di 6 euro (un
chiosco per bevande fresche è sempre attivo alle sue spalle).
In altri 10 minuti, lungo il proseguo della solita carrareccia, eccoci
alla discreta spiaggia di Amoudi: canne e tamerici, un paio di impianti
ombrellonistici con lettini, ed una taverna (non ci è piaciuta) 500
metri all’interno. Sotto le tamerici una squallida roulotte per caffè
greco e bibite varie (meglio che niente?)
Da Amoudi a Skinaria beach il tratto è invece più suggestivo: pietroso,
roccioso, impervio, ma riconoscibile grazie anche al “volontariato”
del trekking costiero: gli “ometti”! Ci vogliono 20 minuti. E’ bello.
Ed altrettanto gradevole è questa spiaggia, essenziale, ben poco frequentata.
Da dimenticare (ma forse il cibo è buono) la taverna di cemento che
sta poco dietro (non vi è altro del resto).
A tutte e 4 le spiagge ci si può giungere anche con l’auto
propria; le stradelle sono buone. Un bene o un male?
Lungo questi percorsi quello che potrete incontrare sono solo ramarri,
i raiconi si chiamano in Umbria: che sia la Lacerta bilineata
come in Italia?
Ed ora ci spostiamo a Preveli, raggiungibile con l’auto in meno
di mezz’ora da Plakias.
La spiaggia delle palme, ovvero
Preveli beach vera e propria, è
una piccola deliziosa spiaggia per fortuna non attrezzata, ma ombreggiata
dalle tamerici retrostanti. Se palme da cocco, da dattero, da altro,
da nulla non sappiamo. Non certo da banana. E poi le palme non sono
sulla spiaggia ma ai lati del fiume (Megalau ?), che scende da Kouroupa.
Con l’auto da Plakias al parcheggio sopra la spiaggia di Limni ci si
impiega poco tempo. Ma prima la sosta all’altezza di “Palea jefira”,
poco prima del “Moni Kato Preveli” è d’obbligo. Qui c’è una buona
taverna (dicono) che apre alle 10. Raggiungetela salendo sull’antico
ponte di Preveli.
Da qui parte il fiume che costituirà la gola di Kourtaliotiko.
E’ un angolo delicato e silenzioso, quasi mistico (quando non vi è nessuno;
e la mattina presto è così). La carrareccia che porta alla brutta spiaggia
di Drimiskianos la evitiamo (fattibile
a piedi ma anche in auto). Noi andiamo al parcheggio previsto, non prima
di una visita (5 minuti più sopra) al bel “Piso Moni Preveli”
(monastero attivo questo). La discesa, non semplicissima ma sicura,
dal parcheggio alla spiaggia delle palme dura una ventina di minuti
(così sarà per il ritorno). E’ una sorta di scalinata artificiale peraltro
assai suggestiva per lo scenario marino sottostante.
Spiaggia delle Palme a Preveli |
Preveli: gola di Kourtaliotiko |
La risalita
nella gola tra le palme (un piccolo parco protetto) è facile nei suoi
primi 10 – 15 minuti. Siamo in mezzo a questo anomalo palmeto. Gi altri
15 – 20 minuti sono più accidentati, tra oleadreti e arbusteti misti.
Bello bagnarsi in queste fresche acque! Dopo di che è cibo per canonisti
esperti, crediamo. A noi è bastato così. Risparmiatevi i 10 minuti per
raggiungere (si sale e poi si scende) la spiaggiaccia di Drimiskianos.
A meno che non vogliate sfruttare l’isolato o quasi supermercato ivi
presente. Due carrarecce arrivano qui: una da Gefyra, come detto, e
l’altra dal litorale orientale (a che servirà?): ha rovinato la lunga
spiaggia che arriva sino a prima di Ag. Fotini. Questa carrareccia in
ogni caso, in parte poi asfaltata, salirà a Kerames e da qui scende
ad Ag. Fotini o a Ligres, di cui diremo più avanti. Potrebbe essere
un’alternativa forse più avventurosa che arrivare a Ligres via Spili
(carino il borgo) e Kissou Kambos.
La spiaggia di Preveli è bella. Il posto è bello, anche se non potrete essere mai soli, salvo giungervi nelle primissime ore mattutine o restare lì a dormire con tanto di sacco a pelo eccetera eccetera. E’, ripetiamo, al momento spiaggia completamente libera. Al suo inizio, ben riparata sotto tamerici, palme ed altro, una tranquilla (ma non troppo) taverna che offre di tutto. Se il vento è scarso, l’acqua non è comunque limpida come ci si aspetterebbe. Ma è pulita. Non bisogna perderla, per dirla tutta.
Akrotiri
Kakomouri: la camminata è a circuito e dura circa un’ora e mezzo,
soste escluse. Meglio percorrerla in senso orario. Si parte dal fondo
della spiaggia, dietro l’area per “nudisti”, a fianco dell’ultima struttura
alberghiera esistente. Bisogna seguire i segnali di vernici blu. Al
ritorno saranno in parte affiancati ed in parte alternati agli ometti
di sassi (un bene che proporrei come patrimonio Unesco dell’Umanità).
Salite per una decina o poco più di minuti, indi, al bivio, prendete
a sinistra. In cima al sentiero una carrareccia porterà sulla strada
secondaria che giunge dalla principale per Rethymno. Scendete sin poco
sopra Calypso. Questo è uno strano e grande complesso alberghiero turistico
poliattrezzato. Poco sopra questo seguite l’indicazione per il rientro
a Plakias. Son passati 45 minuti circa ed altrettanti ce ne vorranno
per arrivare al punto di partenza. Si risale. Da qui il panorama sulla
baia è incantevole. Poco prima dell’arrivo girate a sinistra (il sentiero
è ampio ed evidente) e, passando sotto la parte rocciosa piatta a strapiombo
sul mare, percorrete il tunnel. E’ una galleria tutta in piana a mezza
costa, lunga una venti cinquina di metri (buia ma non serve strettamente
una torcia elettrica), seguita da un altro tratto di pochissmi metri
che termina su di un dirupo. Dovete allora tornare indietro. A che sarà
servita o a che sarebbe dovuta servire se completata?
Per quanto riguarda le camminate lungo il litorale per raggiungere le
varie spiagge ne abbiamo parlato prima. Null’altro da aggiungere.
A Ligres ci si può arrivare anche a piedi dalla spiaggia delle
palme. Il tratto è però pressoché tutto su carrareccia, e che una auto
adeguata potrebbe peraltro percorrere partendo dal ponte storico a Gefyra
(Palea jefira), di cui si è accennato. Noi abbiamo seguito strade più
sicure: Plakias – Spili (carino il borgo: fermatevi e ammirate almeno
la “fontana veneziana” con annessi e connessi, e perdetevi una mezz’oretta
almanco tra le viuzze del medesimo. Se avete tempo, voglia e disponibilità
salite al Monastero, non quello in città, fors’anche interessante, ma
quello su al monte: qualche oretta gli va dedicata. Ci sono anche località
tutt’altro che da disdegnare) – Kissou Kambos – Kerames – Agalianos
– Ligres (“Ligres beach”). Da Plakias a Ligres ci vuole un’ora o poco
più (soste escluse ovviamente).
Vi sono solo 2 taverne e nessun’altra costruzione. Buon inizio. Due taverne entrambe con possibilità di alloggio: Villa Maria (più per snob o finti tali) e Ligres. Sia pur casualmente abbiamo scelto la seconda e non ci siamo di certo pentiti, anzi. Con 25 euro una piccolissima stanza quasi direttamente sul mare, con bagno e doccia e piccolo frigorifero. Più che sufficiente. A gestione famigliare è decisamente ospitale (www.ligres.gr). Olga e Giorgio sono gli effettivi proprietari (sono i genitori di Michail).
Beh, sempre alla Taverna Ligres. Ci siamo trovati benissimo. Cucine a base di pesce (pescato da Michail, il giovane figlio che gestisce un po’ il tutto): costi medio bassi; cucina non a base di pesce: costi bassi. Porzioni abbondanti e qualità buona se non ottima. Bene per spuntini, colazione, pranzo, cena. A qualsivoglia ora. Siete su una terrazza di fatto sul mare. All’ombra, ventilata ma protetta, puoi sederti e leggerti un libro, goderti il panorama del litorale, ascoltare e conversare con i gestori o con i clienti, insomma davvero ambiente famigliare e amicale. Ci par giusto rilevarlo.
Racconto vissuto Oltrepassate le due grandi e belle spiagge di sabbia e ciottoli oltre Ligres, lungo il sentiero che le attraversa per portare il viandante a occidente, verso Limni, all’altezza di una costruzione ad un unico piano direttamente sulla spiaggia, ci si immette nella carrareccia che porta ad Ag. Fotini. La suddetta costruzione, unico piano dicevo, suddivisa in due residenze presumibilmente estive, piuttosto semplici e datate, l’una con ampio e ricco giardino, la seconda con piacevole terrazza affacciata sul mare, ne precede una successiva, poco oltre, poco sopra, mai terminata o forse abbandonata, inevitabilmente oscena, seguita oltre il ciglio da un edificio moderno, ben strutturato, ombreggiato da platani, palmizi, oleandri e altri ampi cespugli, che nasconde una serie di piccoli appartamenti ad uso residenziale. Sulla strada, leggermente in salita, che sale, di fronte a questo, poco prima del parcheggio ad esso collegato, per terra, nel bel mezzo della strada imbrecciata un contenitore di color nero a pois bianchi mi risalta agli occhi – una mezzora prima nell’andare verso Ag. Fotini non c’era. Ne sono certo. Raccolgo l’oggetto. Lo apro. Contiene uno smartphone della Samsung. Non lo so manovrare (si tratta proprio di una manovra l’utilizzo di tali congegni elettronici). Che fare? Avrò pensato: quasi quasi me lo tengo? No, sarebbe comunque un furto (ormai è altra cosa da me questo genere di comportamento). Mi guardo attorno. Non vedo nessuno. Torno alla Taverna (molto rustica: forse è appetibile), nell’ipotesi di incontrare qualcuno che lo reclami. Nulla. Eppure nessuno è passato a piedi prima o dopo di me. Ne son certo. Allora? A chi sarà mai caduto? E come può essere accaduto? Ritorno. E non incontro nessuno, solo una vettura di turisti per caso, stranieri. Non è il loro. Proseguo e mi dico: a Ligres mi consulto con Giovanna, abile stratega in tali situazioni. Giovanna dice di tenerlo con noi sino a sera. Qualcuno magari chiamerà (Giovanna è più abile di me a rispondere ad eventuali telefonate). Lasciarlo alla taverna ove siamo alloggiati non è il caso, dice. La notte porterà consiglio. Così sarà. La mattina successiva ritorno a piedi, è sempre una bella camminata, nel punto ove l’ho trovato per lasciare un foglio all’ingresso della residenza turistica con scritto che l’oggetto smarrito è in nostro possesso e che noi siamo alloggiati sino al giorno successivo alla Taverna Ligres. Lascio nominativi e indicazioni specifiche: “To your attention! Yesterday I found a Smartphone Samsung near Ag. Fotini. If you are lost this one, please contact me at Ligres Taverna until Tomorrow. Ask for Daniele and Giovanna, italian tourists here accomodated”. La giornata prosegue con una bella passeggiata sino a Triopetra e a sera rieccoci sull’ampia e gradevole terrazza della nostra residenza. E’ l’ora dell’aperitivo (una retsina? Un ouzo? Un bianchetto? Una birretta?). Sono seduto su questa gradevolissima terrazza, in attesa dell’ora di cena e del tramonto. Poco dopo Michail, cui casualmente avevo già dato il mio nome, mi addita ad una relativamente giovane coppia dicendo in inglese: «Ecco l’italiano nostro ospite». E mi mostra il foglietto che avevo lasciato alla residenza. L’oggetto non misterioso da me rinvenuto e raccolto era il loro, ella spagnola ed egli austriaco, viventi in Portogallo, e qui a Creta in vacanza. Mi hanno descritto l’oggetto e mi hanno poi spiegato come lo avessero smarrito (in modo forse un po’ rocambolesco, ma così succede…). Il grazie è stato immenso. E noi abbiamo provato emozione. |
Le possiamo sovrapporre. Nell’arco della giornata, delle giornate a
disposizione, si può procedere a ritroso verso occidente e giungere
sino ad Ag. Fotini; tempo di percorrenza: meno di 1 ora. [NB: da
qui in 1 ora e 30 o poco più si dovrebbe giungere, sempre a piedi, la
ormai nota spiaggia di Limni.] da Ligres ad Ag Fotini incontriamo vaie
calette isolate rocciose e protette e tre spiagge, sabbia non fine,
le cui prime due, isolate, sono assai suggestive. Difficile peraltro
trovare un riparo ombroso.
Da Ligres verso oriente due ampie e lunghe spiagge, raggiungibili solo
a piedi, belle ma assolate, assolutamente libere, precedono l’arrivo
a Triopetra (meno di 1 ora). Un paio di taverne ed un paio di stentati
impianti ombrellonistici. Qui vi è spesso vento; l’acqua non è tranquilla
ed invitante. Sul lato ovest abbiamo la spiaggia di Triopetra (3 o 2
o 4 i grossi massi sull’acqua marina che darebbero il nome alla punta?),
di cui detto, sul lato est la spiaggia piccola, meno appetibile (taverna,
attrezzatura, molo, strada sin sul mare, e chiasso, sia pur contenuto,
per i non pochissimi gitanti). Dall’una all’altra si deve salire la
punta rocciosa che domina le tre (o 2? o 4?) pietre: molto bello il
cammino. Da una spiaggia all’altra: 20 – 30 minuti. Da qui, in 1 ora
(poco più o poco meno) eccovi ad Ag. Pavlos,
lungo una affascinate lunga spiaggia del tutto naturale (ma sopra, in
alto, passa una strada). Interessanti brevi escursioni all’interno,
magari per raggiungere i cocuzzi con la inevitabile curiosa chiesetta
(greco-ortodossa). Ad Ag. Pavols vero e proprio ci si arriva anche con
l’auto. Vi sono alcune strutture recettive, che, leggiamo, attraggono
in piena estate sin troppe persone.
In definitiva: noi consigliamo di stazionare alla Taverna Ligres,
anche due o tre giorni, e godersi il mare, da una parte e dall’altra,
da mane a sera, camminando con i propri piedi e godendo la tranquillità
dei posti. A noi è piaciuto così, in ogni caso.