Creta 2013: Réthymno e la sua provincia
di Daniele Crotti & Giovanna Fonzo

 

In nostro possesso la Carta turistica stradale (2009) dell’Istituto geografico De Agostini 1: 140.000 (fedele ma non poi troppo), la preziosa (fino ad un certo punto) “Creta” della “lonely planet” (2012), e le note di predecessori con wisolegreche!

 

Premesse

A luglio, alta stagione (più o meno), i prezzi lievitano ma sono sempre contenuti (rispetto al nostro Paese), il noleggio della vettura con Avis al costo di 23 euro al dì (prepagato via Internet) ci è parso accettabilissimo, la benzina costa leggermente meno che in Italia, il meltemi ha anticipato la sua comparsa di alcune settimane e ci ha colpito nei primi 6-7 giorni di questo mese (ma abbiamo superato questo grecale in modo egregio).

Réthymno

E’ una bella cittadina. Posta sul mare con immensa spiaggia “stile Rimini” (da provare o da evitare lo deciderete voi), e una immensa fortezza veneziana che la domina. Noi eviteremmo il lungomare e ci perderemmo nei vicoli e viuzze della vecchia cittadina, soprattutto quelli meno affollati e con meno negozi, taverne, ristoranti e via dicendo (a volte son sin troppo stucchevoli, a meno che non giriate nelle primissime ore mattutine quando ancora i più dormono ancora). Molto pittoresca (e tranquilla) è la zona a sud della fortezza, tra la bella piazza della Prefettura (oltre lo stadio affiancato vi è la stazione Bus con corse svariate per tutta l’isola), la via Dimakopoulou e a ovest della via principale (dalla porta Guora alla moschea, alla Fontana Raimondi e alla chiesa cattolica -Via Antistaseos e poi Massolongiou). Nulla di che i giardini pubblici, gradevoli le passeggiate notturne ai fari del porto.
Per sostare l’auto vi sono due soluzioni: parcheggio a parziale pagamento a fianco dei Giardini Comunali (a pagamento dalle 7.30 alle 22; costo: circa 2 ore la I ora e circa 35 centesimi ogni ora successiva) e parcheggio gratuito tra fortezza e litorale marino prima dell’ingresso al porto (la mattina si trova sempre posto anche vicino alla centro).
Quanto d’altro da vedere lo lasciamo consigliare dalle e alle Guide competenti!

Dove dormire

Consigliamo Atelier, in Via Chimaras, tra la chiesa cattolica e l’ingresso alla Fortezza. E’ un negozio bottega artigianale di ceramiche dotati di stanze o piccoli appartamenti in zona. Noi abbiamo pernottato in un miniappartamento, con due stanze, una sotto e una sopra collegate con scala a chiocciola (dotato di tutto: frigo, cucina con annessi e connessi, lavatrice, aria condizionata, ventola in camera), lindo (ogni mattina provvedono) e centrale (apri la finestra: di fronte la fortezza, a destra il mare) a 40 euro a notte (oltre al letto matrimoniale, vi sono altri due lettini di riserva). Ma si trova di tutto, ovviamente; dipende dalle scelte, dalla disponibilità economica, da necessità individuali…

Dove mangiare

C’è da impazzire. Sconsigliamo: tutti i locali al porto e lungo il mare. A meno che… Nel centro vecchio: l’imbarazzo della scelta. E’ vostra. Dai costi bassi a quelli alti. Un buon ristorante, un tantino raffinato (ma in maniera contenuta), ove il vino della casa è assai buono, e dove ti servono cucina cretese anche non la solita, è in Xanthoudidou 31: “To Pigadi” (è un “estiatorio” che consigliamo: prezzi medi; in ogni caso, come sempre, all’ingresso è esposto il menù con tanto di prezzi relativi ed è reale).

Plakias: tra Souda e Preveli

Dall’aerodromo di Chania (Xanià) al brogo marino di Plakia ci impieghiamo quasi due ore e mezza, soste escluse. Dall’aeroporto, noleggiata facilmente l’autovettura, prendiamo la direzione di Xanià e quindi di Rethymo; poco dopo Souda ci immettiamo in superstrada sino a Vrises. Può valere la pena soffermarsi brevemente in questo piccolo villaggio (più che borgo): tanti localini, graziosi, all’ombra di grandi alberi, squisitamente locali e per i locali (intendesi “locali”:
a) luoghi di ritrovo: caffè, taverne, eccetera,
b) del luogo, ovvero tipici, caratteristici greci/cretesi;
c) gli abitanti storici del posto).

Da Vrises la strada, sempre asfaltata e in buoni condizioni, è però secondaria e tutte curve. All’altezza di Askifou (poco più che un villaggio), ecco un bell’altopiano circondato da monti (oltre i 1000 m). Poco prima del villaggio è segnalato un Museo della II Guerra Mondiale (non lo abbiamo visitato). Poco dopo, lungo la strada principale, alcuni locali (vedi sopra) possono invogliare ad una breve sosta, a maggior ragione se necessaria, tipo un caffè, una bibita (birra o altro), uno spuntino. Dopo il villaggio di Askifou (il valico era pochissimi chilometri prima), la strada risale di poco e poi è tutta una discesa sino al trivio che a ovest porta a Sfakia e ad est a Frangokastello, verso cui ci dirigiamo (non ci fermeremo però). Siamo in una grande vallata, controllata a nord da una catena di monti le cui cime superano di poco i 1000 m. All’altezza di Argoules, dopo il castello di Frangokastello, entriamo nella provincia di Réthymno (non sappiamo se giuridicamente, amministrativamente, politicamente, o altro, tratasi di una vera e propria provincia come da noi; in ogni caso è una delle 4 grandi aree in cui è suddivisa l’isola di Creta).
La strada prosegue tra saliscendi, curve e controcurve, sino a raggiungere Sellia. Da qui in breve si scende a destra (attenti alla segnaletica improvvisa) al golfo di Plakias, sulla costiera e in pochi minuti al borgo omonimo. Sosta. Qui decideremo di sostare: è un buon punto di riferimento per perlustrare e conoscere tutta l’area circostante, marina (soprattutto) e più interna. Qua più o meno tutti i servizi, se utili, ci sono: farmacie, ambulatorio medico, ufficio postali, e via dicendo.

Dove dormire

Noi abbiamo optato per GIO-MA: è uno studio (camera grande con uso cucina) a 35 – 40 Euro a notte (camera per 3 o 4 persone peraltro), con riordino ogni due giorni, con frigo, TV, aria condizionata e bella terrazza sul mare. Buona sistemazione. Tra l’altro: parcheggio auto antistante riservato (comodo).
Ma di soluzioni ve ne sarebbero tante. Si può parcheggiare comodamente la vettura in piazza oltre il piccolissimo borgo vecchio (si fa per dire) e andare a curiosare. Oltre quelle già citate da nostri predecessori, noi potremmo segnalare: per lo studente il bellissimo Ostello della Gioventù (9-10 E cadauno a notte in camerata), per i meno giovani ci è piaciuto lo studio Thetis (30 euro a notte la doppia), in un’oasi seminascosta di verde poco distante dal mare in mezzo alle più recenti (alcune brutte) costruzioni.

Dove mangiare

Meglio evitare i locali sul lungo mare in “centro”: troppo invadenti, a parte i primi due (GIO-MA e il successivo attaccato).
A noi è piaciuta la taverna “Antonis’s places”: verso est, poco dietro la spiaggia grande, taverna isolata sotto un pergolato di uve e tra belle ampie tamerici. Costo basso. Buon e semplice mangiare, discreto vin bianco, servizio efficace, gentili e non insistenti i camerieri. La gestione è familiare e da trent’anni non pagano, dicono, per farsi pubblicità. E’ aperto dalle 10 alle 21.30. Oppure andate a Sellia: c’è un’unica taverna anche con ampia terrazza vista mare da evitare però se soffia il meltemi; prezzi medi, buon cibo e ottime insalate. OpMirthios:pure a dietro l’ostello parte un tragitto che in 30 minuti (dicunt) dovrebbe portare, a piedi, nel vecchio borgo di Myrthios. Di fatto è assai erto, non illuminato, tutto asfaltato. Lo sconsigliamo. Andate su in auto, è meglio. Vi sono 4 taverne. Consigliate sono Platia (o Plateia), da noi provata (prezzi medio-bassi, cibo e vino buoni, veduta panoramica sul golfo), Panorama e Dionisos (quest’ultima sembra indicata per il pesce).
Abbiamo provato anche la Taverna di Maria (l’anziana madre della attuale gestora) a Kanevos, oltre la gola che scende a Plakias: “H?i?µa?????”. Vi portano in cucina per farvi scegliere meglio le pietanze. Non si mangia male e si spende poco: di originale i funghi fritti, a pare nostro. L’atmosfera è di montagna (e siamo solo a 10 minuti d’auto dal mare!).
Per la colazione potreste invece scegliere il “Kafeneio O skezonis”, gestito da moldave, madre e figlia. Forse si cena anche bene. E’ 30 m all’interno sulla viuzza che dal porticciolo centrale porta verso l’ostello. Oppure: perché non una buona pasta greca o un buon dolce tradizionale alla pasticceria-panetteria ARCO, proprio sulla viuzza centrale al di qua del litorale?

Spiagge

Le spiagge del golfo di Plakias (“Omos Plakias”) vanno dalla riparata spiaggia di Souda (la più occidentale) alla ventosa, grande e lunga spiaggia vera e propria di Plakias (“Plakias beach” nove, inframmezzate da due o tre piccolissime spiagge (non brutte, ma sottostrada), più o meno nei pressi o antistanti il nucleo abitativo storico. Oltre il “nucleo storico” (di fatto dietro la “grande [ma non brutta] spiaggia”) è tutto un susseguirsi di costruzioni turistiche o per finalità turistiche (d’altronde…) che inevitabilmente possono disturbare il puro “purista” (è la tassa che paga il turismo) e quindi il turista, che, tipico o atipico che sia sempre turista resta.
La grande spiaggia di Plakias offre di tutto: spiaggia libera (soprattutto), sei aree attrezzate (5 euro 2 o tre lettini ed ombrellone; c’è chi offre il tutto gratuitamente purché si consumi almeno una bevanda); la settima area attrezzata, quella più a oriente, sotto le rocce, è riservata ai “nudisti”. Spiaggia lunga e larga con timide tamerici alle spalle, indi la strada di arrivo e di parcheggio. Dietro, la piana, è da non guardare. Ma soltanto per poche decine di metri, perché poi ci sono le colline, i piccoli nuclei abitativi, anche nuovi, ma non osceni, e più oltre piantagioni, coltivazioni, aziende agricole, le montagne. La spiaggia può esser bella, è pulita, controllata, certo ventosa (il mare non è mai limpidamente trasparente come piacerebbe) ma una mezza giornata la si può spendere, se necessiti di sole e acque marine, e se hai un libro da leggere, o i tuoi pensieri ti compensano le ore di riposo forzato.
Ai supermarket locali con 3 euro si può acquistare una utilissima cartina, la PLAKIAS – PREVELI Selected walks”. Non ci è parsa però del tutto veritiera o conforme a quanto riportano altre guide, e non del tutto comprensibile.


Spiaggia occidentale di Triopetra

Le spiagge di Damnoni (la prima liberae la seconda per nudisti) e di Amoudi

Spiaggia di Ligres sotto la Tavrna omonima raccomandata


Se il troppo vento vi arreca fastidio, potreste recarvi alla spiaggia di Souda, a 4 km a ovest. Inutile raggiungerla a piedi, è tutta strada asfaltata. Più piccola e ridotta della grande spiaggia, questa è indubbiamente più protetta e balneabile. Non sarebbe male (pulita, riparata, acque calme e più azzurre) ma troppo gente, troppo traffico, troppo attrezzata, troppe auto a ridosso (quantomeno nei giorni festivi). Il greco è come l’italiano del dì di festa: non cammina, arriva con l’auto sin dove può, si nasconde sotto l’ombrellone e/o si fionda ai tavoli di una delle due taverne qui presenti (nulla di che, ci è parso). In ogni caso da qui, la cartina di cui sopra accennerebbe a sentieri per raggiungere a piedi ruderi di monasteri soprastanti.
Vediamo le altre belle spiaggette della zona, a dire le spiagge tra la grande e le spiagge di Preveli, di cui oltre (Limni e Drimiskanios).
Esse sono quattro: Damnoni, Damnoni due, Amoudi due (piccola piccola per nudisti ma non solo), e Skinaria, più grande con canne e tamerici, forse la più attraente.

Escursioni


Da Plakias sono tutte tra di loro collegate, per i camminatori, in parte attraverso sentierini, in parte via carrareccia. Percorriamole, pedibus calcantibus. Da Plakias si aggira il Monte Kakomouru (in senso antiorario stavolta), seguendo le indicazioni blu. In un’ora si arriva al “Kalipso Rock’s Palace – diving centre”. Da qui in 30 minuti salendo una scala di cemento incavata nella roccia a picco sul mare e poi seguendo un agevole sentiero che diventa carrareccia si arriva alla Damnoni beach. Può piacere: libera o attrezzata, sebbene dietro scorra la strada impreziosita di 3 gradevoli taverne, e peccato per il grosso complesso residenziale turistico sempre con centro sub) che la precede. Poco prima, scendendo lungo la carrareccia di cui detto, è da segnalare un cantiere archeologico in attività: “Plakias Project”, a gestione mista forse greco – angloamericana.
Da questa prima spiaggia di Damnoni, in 5 minuti (la strada è sempre una carrareccia) si giunge alla minuta spiaggetta sempre di Damnoni due, che chiamamiamo quella per i nudisti. Molto stimolante e acqua bella. Qui il costo per un ombrellone e due lettini è di 6 euro (un chiosco per bevande fresche è sempre attivo alle sue spalle).
In altri 10 minuti, lungo il proseguo della solita carrareccia, eccoci alla discreta spiaggia di Amoudi: canne e tamerici, un paio di impianti ombrellonistici con lettini, ed una taverna (non ci è piaciuta) 500 metri all’interno. Sotto le tamerici una squallida roulotte per caffè greco e bibite varie (meglio che niente?)
Da Amoudi a Skinaria beach il tratto è invece più suggestivo: pietroso, roccioso, impervio, ma riconoscibile grazie anche al “volontariato” del trekking costiero: gli “ometti”! Ci vogliono 20 minuti. E’ bello. Ed altrettanto gradevole è questa spiaggia, essenziale, ben poco frequentata. Da dimenticare (ma forse il cibo è buono) la taverna di cemento che sta poco dietro (non vi è altro del resto).

A tutte e 4 le spiagge ci si può giungere anche con l’auto propria; le stradelle sono buone. Un bene o un male?
Lungo questi percorsi quello che potrete incontrare sono solo ramarri, i raiconi si chiamano in Umbria: che sia la Lacerta bilineata come in Italia?

Ed ora ci spostiamo a Preveli, raggiungibile con l’auto in meno di mezz’ora da Plakias.
La spiaggia delle palme, ovvero Preveli beach vera e propria, è una piccola deliziosa spiaggia per fortuna non attrezzata, ma ombreggiata dalle tamerici retrostanti. Se palme da cocco, da dattero, da altro, da nulla non sappiamo. Non certo da banana. E poi le palme non sono sulla spiaggia ma ai lati del fiume (Megalau ?), che scende da Kouroupa. Con l’auto da Plakias al parcheggio sopra la spiaggia di Limni ci si impiega poco tempo. Ma prima la sosta all’altezza di “Palea jefira”, poco prima del “Moni Kato Preveli” è d’obbligo. Qui c’è una buona taverna (dicono) che apre alle 10. Raggiungetela salendo sull’antico ponte di Preveli.
Da qui parte il fiume che costituirà la gola di Kourtaliotiko. E’ un angolo delicato e silenzioso, quasi mistico (quando non vi è nessuno; e la mattina presto è così). La carrareccia che porta alla brutta spiaggia di Drimiskianos la evitiamo (fattibile a piedi ma anche in auto). Noi andiamo al parcheggio previsto, non prima di una visita (5 minuti più sopra) al bel “Piso Moni Preveli” (monastero attivo questo). La discesa, non semplicissima ma sicura, dal parcheggio alla spiaggia delle palme dura una ventina di minuti (così sarà per il ritorno). E’ una sorta di scalinata artificiale peraltro assai suggestiva per lo scenario marino sottostante.


Spiaggia delle Palme a Preveli

Preveli: gola di Kourtaliotiko


La risalita nella gola tra le palme (un piccolo parco protetto) è facile nei suoi primi 10 – 15 minuti. Siamo in mezzo a questo anomalo palmeto. Gi altri 15 – 20 minuti sono più accidentati, tra oleadreti e arbusteti misti. Bello bagnarsi in queste fresche acque! Dopo di che è cibo per canonisti esperti, crediamo. A noi è bastato così. Risparmiatevi i 10 minuti per raggiungere (si sale e poi si scende) la spiaggiaccia di Drimiskianos. A meno che non vogliate sfruttare l’isolato o quasi supermercato ivi presente. Due carrarecce arrivano qui: una da Gefyra, come detto, e l’altra dal litorale orientale (a che servirà?): ha rovinato la lunga spiaggia che arriva sino a prima di Ag. Fotini. Questa carrareccia in ogni caso, in parte poi asfaltata, salirà a Kerames e da qui scende ad Ag. Fotini o a Ligres, di cui diremo più avanti. Potrebbe essere un’alternativa forse più avventurosa che arrivare a Ligres via Spili (carino il borgo) e Kissou Kambos.

La spiaggia di Preveli è bella. Il posto è bello, anche se non potrete essere mai soli, salvo giungervi nelle primissime ore mattutine o restare lì a dormire con tanto di sacco a pelo eccetera eccetera. E’, ripetiamo, al momento spiaggia completamente libera. Al suo inizio, ben riparata sotto tamerici, palme ed altro, una tranquilla (ma non troppo) taverna che offre di tutto. Se il vento è scarso, l’acqua non è comunque limpida come ci si aspetterebbe. Ma è pulita. Non bisogna perderla, per dirla tutta.

Akrotiri Kakomouri: la camminata è a circuito e dura circa un’ora e mezzo, soste escluse. Meglio percorrerla in senso orario. Si parte dal fondo della spiaggia, dietro l’area per “nudisti”, a fianco dell’ultima struttura alberghiera esistente. Bisogna seguire i segnali di vernici blu. Al ritorno saranno in parte affiancati ed in parte alternati agli ometti di sassi (un bene che proporrei come patrimonio Unesco dell’Umanità). Salite per una decina o poco più di minuti, indi, al bivio, prendete a sinistra. In cima al sentiero una carrareccia porterà sulla strada secondaria che giunge dalla principale per Rethymno. Scendete sin poco sopra Calypso. Questo è uno strano e grande complesso alberghiero turistico poliattrezzato. Poco sopra questo seguite l’indicazione per il rientro a Plakias. Son passati 45 minuti circa ed altrettanti ce ne vorranno per arrivare al punto di partenza. Si risale. Da qui il panorama sulla baia è incantevole. Poco prima dell’arrivo girate a sinistra (il sentiero è ampio ed evidente) e, passando sotto la parte rocciosa piatta a strapiombo sul mare, percorrete il tunnel. E’ una galleria tutta in piana a mezza costa, lunga una venti cinquina di metri (buia ma non serve strettamente una torcia elettrica), seguita da un altro tratto di pochissmi metri che termina su di un dirupo. Dovete allora tornare indietro. A che sarà servita o a che sarebbe dovuta servire se completata?
Per quanto riguarda le camminate lungo il litorale per raggiungere le varie spiagge ne abbiamo parlato prima. Null’altro da aggiungere.

Ligres: tra Limni-Preveli e Ag. Pavlos


A Ligres ci si può arrivare anche a piedi dalla spiaggia delle palme. Il tratto è però pressoché tutto su carrareccia, e che una auto adeguata potrebbe peraltro percorrere partendo dal ponte storico a Gefyra (Palea jefira), di cui si è accennato. Noi abbiamo seguito strade più sicure: Plakias – Spili (carino il borgo: fermatevi e ammirate almeno la “fontana veneziana” con annessi e connessi, e perdetevi una mezz’oretta almanco tra le viuzze del medesimo. Se avete tempo, voglia e disponibilità salite al Monastero, non quello in città, fors’anche interessante, ma quello su al monte: qualche oretta gli va dedicata. Ci sono anche località tutt’altro che da disdegnare) – Kissou Kambos – Kerames – Agalianos – Ligres (“Ligres beach”). Da Plakias a Ligres ci vuole un’ora o poco più (soste escluse ovviamente).

Dove dormire

Vi sono solo 2 taverne e nessun’altra costruzione. Buon inizio. Due taverne entrambe con possibilità di alloggio: Villa Maria (più per snob o finti tali) e Ligres. Sia pur casualmente abbiamo scelto la seconda e non ci siamo di certo pentiti, anzi. Con 25 euro una piccolissima stanza quasi direttamente sul mare, con bagno e doccia e piccolo frigorifero. Più che sufficiente. A gestione famigliare è decisamente ospitale (www.ligres.gr). Olga e Giorgio sono gli effettivi proprietari (sono i genitori di Michail).

Dove mangiare

Beh, sempre alla Taverna Ligres. Ci siamo trovati benissimo. Cucine a base di pesce (pescato da Michail, il giovane figlio che gestisce un po’ il tutto): costi medio bassi; cucina non a base di pesce: costi bassi. Porzioni abbondanti e qualità buona se non ottima. Bene per spuntini, colazione, pranzo, cena. A qualsivoglia ora. Siete su una terrazza di fatto sul mare. All’ombra, ventilata ma protetta, puoi sederti e leggerti un libro, goderti il panorama del litorale, ascoltare e conversare con i gestori o con i clienti, insomma davvero ambiente famigliare e amicale. Ci par giusto rilevarlo.

Racconto vissuto

Oltrepassate le due grandi e belle spiagge di sabbia e ciottoli oltre Ligres, lungo il sentiero che le attraversa per portare il viandante a occidente, verso Limni, all’altezza di una costruzione ad un unico piano direttamente sulla spiaggia, ci si immette nella carrareccia che porta ad Ag. Fotini. La suddetta costruzione, unico piano dicevo, suddivisa in due residenze presumibilmente estive, piuttosto semplici e datate, l’una con ampio e ricco giardino, la seconda con piacevole terrazza affacciata sul mare, ne precede una successiva, poco oltre, poco sopra, mai terminata o forse abbandonata, inevitabilmente oscena, seguita oltre il ciglio da un edificio moderno, ben strutturato, ombreggiato da platani, palmizi, oleandri e altri ampi cespugli, che nasconde una serie di piccoli appartamenti ad uso residenziale. Sulla strada, leggermente in salita, che sale, di fronte a questo, poco prima del parcheggio ad esso collegato, per terra, nel bel mezzo della strada imbrecciata un contenitore di color nero a pois bianchi mi risalta agli occhi – una mezzora prima nell’andare verso Ag. Fotini non c’era. Ne sono certo. Raccolgo l’oggetto. Lo apro. Contiene uno smartphone della Samsung. Non lo so manovrare (si tratta proprio di una manovra l’utilizzo di tali congegni elettronici). Che fare? Avrò pensato: quasi quasi me lo tengo? No, sarebbe comunque un furto (ormai è altra cosa da me questo genere di comportamento). Mi guardo attorno. Non vedo nessuno. Torno alla Taverna (molto rustica: forse è appetibile), nell’ipotesi di incontrare qualcuno che lo reclami. Nulla. Eppure nessuno è passato a piedi prima o dopo di me. Ne son certo. Allora? A chi sarà mai caduto? E come può essere accaduto? Ritorno. E non incontro nessuno, solo una vettura di turisti per caso, stranieri. Non è il loro. Proseguo e mi dico: a Ligres mi consulto con Giovanna, abile stratega in tali situazioni. Giovanna dice di tenerlo con noi sino a sera. Qualcuno magari chiamerà (Giovanna è più abile di me a rispondere ad eventuali telefonate). Lasciarlo alla taverna ove siamo alloggiati non è il caso, dice. La notte porterà consiglio. Così sarà. La mattina successiva ritorno a piedi, è sempre una bella camminata, nel punto ove l’ho trovato per lasciare un foglio all’ingresso della residenza turistica con scritto che l’oggetto smarrito è in nostro possesso e che noi siamo alloggiati sino al giorno successivo alla Taverna Ligres. Lascio nominativi e indicazioni specifiche: “To your attention! Yesterday I found a Smartphone Samsung near Ag. Fotini. If you are lost this one, please contact me at Ligres Taverna until Tomorrow. Ask for Daniele and Giovanna, italian tourists here accomodated”.

La giornata prosegue con una bella passeggiata sino a Triopetra e a sera rieccoci sull’ampia e gradevole terrazza della nostra residenza. E’ l’ora dell’aperitivo (una retsina? Un ouzo? Un bianchetto? Una birretta?). Sono seduto su questa gradevolissima terrazza, in attesa dell’ora di cena e del tramonto. Poco dopo Michail, cui casualmente avevo già dato il mio nome, mi addita ad una relativamente giovane coppia dicendo in inglese: «Ecco l’italiano nostro ospite». E mi mostra il foglietto che avevo lasciato alla residenza. L’oggetto non misterioso da me rinvenuto e raccolto era il loro, ella spagnola ed egli austriaco, viventi in Portogallo, e qui a Creta in vacanza. Mi hanno descritto l’oggetto e mi hanno poi spiegato come lo avessero smarrito (in modo forse un po’ rocambolesco, ma così succede…). Il grazie è stato immenso. E noi abbiamo provato emozione.

Escursioni e spiagge

Le possiamo sovrapporre. Nell’arco della giornata, delle giornate a disposizione, si può procedere a ritroso verso occidente e giungere sino ad Ag. Fotini; tempo di percorrenza: meno di 1 ora. [NB: da qui in 1 ora e 30 o poco più si dovrebbe giungere, sempre a piedi, la ormai nota spiaggia di Limni.] da Ligres ad Ag Fotini incontriamo vaie calette isolate rocciose e protette e tre spiagge, sabbia non fine, le cui prime due, isolate, sono assai suggestive. Difficile peraltro trovare un riparo ombroso.
Da Ligres verso oriente due ampie e lunghe spiagge, raggiungibili solo a piedi, belle ma assolate, assolutamente libere, precedono l’arrivo a Triopetra (meno di 1 ora). Un paio di taverne ed un paio di stentati impianti ombrellonistici. Qui vi è spesso vento; l’acqua non è tranquilla ed invitante. Sul lato ovest abbiamo la spiaggia di Triopetra (3 o 2 o 4 i grossi massi sull’acqua marina che darebbero il nome alla punta?), di cui detto, sul lato est la spiaggia piccola, meno appetibile (taverna, attrezzatura, molo, strada sin sul mare, e chiasso, sia pur contenuto, per i non pochissimi gitanti). Dall’una all’altra si deve salire la punta rocciosa che domina le tre (o 2? o 4?) pietre: molto bello il cammino. Da una spiaggia all’altra: 20 – 30 minuti. Da qui, in 1 ora (poco più o poco meno) eccovi ad Ag. Pavlos, lungo una affascinate lunga spiaggia del tutto naturale (ma sopra, in alto, passa una strada). Interessanti brevi escursioni all’interno, magari per raggiungere i cocuzzi con la inevitabile curiosa chiesetta (greco-ortodossa). Ad Ag. Pavols vero e proprio ci si arriva anche con l’auto. Vi sono alcune strutture recettive, che, leggiamo, attraggono in piena estate sin troppe persone.
In definitiva: noi consigliamo di stazionare alla Taverna Ligres, anche due o tre giorni, e godersi il mare, da una parte e dall’altra, da mane a sera, camminando con i propri piedi e godendo la tranquillità dei posti. A noi è piaciuto così, in ogni caso.