SPECIALE ANAFI - agosto 2012 - di Giancarlo BediniAmbienteAnafi è un’ isola semplice e dalle qualità essenziali. Senza nulla togliere alla striscia costiera e alle spiagge, il tratto che più la valorizza è, a mio giudizio la Chora, godibile, operosa e … panoramica. In altri posti delle Cicladi soggiornare dentro la Chora significa, anziché in centro, stare ai margini, in posti più o meno spopolati, oppure in località piuttosto caotiche e commerciali. La Chora di Anafi, nei mesi estivi, pur restando tranquilla e silenziosa, è invece viva e brulicante di famiglie anafiote residenti in loco o di rientro occasionale. Si abita in posti con vista più o meno a strapiombo sul mare ed ogni sera un piacevole passeggio tra tavolini e piazzette, frotte di ragazzini che si rincorrono e anziani a cavallo di sedie impagliate che sgranano rosari, ci porta alla fine ad uno dei sei ristoranti, anche questi rigorosamente con terrazzi o balconi sul mare e da far ruotare accuratamente per la cena. Il centro è tenuto vivo anche dalle tipiche iniziative turistiche locali quali mostre fotografiche sulla storia dell’isola, animazioni per ragazzi lungo le strade e il classico concerto in piazza (con ballo) cui partecipa tutta la comunità isolana, con in prima fila i “vecchi” vestiti di tutto punto. Cultura
Il paese, con la sua architettura che richiama quella
di Santorini, con case a cupola e vie a gradoni, è visibilmente in una
fase di recupero delle sue abitazioni, quasi tutte abitate, con pochi
angoli maltenuti e con scorci di vie e case molto fotografici e siti
suggestivi come la piazza ad ovest recentemente sistemata. Restano i
pali della luce cui fa riferimento Alberto, che inesorabilmente tracciano
le nostre riprese, ma tutto non si può ottenere. Credo che sotto tale
aspetto Anafi corrisponda veramente ad un archetipo, soprattutto per
i greci, che la frequentano e la amano. Gli isolani del resto mi appaiono
perfettamente organizzati, crisi o non crisi, per sfruttare tale “fama”
di luogo isolata ed autentico. Insomma per chi ama questo tipo di atmosfera
“chorista” che, per esempio, Dounoussa non ha, Anafi è forse uno dei
posti migliori. Anche perché, come già notato da altri viaggiatori recenti,
lo sviluppo turistico di Anafi non ha prodotto anomalie nel quadro d’insieme
e le nuove strutture (un certo numero) si integrano bene essendo realizzate
per lo più in basso, sull’ultimo gradone utile prima che inizi la scarpata.
InfoL’autobus che fornisce i collegamenti con le spiagge della costa sud ha due capolinea agli estremi opposti del paese: il primo ad est, di fronte al ristorante O’Anemos e più vicino al centro, il secondo ad ovest di fronte all’ambulatorio medico e sotto la nuova piazza con il monumento ai caduti. Le fermate dell’autobus in direzione Monastero sono : Exo Roukounas, per Katsouni, 5-600 metri) via nuovo ristorante Agnanti, Megalos Roukounas, per l’omonima spiaggia (500 metri) e quella di Mikros Roukounas (700 metri), Aghii Anarghyri e Monastiri per le spiagge dallo stesso nome (rispettivamente 200 e 300 metri). Per giungere a Klisidhi si prende l’autobus, si scende sulla strada e si percorrono 400 metri a piedi. Le corse dell’autobus durante la giornata non sono frequenti e dunque si può prendere in considerazione l’affitto di un auto o di uno scooter dai due noleggiatori della Chora. Buon servizio di noleggio auto di Margarita (che sarebbe quello che ha la sede presso la pensione Panorama). Le auto, tutte Micra, sembrano comunque un po’ datate. Infine, come già segnalato, invitiamo tutti a fare bene attenzione a portarsi scorte sufficienti di denaro contante. La nostra esperienza con il Bancomat al porto è stata quasi drammatica. Per circa una settimana (andavamo lì tutti i giorni) è rimasto senza banconote. Quando stavamo ormai per ricorrere al sistema Wester Union (con accredito di denaro presso l’ufficio postale di Chora) il Bancomat ha ripreso a fornire soldi. Ovviamente l’abbiamo “svaligiato” ricorrendo a tutte le carte a nostra disposizione. Dove si dormeL’offerta di alloggi ad Anafi-Chora può essere distinta
tra quella di più antica data e quella formata da impianti nuovi o nuovissimi,
nati generalmente ai bordi del paese e in posizioni più panoramiche.
Tra i primi, che hanno strutture più tradizionali anche se rinnovate,
sono compresi Iliovasilema, Pelagos
e Meltemi. I secondi sono tutti,
salvo Ta Plagia, della serie “studios con terrazza panoramica ed accesso
privato”, molto ben arredati e relativamente più costosi. Tra questi,
dei quali dirò qualcosa di più, Dream Studios, Villa Kalamiotissa, Summer
rooms e Apollon village.
I Dream Studios (studios
Oneiro) sono una struttura nuova formata da quattro monolocali sotto
strada, su due livelli (un terzo, quello più in basso, è destinato ad
abitazione dei proprietari). E’ collocato all’estrema parte ovest, in
prossimità della fermata dell’autobus. I pregi di questa sistemazione
sono: la posizione estremamente tranquilla e comunque logisticamente
favorevolerispetto al paese, due minuti e si è sulla piazza più bella,
le vedute sul mare e sul tramonto, tra le più suggestive che si possono
trovare. I difetti, sono in realtà uno solo: il vento che abbiamo trovato
particolarmente fastidioso (di giorno limitava la sosta in terrazza
e di notte arrivava a non farci riposare dal rumore). Sarà stata la
stagione infausta, come sostenevano i proprietari ? (http://www.dreamanafi.com)
La scelta degli Apollo studios
impone di abbandonare il soggiorno dentro la Chora. Alla fine, a prescindere
da ogni altra considerazione, non ne vale la pena. Si perde l’atmosfera
del paese e non si acquista nulla dal punto di vista logistico. Sono
belli e molto ben arredati e forse più riparati dal vento, perche a
ridosso della montagna che guarda a est. La vista sulla spiaggia di
Klisidhi, non regge però il confronto con quella verso sud ovest. Dove si mangiaEvidentemente Kalliopi
ha effettivamente deciso di lasciare e noi non siamo arrivati in tempo.
Perché la visita alla taverna del porto non è stata felice: quasi nulla
da servire, tanto meno pesce. Ci si può rifare peraltro con la grande
offerta di Chora. Infine abbiamo mangiato bene anche da Margarita’s, sulla spiaggia di Klisidhi, che si distingue per piatti più creativi e, come detto, per i dolci (dolce alla mastica). SpiaggeLa costa sud è frastagliata e scoscesa e dalle spiagge prevalentemente rustiche e sassose. Tratto comune delle spiagge, la presenza già segnalata di campeggiatori. Sono dappertutto, in modo più o meno invasivo, salvo che da qualche parte come dirò al capitolo spiagge. I campeggiatori sono tutti o quasi giovani e ragazzi (in coppia). Lo si vede anche dal tipo di tende, tutte uguali, formato igloo. A proposito delle vicende legate al campeggio libero di Anafi, nel 2010 Alberto Filippi aveva raccontato e documentato la triste storia del taglio delle tamerici della spiaggia di Monastiri ad opera del pope fustigatore. Ebbene a distanza di due anni, posso annunciare che la natura ha velocemente ripristinato i suoi diritti e le tamerici appaiono ora rigogliose come prima. Le spiagge di Anafi possono rappresentare anche tappe di una lunga escursione che parte da Klisidhi e giunge a Monastiri (Prassies). Alberto Filippi ha descritto egregiamente il percorso sul sito. Qui sotto si danno invece indicazioni per raggiungere le singole località, punto a punto. Klisidhi, la spiaggia più vicina alla Chora, è una mezzaluna chiusa dalla veduta del Monte Kalamos, con profilo molto caratteristico. Il retro spiaggia, subito dopo una fila di tamerici è formato da un canneto che prospera sul terreno umido. Sotto le tamerici, una serie di piccole tende occupa lo spazio all’ombra. Appena sopra sulla montagna, due taverne, tra le quali Margarita, forniscono molto più che uno spuntino. A parte gli abitanti delle tende, piuttosto discreti, la spiaggia non è poi così affollata. Bella panoramicamente, ma il mare lascia a desiderare, opaco, in alcuni angoli sembra quasi torbido. A Katsouni si arriva in due modi: con una camminata di dieci minuti da Klisidhi, oppure scendendo giù dalla strada, all’altezza della fermata di Exo Roukounas. Questa seconda soluzione è indubbiamente più faticosa e senza particolare appeal, meglio la prima. E’ una piccola spiaggia dal mare limpido e cristallino e dalla sabbia fine, vuota fino a tarda mattinata e poi abbastanza occupata. Nessuna tenda. Si sta bene. Dalla spiaggia si può salire e tuffarsi dal moletto d’attracco della “villa del Dottore” che domina sopra la collina. La spiaggia di Exo Roukounas
, raggiungibile sempre scendendo dalla fermata omonima, è quasi una
pietraia, che lascia libero solo un piccolo pezzo di sabbia. Nonostante
questo, sotto una piccola selva di tamerici stazionano tende di campeggiatori,
unici frequentatori del lido. Non siamo riusciti a scorgere, da lontano,
il bar taverna di cui parla Alberto Filippi. Abbiamo ritenuto che non
era il caso di fare il percorso (per darle un’ occhiata, percorrere
anzi 300 metri di sentiero da Mikros Roukounas).
Mikros Roukounas è una spiaggia quasi all’altezza di Katsouni come qualità, ma generalmente meno affollata. Ci si arriva scendendo alla fermata dell’autobus “Megalo Roukounas” e prendendo la via, percorribile anche in automobile, immediatamente a destra di quella per Megalo. Caratteristica della spiaggia la bella casetta con veranda direttamente sulla sabbia (chiusa, ma con qualche segno di frequentazione, quando ci siamo recati lì). Anche a non volersi sdraiare di fronte alla veranda, resta un abbondante tratto di spiaggia, sia pur stretta, con bel mare. Anche qui non ci sono tende. La grande spiaggia sabbiosa di Meghalos Roukounas, persino attrezzata di bagni e lavandini, si raggiunge parcheggiando (se si ha la macchina ) nei pressi della taverna vicina. Anche in alta stagione, resta la migliore, per il mare limpido e calmo, per l’ampiezza e per la tranquillità. Occorre però collocarsi nella parte sinistra della spiaggia, magari sotto una delle rade tamerici presenti anche lì. Di fronte la spiaggia resterà generalmente tutta libera e lo sguardo si punterà senza ostacoli sul mare e gli isolotti prospicienti. Non così sul lato destro, pieno di tende, sia sotto i più numerosi alberi che direttamente in mezzo alla spiaggia. Katalimatsa, la scoperta. Per Kalimatsa in realtà si dovrebbe intendere una sequenza di cale ad est di Meghalos Roukounas. Questa spiaggia che indico qui comunque basta e avanza per aver esperienza di questo tratto di costa ed è un posto bellissimo. E’ la prima cala che si incontra dopo Meghalos. Si può raggiungere direttamente da lì, scavalcando il promontorio, risalendo fino alla chiesetta circondata di resti marmorei (pezzi di colonne, capitelli e travi, parti di una vera località archeologica, della quale non ricordo il nome) e poi scendendo lungo il pendio a gradoni. Non è agevolissimo scendere, ma la vista da lontano induce ad insistere fino a che non si trova la strada. In alternativa la chiesetta può essere raggiunta direttamente con 300 metri di sentiero dalla strada. E’ una spiaggia più corta di Katsouni e Mikros Roukounas, ma più regolare e profonda. Sabbia fine e pulita e mare turchese. Particolarità: le poche tamerici che la chiudono e le rocce ospitano una colonia di campeggiatori, del tipo più “nature” che si possa immaginare. Si è di fronte a quei casi in cui, date anche le sue dimensioni, la spiaggia sembra divenuta un luogo privato, occupato in lungo e in largo dagli stanziali, con le loro attività. Ci si può sentire forse un po’ a disagio, ma resta un luogo da non perdere. Oltre Kalimatsa, abbiamo cercato di raggiungere Aghios Ioannis, ma abbiamo trovato solo un piccolo lido sassoso, cui giunge una strada privata. Nulla da segnalare. Con Meghalos Potamos la carta indica una spiaggia, forse due, raggiungibile dalla fermata per Aghii Anarghyri. Dopo qualche decina di metri di discesa, il bivio a destra scende appunto a Meghalos Potamos. Entrambe le spiagge, al contrario di quanto ci si può attendere non sono gran cosa. La prima che si incontra ha mare discreto e spiaggia così così, mista di sabbia e sassi. In più, una tamerice inesorabilmente occupata da tende. L’altra è peggio: tante pietre sia in mare che sulla spiaggia, anche una piccola selva di tamerici, con tende sottostanti. Meglio girarsi indietro e scendere ad Aghii
Anarghyri. Aghii Anarghyri è’ una delle spiagge migliori
(tra le prime tre forse) ed il posto è comunque molto suggestivo di
per sé. La spiaggia è minuta, scavata sotto la roccia rosa di un piccolo
promontorio. Il mare ha i colori più belli dell’isola e la chiesetta
bianca lì sopra sembra essere messa a posta per l’effetto scenografico.
Per scendere giù esistono due scuole di pensiero: la prima opta per
la discesa e salita di terzo grado lungo uno stretto incavo di sabbia
(quasi sotto la chiesa), la seconda per percorrere il sentiero che viene
dalla strada che sbuca nell’angolo alla parte opposta della chiesa fino
a scavalcare qualche roccia in fondo. A posteriori meglio la seconda.
Non vi sono alberi, dato il tipo di spiaggia e quindi occorre un buon
ombrellone ben fissato a terra. La spiaggia resta in fondo tranquilla
anche se mano a mano si riempie in particolare di nudisti. E veniamo a Monastiri (Prassies) l’ultima spiaggia della sequenza che giunge fino al monte Kalamos. Molto amata da altri amici visitatori, Monastiri si distingue credo per la sua atmosfera. Basta il pensiero di essere sotto al monastero ed ai piedi del Monte Kalamos per farci sentire più calmi. La gente è sempre poca ed oserei dire anche di tipologia diversa che negli altri posti. Qualche famiglia in tenda sotto le rinnovate tamerici e qualche turista isolato e nulla più. E’ l’unico posto dove veramente non ci sono nudisti. La spiaggia in sè, molto lunga, è bella solo nell’ultima parte, all’altezza delle tamerici, altrimenti è molto stretta (rinsecchita dall’avanzare del mare, come dice Alberto Filippi) e sassosa. Il mare è calmo e dai colori intensi. Posti all’ombra, anche qui, tutti occupati.
EscursioniEscursione ad Aghios Georgios Sul sito è indicata come spiaggia a quattro stelle Aghios Georghios, sulla costa nord. Il commento di Alberto Filippi ci parla di una spiaggia dalla scenario affascinante e dal mare limpidissimo. Complice l’ora pomeridiana, non possiamo confermare il giudizio. Purtroppo il posto ci è parso senza valore, tanto da aver pensato di aver sbagliato strada ! (n.d.r: hai sbagliato strada, come l'avevamo sbagliata noi) Con la luce del mattino ed il mare calmo si potranno avere sicuramente sensazioni diverse, a noi la spiaggia è apparsa solo un accumulo di sassi di grosse dimensioni. Lungo la strada, ottima sosta a Vrysi spring, dove, sotto i platani e al frinire delle cicale, ci si può sedere sulle belle panchine messe lì per il viaggiatore e fare uno spuntino. Escursione a Vaghia e Prasa Se si ha la macchina, ci si può spingere fino a queste “estreme” propaggini dell’ovest, percorrendo prima la strada principale che esce da Chora e poi due sterrati che scendono abbastanza rapidamente verso il mare. Tutta la zona rurale che va da “El Paso” alla chiesa di Aghios Pandeleimon, è molto bella e dolce. Giunti al bivio dove si prende per Plakies, si prosegue tranquillamente sulla bella strada deserta fino ad incontrare uno stretto sterrato sulla sinistra che si imboccherà in auto con un certo coraggio per scendere giù alla spiaggia di Vaghia (tutto segnato sulla carta ). Si arriva al mare dopo un chilometro e mezzo. In questo posto perduto, una grande villa abitata domina la spiaggia dall’alto. Vaghia è un lungo lido sassoso, piuttosto sporco e dall’accesso in mare difficoltoso. Il posto è comunque suggestivo. E’ corredato da 2 alberi e sottostanti panchine in pietra. Sembra, nonostante tutto, un posto in qualche modo frequentato. Valeva la pena scendere giù ? Forse si. Ritornati sulla strada principale, si arriva poi alla chiesa di Aghios Pandeleimon. Esattamente nel punto dove si scollina e si comincia a scendere. Bellissimo posto, assolutamente consigliato per il panorama e le fotografie, soprattutto quando il sole è basso. Il miglior tramonto dell’isola si gode però da un punto più avanzato. Circa ottocentro metri oltre, sorpassato il bivio per Prasa, dal ciglio della strada si può assistere in prima fila al lento calar del sole sul mare e sull’isola di Santorini. Imboccato invece lo sterrato per Prasa, si raggiunge la piccola spiaggia, senz’alberi e pure sassosa, ma dall’aspetto più accogliente che Vaghia. Potrebbe essere un bel posto per fare il bagno, quando il mare è calmo. Piccole note sull’escursione al Monte Kalamos Il sottoscritto (e come lui la consorte) non pratica sport né palestre e, durante l’inverno svolge vita, purtroppo per lui, molto sedentaria. Quando arriva sull’isola, fa in prima battuta fatica anche a percorrere la strada in salita che porta al supermercato o alla piazza dell’autobus e dunque non programma escursioni troppo impegnative, anche se ama camminare. Di solito però, passata la prima settimana, insieme alle energie, emerge il richiamo della sfida. Così è successo per l’escursione al Monte Kalamos. L’abbiamo fatta anche noi. Tempo di percorrenza, non l’ora e mezzo di Alberto Filippi, ma il doppio e forse più. Sarà stato per le numerose soste a far fotografie … Oltre alla fatica, ci sono da mettere in conto anche i brividi. Io soffro di vertigini, ma devo dire che i sentieri stretti con strapiombo non mi hanno impressionato. Al contrario di Isa che ha fatto tutta la seconda parte del cammino senza togliere gli occhi dal terreno e senza godersi il panorama. Alla fine, arrivati in cima, per le nuvole che avvolgevano in alto il vecchio Monastero, non vedevamo nulla ! La soddisfazione però è rimasta. Provateci, ma fate attenzione.
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